Il viaggio di Conte in Ciad e Niger mette in luce la tendenza espansionistica dell'imperialismo italiano in Africa e nel Mediterraneo
Il premier addirittura considera i due paesi visitati “i confini meridionali dell'Europa”

 
Al termine della prima tappa del suo viaggio africano, il 15 gennaio a Niamey in Niger dove ha incontrato il Primo ministro Brigi Rafini e il Presidente della repubblica Issoufou Mahamadou, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte dichiarava che “per contrastare efficacemente il traffico illecito di esseri umani è di fondamentale importanza intervenire su più fronti, e in particolar modo laddove il problema ha origine. (…) Una delle strade da seguire è dunque questa: evitare che abbiano inizio i viaggi della speranza di migliaia di persone in cerca di una vita migliore, che finiscono facile preda di gruppi criminali”. E sollecitava l'Unione europea a “fare di più per l’Africa, investire, aumentare il Trust Fund e rafforzare i processi di cooperazione”. Concetti ripetuti il 16 gennaio nella seconda tappa a N’Djamena, nella Repubblica del Ciad, dove incontrava il Presidente della Repubblica Idriss Déby.
Quelle presentate da Conte sono le posizioni edulcorate del governo Lega-M5S, col ducetto Salvini impegnato a tirare su i muri e a lasciar morire in mare i migranti e il compare ducetto Di Maio che lo asseconda o fa finta di essere più disponibile verso l'accoglienza; in ogni caso quelle del presidente del Consiglio rientrano nella categoria ipocrita del “aiutiamoli a casa loro”, un aiuto soprattutto militare, dalla costituzione della famigerata guardia costiera libica al presidio del Contingente italiano MISIN in Niger. Si tratta di un aiuto che rende chiara la politica neocolonialista dei paesi imperialisti, compreso quello italiano e del “governo del cambiamento” Lega-M5S che ha continuato a sventolare il tricolore imperialista in Africa, assieme e in concorrenza con quello francese.
Anzi, questo governo sviluppa la tendenza espansionistica dell'imperialismo italiano in Africa e nel Mediterraneo come confermano le dichiarazioni rilasciate da Conte in una intervista a la Stampa che racconta dei suoi due giorni di visite e incontri tra Ciad e Niger, “ormai i confini meridionali dell'Europa”. Come dire che l'iniziativa neocoloniale, l'attività politica e militare dell'imperialismo europeo e di quello italiano sarebbero più che legittimate a operare nel Mediterraneo, nei paesi rivieraschi del Nord Africa e nella successiva fascia di paesi nel cuore del Sahel, dove Conte ha avanzato i “confini” dell'Europa.
Questo tipo di politica ha un solo nome: espansionismo imperialista.
 
 

30 gennaio 2019