Regione Lombardia
52 condanne bipartisan per spese pazze
Il conto totale è di quasi 3 milioni e mezzo

Il 18 gennaio il Tribunale di Milano ha inflitto in primo grado 52 condanne a carico di altrettanti ex consiglieri ed ex assessori della regione Lombardia per le “spese pazze” fatte tra il 2008 e il 2012.
L’accusa per tutti era di peculato: soldi pubblici spesi per vizi e capricci personali e familiari e fatti rimborsare come attività istituzionali coi soldi rubati al popolo.
La lista della rimborsopoli lombarda è molto lunga e il conto finale arriva a quasi 3 milioni e mezzo di euro a cominciare dai famigerati spazzolini di Renzo Bossi e dal libro Mignottocrazia acquistato e messo a rimborso da Nicole Minetti, fino alla classiche voci di “spese pazze” come cene, pranzi o trasporti, ma anche formaggi, libri, fiori, aperitivi, caramelle, necrologi, cartucce da caccia, ostriche, gratta e vinci, olio, aceto, stuzzicadenti. Alcuni scontrini riportavano consumazioni in pub o bar, birre e panini, in orari notturni, oppure giocattoli come un Pinocchio o una clessidra.
Le condanne più gravi riguardano i capibastone delle cosche di centro destra che sostenevano l’allora maggioranza guidata da Roberto Formigoni ma anche qualche esponente della cosiddetta opposizione a cominciare da Chiara Cremonesi, ex Sel, condannata a 2 anni e 2 mesi; e Luca Gaffuri del Pd, che si è beccato 1 anno e 6 mesi.
Tra i condannati figurano fra gli altri il figlio di Umberto Bossi, Renzo, condannato a 2 anni e 6 mesi, e l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi, Nicole Minetti, 1 anno e 8 mesi. Condannato a 1 anno e 8 mesi Massimiliano Romeo, attuale capogruppo della Lega in Senato, e a 1 anno e 6 mesi Angelo Ciocca, oggi eurodeputato sempre della Lega.
2 anni e 6 mesi se li è beccati anche l'attuale europarlamentare di Forza Italia Stefano Maullu. Mentre la pena più alta di 4 anni e 8 mesi è stata inflitta a Stefano Galli, allora capogruppo della Lega nel consiglio regionale lombardo. Galli è stato condannato per peculato e anche per truffa per aver fatto ottenere una consulenza da 196 mila euro al genero e per essersi fatto rimborsare oltre 6 mila euro per il banchetto del matrimonio della figlia.
Condanne lievi a cui si aggiunge l'immancabile beffa del risarcimento del danno dal momento che il Tribunale ha stabilito che la pena è sospesa per tutti gli imputati condannati dai 2 in giù: non andranno in galera e non scuciranno nemmeno un euro.

30 gennaio 2019