Strage continua del capitalismo e dei suoi governi
Aumentati i morti sul lavoro: tre al giorno
1.133 nel 2018. In gennaio altri 45. Le regioni più colpite sono la Campania e l'Abruzzo

Non accenna a placarsi la strage di lavoratori nei luoghi di lavoro a causa del brutale sfruttamento capitalista e dei suoi governi che ne reggono le sorti tagliando diritti, tutele e perfino i fondi destinati alla formazione e la sicurezza,
Nei primi trenta giorni del 2019 già 45 sono i lavoratori morti mentre cercavano di guadagnarsi un tozzo di pane e altrettanti sono deceduti mentre erano intenti a raggiungere il posto di lavoro.
La media è ormai arrivata a 3 vittime al giorno. A certificarlo sono i dati Inail che a fine gennaio ha diffuso il bilancio del 2018: i morti sono stati 1.133, +10,1%, 104 in più rispetto alle 1.029 del 2017. Le denunce di infortunio tra gennaio e dicembre sono state 641 mila, +0,9% rispetto al 2017. Dall’analisi risulta che i decessi sono aumentati rispetto al 2017, in particolare quelli avvenuti raggiungendo i posti di lavoro (+22,6%) rispetto a quelli sul lavoro (+5,4%). Le zone più colpite sono nel Nord-Ovest (+ 47 casi mortali) e al Sud (+35). Le regioni più colpite sono la Campania (+27) e l’Abruzzo quella con il calo più significativo (da 54 a 25).
Il mese più funesto è stato agosto 2018: 132 morti. Nello stesso mese è crollato il ponte Morandi a Genova 15 denunce di casi mortali sul lavoro. A Lesina e Foggia sono avvenuti due incidenti stradali dove hanno perso la vita 16 braccianti. Sono cresciute anche le denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+1,1%), nel Nord-Est (+2,2%) e al Sud (+0,8%). Calano al Centro (-0,8%) e nelle Isole (-1,0%). I maggiori incrementi si segnalano nella provincia di Bolzano, in Friuli Venezia Giulia e in Molise.
Insomma un vero e proprio bollettino di guerra a cui si è aggiunta anche la beffa del governo nero, fascista e razzista che per bocca del ducetto a Cinquestelle Luigi Di Maio, nel corso del question time alla Camera, si è invece detto “orgoglioso” del taglio delle tariffe Inail previsto dalla legge di bilancio 2019 a carico dei padroni “perché erano calcolate sulle morti sul lavoro del 1995 e non erano mai state aggiornate: non si tratta di togliere soldi a chi ha diritto ai risarcimenti, ma di applicare tariffe giuste agli imprenditori”.
Altro che “dignità del lavoro” di cui cianciano Di Maio, Salvini e Conte!
La coincidenza tra il vertiginoso aumento delle morti sul lavoro e l'azzeramento dei diritti e delle tutele dei lavori a cui questo governo ha aggiunto anche il taglio di 200 milioni di euro all’anno delle risorse per la formazione sui temi della sicurezza è fin troppo evidente.

6 febbraio 2019