“L'Italia che resiste”
In piazza in 300 città contro il decreto Salvini
A Firenze oltre mille manifestanti. Presente il PMLI a Firenze, Biella e Fucecchio

Il 2 febbraio decine di migliaia di persone sono scese in piazza in oltre 300 città italiane, dal Nord al Centro al Sud e nelle Isole, per prendere parte alla manifestazione “L’Italia che resiste” promossa da numerose associazioni contro il decreto Salvini sull’immigrazione.
Iniziative analoghe si sono tenute anche a Londra e Bruxelles.
Tra le manifestazioni più partecipate a cui ha preso parte anche il PMLI c'è stata quella di Firenze dove, nonostante la pioggia, oltre 1000 persone si sono ritrovate in piazza Santa Croce (vedi articolo a parte).
Centinaia di manifestanti sono scesi in piazza anche a Biella dove è stato diffuso il volantino del PMLI contro il governo Salvini-Di Maio (vedi articolo a parte) e a Fucecchio dove i manifestanti, presente anche il PMLI, si sono radunati sotto il municipio al canto di “Bella ciao” (vedi articolo a parte).
Molto partecipate anche le manifestazioni di Milano dove oltre 700 persone hanno dato vita a tre catene umane che hanno circondato il municipio proprio come indicato nell'appello lanciato nelle settimane scorse da “L'Italia che resiste” che invitava la popolazione di ogni comune italiano a organizzare dei presidi e manifestare intorno ai propri municipi “per resistere alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciar morire in mare chi scappa dalla guerra, fame e povertà e di chi interrompe i percorsi di assistenza e integrazione. Per protestare contro il Decreto sicurezza del governo , il razzismo e i respingimenti delle navi che soccorrono migranti in mare”.
Sempre nel milanese centinaia di manifestanti si sono ritrovati in piazza “Diritti dei bambini”davanti al Municipio di Bussero per dire “no a ogni forma di discriminazione e razzismo... Siamo dei semplici cittadini che hanno deciso di autoconvocarsi per condividere il rifiuto alle politiche di governo che stanno riportando nel nostro paese razzismo e xenofobia, con quotidiano sfoggio di barbarie e crudeltà”. Hanno spiegato gli organizzatori della manifestazione.
Anche Cernusco, Vignate, Vimodrone e Trezzo sull’Adda (solo per citarne alcuni) molti manifestanti sono scesi in strada sper far sentire la loro voce contro il governo e le sue politiche xenofobe e razziste.
A Bologna oltre un migliaio di manifestanti si sono ritrovati in piazza del Nettuno. La manifestazione, organizzata su iniziativa dell'Anpi locale, è stata aperta col canto di “Bella ciao” a simboleggiare la "scintilla di una nuova Res​istenza" contro il nuovo fascismo. Alla manifestazione è intervenuto anche il sindaco Virgino Merola il quale tra l'altro ha denunciato: “Abbiamo un ministro dell’Interno che dice di agire come un buon padre di famiglia. Ma quale idea di famiglia ha questo ministro dell’Interno? Dove è stato allevato? Questo è uno stile neo-fascista”.
Ombrelli colorati, striscioni e coperte dorate, quelle che vengono usate per coprire i migranti salvati dal mare, sono stati indossate dai manifestanti ad Ancona , davanti a Palazzo del Popolo, sede del Comune e a Senigallia . Mentre il presidente del consiglio regionale Marche, Antonio Mastrovincenzo, ha dichiarato: “Credo che oggi fosse importante esserci per testimoniare, con la presenza, il sostegno ad una iniziativa che denuncia il clima di disumanità, le misure discriminatorie e persecutorie messe in atto da questo governo di destra”.
Nonostante la neve e il freddo pungente, un migliaio di manifestanti si sono ritrovati anche in piazza Palazzo di Città a Torino al grido di "accogliamoli" e per dire No alla politica xenofoba e razzista del governo e all'odiosa caccia all'immigrato scatenata dal ministro degli Interni Salvini. Per tutta la durata della manifestazione “abbiamo cantato, lanciato slogan e preso tanto freddo, lo stesso freddo che devono subire i migranti a Bardonecchia quando tentano di superare le montagne per arrivare oltralpe sprovvisti di qualsiasi abbigliamento adeguato al clima” ha detto fra l'altro uno dei manifestanti.
L'iniziativa di protesta è stata organizzata dai volontari di “Raimbow4Africa” che a Bardonecchia aiutano chi tenta di attraversare le Alpi per raggiungere la Francia.
Durante la manifestazione è stata lanciata anche una raccolta di firme per la petizione europea #WelcomingEurope mirata a chiedere all’Europa nuove politiche per l’accoglienza. Il termine per firmare è il 14 febbraio 2019 e a oggi si sono raccolte più di un milione di firme in tutta Europa.
Modena ha visto la partecipazione di un centinaio di persone riunite in Piazza Grande tutte con indosso qualcosa di rosso in segno di protesta contro il governo e per promuovere accoglienza e integrazione. Il presidio è stato organizzato dall’associazione Tam Tam di Pace.
L'invito a indossare qualcosa di rosso è stato accolto anche dagli oltre 300 manifestanti di Cosenza .
A Trento oltre un migliaio i manifestanti che si sono radunati davanti al Comune in via Belenzani insieme a una settantina di associazioni, scuole e sindacati, Acli, associazioni di volontariato, movimenti giovanili e politici fra cui il Comitato associazioni Pace e Diritti Umani, Ipsia del Trentino, Atas onlus, Anpi Trentino, Acli Trentine, Caritas Trento.
Un minuto di silenzio è stato osservato per le donne, gli uomini e i bambini che sono morti nelle acque del Mediterraneo: “34.361 persone con carta d'identità - ha ricordato uno degli organizzatori dell'iniziativa - che sono purtroppo in fondo al Mediterraneo”. La nostra si legge nell'appello è: “Un'auto convocazione spontanea per dire no alle scelte di chi interrompe i percorsi di assistenza e integrazione; di chi istiga all’odio e alla xenofobia dimenticando gli storici valori di accoglienza e convivenza civile”
A Cuneo , nonostante la fitta nevicata che ha accompagnato la manifestazione, decine di manifestanti hanno circondato il comune perché: "Abbiamo scelto di resistere alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciar morire in mare chi scappa dalla guerra, dalla fame e dalla povertà. Perché non si torni indietro mai più". In provincia di Cuneo hanno aderito le città di Alba, Bene Vagienna, Bra, Fossano, Genola, Mondovì, Piobesi, Piossasco, Racconigi, Robilante, Saluzzo, Savigliano, Trinità, Verzuolo.
Diverse decine di manifestanti si sono ritrovati anche in piazza Saffi a Forlì .
L’allerta meteo in Liguria non ha fermato le centinaia di persone che a Genova, Chiavari, Recco e Lavagna, si sono radunate di fronte ai rispettivi palazzi comunali in una simbolica catena di protesta. Presente anche l’Anpi e i sindaci di Sestri Levante e Camogli . A Lavagna è stato ricordato Prince Jerry, il giovane chimico nigeriano che si è tolto la vita qualche giorno fa quando ha saputo che con il nuovo “decreto sicurezza” non gli sarebbe stato rinnovato il permesso di soggiorno.
Centinaia di persone sono scese in piazza anche a Pinerolo e hanno formato una catena umana che ha abbracciato il palazzo comunale e l'intero isolato che comprende l'ex carcere.
A Treviso i manifestanti hanno dato vita una lunghissima catena umana intorno alla sede del comune Cà Sugana “perché abbiamo scelto di resistere alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciar morire in mare chi scappa dalla guerra, dalla fame e dalla povertà. Perché non si torni indietro mai più”.
A Pistoia oltre 300 manifestanti hanno circondato il palazzo comunale e tutta piazza del Duomo per “ricordare che esiste un'Italia che resiste. In piazza diverse associazioni, movimenti, operatori dei Centri di accoglienza di Pistoia e richiedenti asilo ospiti dei Cas, ANPI Comitato Provinciale di Pistoia, ARCI Pistoia, CGIL Pistoia.
A Verona i manifestanti hanno disseminato sulla scalinata di Palazzo Barbieri, sede del Comune, decine di barchette rosse con la scritta “Non in nome mio” in riferimento ai blocchi navali e portuali attuati dal governo contro gli immigrati.
Al grido di “siamo tutti uguali, non solo gli italiani” un centinaio di persone si sono radunate anche a Vasto intorno alla fontana di Piazza Barbacani. Tra gli slogan vergati su striscioni e cartelli: “Costruiamo la pace”, “Ponti e non muri” e “La miglior difesa è l'attracco” in riferimento ai sequestri di navi e migranti operati da questo governo e da Salvini per non far sbarcare i migranti.
"Basta morti in mare" è lo slogan scelto dai manifestanti di Foggia che si sono radunati al Municipio. All'iniziativa hanno aderito anche Arci, Cgil e Uil.
Mentre ad Atri , in Abruzzo, i manifestanti sono stati tutti fermati e schedati dagli scagnozzi in divisa del ministro Salvini. Al caporione non è andata giù l'accoglienza che gli hanno riservato i manifestanti i quali proprio in occasione della sua visita in città hanno disseminato sulla piazza centrale della cittadina tante mani che spuntavano dal mare del selciato a simboleggiare i tantissimi migranti lasciati morire in mare da questo governo impedendo ogni tipo di soccorso.

6 febbraio 2019