Risoluzione del Presidium del CEIC in cui si raccomanda di procedere allo scioglimento dell'Internazionale Comunista (13 maggio 1943)

Il ruolo storico dell'Internazionale comunista, fondata nel 1919 per effetto dell'unione politica della grande maggioranza dei vecchi partiti prebellici della classe operaia, è consistito nel mantenere immuni i princìpi del marxismo dalla volgarizzazione e dalla distorsione da parte degli elementi opportunisti del movimento operaio, nel contribuire a promuovere il confluire, in alcuni paesi, dell'avanguardia dei primi fra i lavoratori nei veri partiti della classe operaia, e nell'aiutarli a mobilitare i lavoratori per la difesa dei loro interessi economici e politici e per la lotta contro il fascismo e la guerra che il fascismo preparava, e infine per sostenere l'Unione Sovietica quale principale baluardo contro il fascismo.
L'Internazionale comunista sin dal principio ha smascherato il vero significato del "patto antiComintern", in quanto arma per la preparazione della guerra da parte degli hitleriani. Molto tempo prima della guerra, l'Internazionale comunista ha svelato incessantemente e infaticabilmente l'opera perfida e sovvertitrice degli hitleriani i quali la mascheravano con le loro strida contro l'assenta interferenza dell'Internazionale comunista negli affari interni di questi stati.
Ma molto tempo prima della guerra è diventato sempre più chiaro che, col crescere delle complicazioni nelle relazioni interne e internazionali dei vari paesi, qualsiasi genere di centro internazionale avrebbe incontrato ostacoli insuperabili nel risolvere i problemi che si ponevano al movimento in ciascun singolo paese. Le profonde differenze nel percorso storico dello sviluppo dei diversi paesi, la diversità delle loro caratteristiche e persino delle contraddizioni esistenti nei loro ordinamenti sociali, la diversità nel livello e nel ritmo del loro sviluppo economico e politico, la diversità, infine, nel grado di coscienza e organizzazione dei lavoratori, ha condizionato i differenti problemi che si ponevano alla classe operaia dei vari paesi.
Tutto lo sviluppo degli avvenimenti in questo quarto di secolo, e l'esperienza accumulata dall'Internazionale comunista hanno dimostrato in modo convincente che la forma organizzativa di collegamento dei lavoratori scelta dal primo congresso dell'Internazionale comunista rispondeva alle condizioni delle prime fasi del movimento operaio, ma è stata superata dalla crescita di questo movimento e dalle complicazioni dei suoi problemi nei singoli paesi, ed è diventata persino un ostacolo all'ulteriore rafforzamento dei partiti nazionali della classe operaia.
La guerra mondiale scatenata dagli hitleriani ha accentuato ancora di più le diversità nelle situazioni dei singoli paesi e ha tracciato una profonda linea di divisione fra i paesi che sono caduti in balia della tirannia hitleriana e quei popoli amanti della libertà che si sono uniti in una potente coalizione antihitleriana.
Nei paesi del blocco hitleriano il compito fondamentale della classe operaia, dei lavoratori e di tutti gli onesti consiste nel dare ogni possibile contributo alla disfatta di questo blocco, sabotando la macchina militare hitleriana dall'interno, e contribuendo ad abbattere il governo che ha la colpa della guerra. Nei paesi della coalizione antihitleriana, il sacro dovere delle più larghe masse popolari, e in primo luogo dei lavoratori che sono in prima linea, consiste nell'aiutare con qualsiasi mezzo lo sforzo militare dei governi di questi paesi, che ha lo scopo di sconfiggere il più rapidamente possibile il blocco hitleriano e di assicurare fra le nazioni l'amicizia fondata sulla loro uguaglianza.
In pari tempo non bisogna perdere di vista il fatto che i singoli paesi che fanno parte della coalizione antihitleriana hanno i loro problemi particolari. Per esempio, nei paesi occupati dagli hitleriani che hanno perduto la loro indipendenza statale il compito fondamentale dei lavoratori che sono in prima linea e delle larghe masse popolari consiste nel promuovere la lotta armata, facendola assurgere a una guerra nazionale di liberazione contro la Germania hitleriana. In pari tempo, la guerra di liberazione dei popoli amanti della libertà contro la tirannide hitleriana, che ha messo in movimento le masse popolari, unendole senza differenze di partito o di religione nei ranghi di una poderosa coalizione antihitleriana, ha dimostrato con chiarezza ancora maggiore che l'insorgenza e la mobilitazione nazionale generale del popolo per la vittoria più rapida possibile sul nemico può essere attuata nel modo migliore e con i migliori risultati dall'avanguardia del movimento operaio di ciascun paese, operando entro il quadro del proprio paese stesso.
Già il settimo congresso dell'Internazionale comunista, riunito nel 1935, tenendo conto [dei cambiamenti] che si erano verificati sia nella situazione internazionale sia nei movimenti della classe operaia, i quali richiedono grande flessibilità e indipendenza delle sue sezioni nel deliberare circa i problemi che loro si pongono, aveva sottolineato la necessità che il comitato esecutivo dell'Internazionale comunista, nel decidere tutte le questioni del movimento operaio che nascevano dalla situazione concreta e dalle particolarità di ciascun paese, si attenesse alla regola di evitare interferenze negli affari organizzativi interni dei partiti comunisti. Le stesse considerazioni guidavano l'Internazionale comunista allorché prese in considerazione la risoluzione del Partito comunista degli Stati Uniti del novembre 1940, sul suo ritiro dall'Internazionale comunista.
Guidati dal giudizio dei fondatori del marxismo leninismo, i comunisti non sono mai stati dei sostenitori della conservazione di quelle forme organizzative che sopravvivono a se stesse. Hanno sempre subordinato le forme organizzative del movimento della classe operaia e i metodi di lavoro di tali organizzazioni al fondamentale interesse politico del movimento operaio nel suo insieme, ai caratteri particolari della concreta situazione storica e ai problemi che derivano immediatamente da tale situazione. Essi ricordano l'esempio del grande Marx, che raccolse i primi operai nelle file dell'Associazione internazionale del lavoratori, e - quando la Prima Internazionale ebbe adempiuto al suo compito storico, ponendo le fondamenta dello sviluppo dei partiti operai nei paesi d'Europa e d'America e creando partiti operai nazionali di massa in conseguenza del maturare della situazione - sciolse la Prima Internazionale, in quanto tale forma di organizzazione ormai non corrispondeva più alle esigenze che le si ponevano.
In considerazione di quanto sopra, e tenendo conto della crescita e della maturità politica dei partiti comunisti e dei loro quadri dirigenti nei singoli paesi, e tenendo presente inoltre il fatto che durante la guerra in corso alcune sezioni hanno sollevato il problema dello scioglimento dell'Internazionale comunista in quanto centro direttivo del movimento operaio internazionale, il presidium del comitato esecutivo dell'Internazionale comunista, non avendo la possibilità per le circostanze della guerra mondiale di convocare un congresso dell'Internazionale comunista, presenta la seguente proposta alla ratifica da parte delle sezioni dell'Internazionale comunista.
L'Internazionale comunista, come centro direttivo del movimento internazionale della classe operaia, dev'essere sciolta, liberando così le sezioni dell'Internazionale dagli obblighi derivanti dagli statuti e dalle risoluzioni dei congressi dell'Internazionale comunista.
Il presidium del comitato esecutivo dell'Internazionale comunista fa appello a tutti gli aderenti all'Internazionale comunista affinché dedichino tutte le loro energie a sostenere generosamente e a partecipare attivamente alla guerra di liberazione dei popoli e degli stati della coalizione antihitleriana per sconfiggere più rapidamente il mortale nemico della classe operaia e dei lavoratori: il fascismo tedesco e i suoi associati e vassalli.
Il presidium del comitato esecutivo dell'Internazionale comunista firmato:
G. Dimitrov / O. Kuusinen
M. Ercoli (Togliatti ndr) / D. Manuil'skij
W. Florin / A. Marty
K. Gottwald / W. Pieck
V. Kolarov / M. Thorez
J. Koplenig / A. Ždanov
 
I seguenti rappresentanti di partiti comunisti appongono anche la loro firma alla presente risoluzione:
Bianco (Italia)
Dolores Ibarruri (Spagna)
Lekbtinin (Finlandia)
Anna Pauker (Romania)
Matthias Rakosi (Ungheria)
Mosca, 15 maggio 1943

27 febbraio 2019