Il narcisista e arrivista sindaco partenopeo cavalca il secessionismo fascio-leghista
De Magistris vuole “l'autonomia differenziata” per l'intero Mezzogiorno e l' “autonomia totale” per Napoli

Con un post del 17 febbraio sulla sua pagina Facebook, Luigi De Magistris ha preso posizione sul progetto secessionista spacciato come "autonomia differenziata" per le tre regioni del Nord, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, che il governo nero Salvini-Di Maio sta portando avanti.
Ci si sarebbe aspettati una denuncia ferma, totale e coerente del palese tentativo del governo a trazione fascio-leghista di attuare l'autonomia fiscale ed economica delle regioni più ricche del Paese a danno delle regioni del Sud, cioè quella che giustamente è stata chiamata "secessione dei ricchi"; ma invece la denuncia, per il sindaco di Napoli, che pretende di parlare a nome di tutto il popolo del Meridione, è solo una frettolosa premessa per arrivare a teorizzare e cavalcare lui stesso il secessionismo fascio-leghista.
"Dicevate mai con la Lega ed ora volete anche svendere il Sud a Salvini! Il Governo sta minando l’unità nazionale per come sancita nella Costituzione nata dalla Resistenza", esordisce infatti il sindaco, con un'invettiva rivolta ai Cinquestelle e a quello che lui stesso definisce "il governo più nero della Repubblica". Ma subito dopo se ne esce con questa stupefacente richiesta: "Noi non ci limitiamo a denunciare questa vergogna politica ed istituzionale che conduce, ad esempio, a regionalizzare l’istruzione e realizzare la secessione dei ricchi dando potere assoluto alla politica - e non ai cittadini e alle città - che siede nelle lussuose poltrone delle Regioni beneficiarie. Noi rilanciamo con la sfida dell’autonomia dei popoli. Voi volete l’autonomia differenziata e noi da Napoli chiediamo l’autonomia totale".
Cioè, se abbiamo capito bene: le regioni più ricche del Nord, col sostegno del governo nero Salvini-Di Maio puntano in modo strisciante a trattenersi l'80% delle tasse e ad annettersi completamente la sanità, la scuola e l'università, i trasporti, le infrastrutture, la gestione dell'ambiente, il patrimonio storico e culturale e i fondi speciali, rompendo il vincolo di solidarietà con le regioni più svantaggiate e col rischio di aprire la strada ad una corsa all'imitazione da parte di altre regioni e frantumare irreversibilmente l'unità del Paese, e il megalomane sindaco di Napoli come risponde? Alzando la posta con la richiesta di “autonomia totale” della città di Napoli!

Referendum autonomisti stile Lega
Con quali risorse si sosterrebbe poi questa “autonomia totale”, non è dato sapere. De Magistris dice soltanto, in verità in maniera alquanto vaga e confusa, che "stiamo riscattando Napoli con la cultura ed è in atto una rinascita senza precedenti, a breve entrerà a regime la criptomoneta partenopea, stiamo lavorando per la delibera finale di cancellazione del debito storico illegittimo che deriva da due commissariamenti di Stato, di cui siamo vittime e chiederemo di essere risarciti, il terremoto del 1980 e l’emergenza rifiuti prima che arrivassimo noi a bonificare dai rifiuti materiali e da quelli politici".
Ma lui non si cura di spiegare i contenuti concreti di questa sua oscura strategia, e tira dritto annunciando entro quest'anno "un referendum per la totale autonomia della Città di Napoli"; dal quale, rincara come se nulla fosse, "avremo così più risorse economiche, meno vincoli finanziari, più ricchezza, più sviluppo, meno disuguaglianze". Sembra di sentir risuonare in questa sua vana prosopopea la fastidiosa eco della voce di Di Maio quando dal balcone di Palazzo Chigi annunciava di aver "abolito la povertà", o quando annunciava "un nuovo boom economico" alle porte.
Ma il narcisista e arrivista De Magistris non svela il bluff, anzi alza ancor più la posta, annunciando che dopo il referendum per l'autonomia di Napoli "proveremo a realizzare, se lo vorranno anche le altre popolazioni del Sud, un referendum per l’autonomia differenziata dell’intero mezzogiorno d’Italia". E aggiunge: "Noi non siamo contro i popoli della Lombardia e del Veneto che hanno votato per l’autonomia. Siamo anche noi per l’autonomia".
Quindi, colui che si propone ai movimenti di lotta antifascisti e antirazzisti come il leader anti-Salvini, tanto da aver annunciato pubblicamente di aver dichiarato Napoli "città desalvinizzata", o ha perso la testa o si è completamente salvinizzato anche lui, visto che prima denuncia la Lega e il governo perché vogliono minare l'unità nazionale e svendere il Sud, ma poi finisce per chiedere un referendum per completare l'opera estendendo il disegno secessionista anche a Napoli e all'intero Meridione. Legittimando con ciò lo stesso sporco gioco di Salvini.
E poco importa che poi il sindaco di Napoli infarcisca questa sua falsa "alternativa" all'“autonomia differenziata” fascio-leghista, con una sequela di argomentazioni, tanto demagogiche quanto ridicole, secondo le quali la sua sarebbe, non si sa come, un'"autonomia per un'Italia unita, non contro come fate voi": "Da noi - annuncia con sprezzo del ridicolo e senza curarsi della stridente contraddizione - vinta la sfida, regnerà l’umanità, la giustizia sociale, la felicità. Voi governate con il rancore, noi governeremo con la fratellanza. Il Governo più nero - altro che giallo-verde - della Repubblica sarà travolto dalla ribellione pacifica per le autonomie del sole (sic) che i popoli del mezzogiorno guideranno, in prima linea, per un’Italia unita e coesa che valorizza tutte le autonomie e le differenze".

Verso il flop della lista DeMa?
Non si riesce a capire che cosa spinge De Magistris a inseguire a destra la Lega sul suo stesso terreno, proprio nel momento in cui si sta risvegliando nei movimenti di base, nei sindacati, nel mondo della scuola e della sanità, tra i giuristi democratici, l'allarme e l'opposizione allo sporco progetto secessionista mascherato dietro il “regionalismo differenziato”. Un progetto che il governo cercava di far passare alla chetichella contando sul sostanziale consenso di quasi tutti i partiti rappresentati in parlamento, PD compreso.
Forse il narcisista e arrivista sindaco partenopeo è alla ricerca di nuovi bacini elettorali a destra, dopo che il suo progetto lanciato in pompa magna lo scorso 1° dicembre a Roma, cioè di riunire una lista di forze a sinistra del PD con cui presentarsi capolista alle europee, per poi puntare a Palazzo Chigi, sembra stia andando incontro ad un flop. Infatti proprio di recente, dalla coalizione che il suo movimento DeMa stava cercando di mettere insieme, si sono sfilati due componenti di peso, come Diem25 di Yanis Varoufakis e il movimento Italia in comune del sindaco di Parma Pizzarotti, che punterebbe invece a costituire insieme ai Verdi di Bonelli, +Europa della Bonino e Possibile di Civati, una lista ecologista ed europeista denominata Onda verde e civica.
Inoltre starebbe valutando di uscire anche Sinistra italiana di Fratoianni, che punterebbe a ricostituire un'alleanza col PRC di Acerbo, che detiene ancora il simbolo e consentirebbe di non dover raccogliere 180 mila firme in due mesi, per cercare un accordo con i Verdi per discutere la formazione di una lista "rosso-verde". Senza contare che anche l'alleanza con Potere al Popolo, che invece ha preso nettamente posizione contro il “regionalismo differenziato”, sarà ancora più problematica di prima, dopo questa fuga a destra "autonomista" del leader di DeMa, che così rischia di restare un generale senza esercito.

6 marzo 2019