Netanyahu si libera degli osservatori italiani. Conte tace

In risposta alla pubblicazione del rapporto sul lavoro svolto in 20 anni dagli osservatori della missioneTiph (Temporary International Presence in Hebron) che denuncia gli abusi e i soprusi compiuti da coloni e esercito israeliani ai danni degli oltre 20mila abitanti palestinesi della zona H2 di Hebron, il nazi-sionista Benyamin Netanyahu ha annunciato che alla fine di questo mese il suo governo non prolungherà più la missione degli osservatori della Tiph di cui fa parte anche l'Italia con l'impiego di alcuni carabinieri.
“Non permetteremo la prosecuzione della presenza di una forza internazionale che opera contro di noi” ha tuonato Netanyahu senza peraltro fornire alcuna motivazione plausibile se non quella di liberarsi al più presto di una missione che evidentemente non gli garantiva piena e incondizionata mano libera sui territori occupati.
La Tiph arrivò a Hebron nel 1994, dopo il massacro compiuto dal colono Baruch Goldstein nella Tomba dei Patriarchi (29 palestinesi uccisi). Terminata la prima missione fu richiamata brevemente del 1996 e infine nel 1997, dopo l'accordo Netanyahu-Arafat, per monitorare H2.
Inizialmente era formata da sei paesi: Italia, Norvegia, Danimarca, Turchia, Svizzera e Svezia. Poi Copenhagen ha ritirato i suoi osservatori.
Sulla carta la Tiph avrebbe dovuto garantire una sorta di protezione passiva alla popolazione palestinese sotto occupazione. Invece per oltre 20 anni si è limitata a presentare rapporti quasi sempre volti a non turbare le relazioni dei Paesi partecipanti con Israele a cui di fatto è stata garantita fino ad oggi mano libera.
Saeb Erekat dell'Olp ha così commentato: “La decisione di non rinnovare il mandato della Tiph rappresenta un passo ulteriore verso l'annullamento da parte di Israele dei trattati che ha sottoscritto e serve a consolidare i progetti di colonizzazione”.
Progetti di colonizzazione di cui i cinque paesi della missione, a cominciare da quella dell'Italia, sono diventati di fatto complici dal momento che non hanno minimamente osato denunciare i nuovi piani espansionisti di Israele a conferma che ormai la Tiph è finita.
Non a caso negli ultimi mesi esponenti della destra israeliana hanno moltiplicato le critiche nei confronti della missione internazionale, accusandola senza mezzi termini di essere di intralcio alle mire espansioniste israeliane.

6 marzo 2019