Milano
100 mila in piazza in difesa del clima
Tra i cartelli “Non c'è ambientalismo senza anticapitalismo”. Militanti e simpatizzanti del PMLI partecipano al corteo del pomeriggio col cartello con su affissi il manifesto ad hoc e quello contro il governo Salvini-Di Maio, superfotografato da reporter e manifestanti, spiegata la linea ambientale del Partito

Redazione di Milano
A Milano, venerdì 15 marzo, l’onda verde degli studenti in difesa del clima, nella giornata di mobilitazione internazionale indetta su questo tema (Climate Strike), è partita alle 9.30 da Largo Cairoli. “Il futuro è nostro - gridano e scrivono sui cartelli - salviamo il Pianeta”. La protesta è rivolta alle “classi dirigenti del mondo” affinché, di fronte alla ormai riconosciuta presenza di una emergenza climatica, applichino delle misure urgenti e concrete per contrastarne le cause. “Governi agite, il tempo sta scadendo”, urlano tutti in coro.
In migliaia, forse 100mila, sono gli studenti scesi in piazza con strisce verdi disegnate sulle guance, bambini e ragazzi di ogni grado di scuola, dalle primarie all’università, tutti con cartelli preparati da giorni, in italiano e in inglese per sottolineare il fatto di far parte di una mobilitazione mondiale. Gli slogan: “È il mio primo sciopero, ne vale la pena, grazie Greta (Thunberg, ndr), non ci fermeremo!”, “Emergenza terra”, “Save our planet”; ma sui cartelli si sono letti slogan anche più coscienti della realtà economica e sociale in cui viviamo: “Non c’è ambientalismo senza anticapitalismo,” “Capitalism is a cataclism”.
Alcuni sono venuti con i genitori o i prof, i più grandi da soli, ma la folla è quasi tutta di ragazze e ragazzi. Inizialmente l’arrivo della marcia era previsto in piazza Scala, ma la destinazione è stata cambiata per la partecipazione superiore alle attese. Una mobilitazione senza precedenti!
La mobilitazione è continuata la sera con un altro corteo, partito anch’esso da Largo Cairoli, con concentramento alle ore 18. Qui era più marcata la presenza di associazioni ambientaliste come Legambiente e Greenpeace.Milano. Inoltre c’erano molti insegnanti coi loro studenti, organizzati dalla Rete della Conoscenza e gli studenti universitari ecologisti di “Statale a impatto Zero”. Immancabile la presenza della Banda degli Ottoni a Scoppio che ha animato la manifestazione anche con arie di musiche di lotta antifasciste e partigiane. C’era anche una folta e combattiva delegazione di No Tav, con le loro inconfondibili bandiere, che ha manifestato in prossimità della testa del lungo corteo che ha vivacemente percorso le vie della “Cerchia dei Navigli” fino a Piazza Sant’Agostino.
Sotto la rossa bandiera del PMLI, militanti della Cellula “Mao” di Milano hanno partecipato alla manifestazione portando ben alto un cartello con su affisso i manifesto del Partito ad hoc “Per ambiente, clima, socialismo, proletariato al potere” e “contro il capitalismo, le grandi opere, il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio” e per dire “NO Tav, Muos, Trivelle, Terzo Valico, Pedemontana, inceneritori, multinazionali dell'energia, dell'acqua e dei rifiuti” e per dire “SI alla sicurezza idrogeologica e sismica dei territori • alla riconversione energetica • alla riduzione drastica delle fonti fossili e del gas • al disarmo nucleare • al dimezzamento delle spese militari • alla riduzione ed al riciclo totale dei rifiuti”. Su l’altra facciata del cartello non poteva certo mancare il manifesto del Partito contro il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio, raffigurante il ducetto Salvini e il suo balilla Di Maio. La riproduzione del primo manifesto era indossato nei rossi corpetti dei nostri compagni che hanno diffuso centinaia di un volantino dal titolo “I marxisti-leninisti e l’‘effetto serra’” realizzato per l’occasione dal Comitato lombardo del PMLI sulla base di estratti dalla 45ª Tesi del 5° Congresso nazionale del Partito. In esso, tra l’altro, vi era scritto: “Solo la conquista del potere politico da parte del proletariato, e la conseguente socializzazione dei mezzi di produzione, permetterà una saggia pianificazione della produzione e degli stili di vita, l’abbattimento del capitalismo e l’edificazione del socialismo. Questo è l'unico modo per cancellare i grandi monopoli capitalistici alla base dell’imperialismo che attentano alla vita sulla Terra, e per seppellire la legge del massimo profitto e lo sfruttamento selvaggio dell'uomo sulla natura” . Il volantino - sul cui retro era riprodotto il suddetto manifesto del Partito - è stato preso e letto con particolare interesse - soprattutto dai più giovani - e il cartello è stato superfotografato sia dai reporter che dai manifestanti date le sue chiare e inequivocabili parole d’ordine e rivendicazioni, per la splendida grafica proletaria rivoluzionaria (raffigurante il sole rosso del socialismo che sorge su un mare incontaminato) e inoltre perché era l’unico a chiamare in causa in modo esplicito e inequivocabile l’attuale esecutivo e i suoi ducetti qualificandoli apertamente come fascisti e razzisti.
Durante il corteo i marxisti-leninisti hanno anche ripetutamente lanciato slogan come “Riscaldamento globale / lo causa il capitale / solo il socialismo / lo può fermare”, “La TAV in Val Susa non non s’ha da fare, rete ferroviaria da potenziare”, “Basta inquinare / occorre riciclare”, “Di Salvini e Di Maio non ne possiamo più, tutti uniti buttiamoli giù!”. Inoltre è stata anche cantata “Bella Ciao”, con largo seguito tra i manifestanti. I nostri compagni si sono intrattenuti con dei manifestanti per spiegar loro la linea ambientale del PMLI che - fermo restando che nel capitalismo sono possibili, al massimo, solo momentanee misure tampone – rivendica, nel breve e medio termine, la nazionalizzazione di tutta la produzione e distribuzione di energia elettrica (come di tutti i cosiddetti “beni comuni”) e il finanziamento pubblico delle ricerche statali per migliorare il rendimento delle centrali idroelettriche e della tecnologia fotovoltaica, incentivare e agevolare l'installazione di impianti a energia solare nelle abitazioni e negli edifici pubblici, utilizzare le fonti geotermiche, il moto ondoso, le maree, le correnti marine, promuovere i mezzi di trasporto a idrogeno e l’imposizione di standard edilizi per la costruzione di abitazioni a basso impatto ambientale. I nostri compagni hanno sottolineato che si tratta di tecnologie già disponibili ma boicottate attivamente dai governi borghesi e dalle multinazionali perché di ostacolo al loro massimo profitto capitalistico.
Per ridurre drasticamente l'inquinamento dell'aria, che soffoca Milano e tutta la pianura padana, occorre spostare il trasporto commerciale su rotaia invece che su gomma, pedonalizzare le città liberandole dalla morsa delle automobili, potenziando le tramvie e ogni forma di mezzo pubblico pulito e collettivo, mettere al bando le industrie che avvelenano e la produzione di fluorocarburi responsabili dell'enorme buco dell'ozono nella stratosfera che sovrasta l'Antartide.
Tanto c'è da fare per i militanti e i simpatizzanti del PMLI sul tema dell'ambiente cominciando a fare fronte unito coi gruppi ambientalisti, in primo luogo quelli più coerentemente antistituzionali, per promuovere con loro un grande fronte unito di tutte le forze ambientaliste, spingendo il più possibile la lotta in difesa dell’ambiente e del clima verso la generale lotta di classe, nel solco strategico dell’obbiettivo rivoluzionario dell’abbattimento del capitalismo, della conquista del potere politico del proletariato e della realizzazione del socialismo, che è l’unico sistema sociale in grado di salvare il nostro pianeta dalla catastrofe ecologica. Concetti fondamentali che abbiamo ritrovato nell'importante “Lettera aperta alle ambientaliste e agli ambientalisti” firmata dall'Ufficio politico del PMLI. Purtroppo non ci è arrivata in tempo per poterla diffondere poiché è stata approvata a manifestazione già iniziata.

20 marzo 2019