Torino
Storica, straordinaria e molto partecipata manifestazione giovanile e studentesca
Lo striscione di testa: Cambiamo il sistema e non il clima

Dal nostro corrispondente di Torino
Anche a Torino, così come in molte altre città del mondo, si è svolta venerdì 15 marzo una straordinaria, storica e molto partecipata manifestazione giovanile e studentesca in concomitanza con la mobilitazione mondiale per il Global Climate Strike.
Decine di migliaia di studentesse e di studenti, di lavoratrici e di lavoratori, sono scesi in piazza per lo sciopero della scuola in difesa dell'ambiente e del clima.
L'origine principale di una così vasta mobilitazione è da attribuire a un episodio avvenuto il 20 agosto scorso, quando la studentessa sedicenne svedese Greta Thunberg ha deciso di non andare a scuola fino alla data di svolgimento delle elezioni legislative svedesi (svoltesi il 9 settembre) per manifestare la propria contrarietà alle politiche del governo scandinavo che non riducevano, come avrebbero dovuto in base agli accordi sul clima conclusi nel 2015 a Parigi, le emissioni di carbonio.
Da questa circostanza si è poi sviluppato in tutto il mondo il movimento studentesco internazionale “Fridays for Future ”. Tale movimento ha, tra l'altro, lo scopo di inoltrare ai “potenti del mondo” la seguente piattaforma in tema ambientale:
- Incentivi finanziari, ma soprattutto sostegno normativo e organizzativo alle fonti rinnovabili, alle comunità energetiche, all'efficienza in tutte le utenze, alla riduzione dei consumi superflui.
- Riorganizzazione radicale della mobilità: potenziamento del trasporto di massa e a domanda.
- Totale trasformazione dell'agricoltura e dell'alimentazione. L'agricoltura industriale infatti avvelena il suolo e ne fa un deserto: richiede dosi crescenti di fertilizzanti sintetici, pesticidi, erbicidi, di acqua da avvelenare rendendola inutilizzabile. L'agricoltura che frena i cambiamenti climatici è invece biologica, multicolturale, multifunzionale.
- Porre fine alla produzione e al commercio di armi: le armi generano infatti quantità enormi di Co2, che non rientrano nemmeno nel computo delle emissioni misurate per sventare la catastrofe climatica.
- Dimenticare il TAV, un'opera che produrrà più ossido di carbonio dell'improbabile riduzione futura basata su previsioni infondate e ipotesi fantasiose.
La manifestazione ha visto la partecipazione di almeno 30 mila persone secondo gli organizzatori (ma probabilmente anche di un numero più elevato), in prevalenza giovani, ma anche molti adulti, fra docenti delle scuole e persone che, pur non essendo collegate al mondo dell'istruzione, hanno deciso di aderire e di partecipare.
La manifestazione ha riscosso un grande successo: era da tempo che a Torino non si realizzava un corteo di così enormi dimensioni.
Il ritrovo e l'inizio del corteo erano fissati per le ore 9,30 in Piazza Arbarello: è stato chiaro sin da quell'ora che le aspettative della vigilia avevano centrato il bersaglio. E fin da subito è stato chiaro dalla composizione del corteo, dagli atteggiamenti, dalle parole d'ordine scritte e urlate, che a sfilare sarebbero stati ragazze e ragazzi convinti e consapevoli dei motivi che li avevano portati in piazza.
Hanno partecipato studenti appartenenti a tutti gli istituti scolastici della città e studenti universitari, accompagnati da folte delegazioni di insegnanti.
Ma notevole è stata anche la partecipazione di istituzioni, associazioni ambientaliste e non, movimenti, di sindacalisti e di esponenti politici presenti a titolo personale e non come appartenenti a delegazioni di partito.
Negli spezzoni del corteo composti dalle studentesse e dagli studenti potevano notare moltissimi cartelli con impresse le parole d'ordine della manifestazione, scritte in inglese, in italiano e in molte altre lingue.
Si è subito percepito fin dalla partenza del corteo il grande entusiasmo e la grande combattività dei suoi partecipanti, espressa con slogan e con parole d'ordine.
Particolarmente combattivi si sono dimostrati gli studenti del Liceo scientifico “Galileo Ferraris” e del Liceo classico “Massimo D'Azeglio” di Torino, che durante tutto il percorso hanno intonato slogan in difesa dell'ambiente.
Alla testa del corteo era chiaramente visibile lo striscione degli organizzatori della manifestazione con la parola d'ordine: “Cambiamo il sistema non il clima”.
Le parole d'ordine della manifestazione erano visibili dai numerosi cartelli e venivano scandite dai partecipanti con un tono molto deciso e combattivo.
Le più significative e incisive erano: “La cosa più costosa che possiamo fare è quella di non cambiare nulla”; “Niente alberi, niente ghiacciai: niente umanità, niente futuro”; “Sono uno studente e proteggo l'ambiente”; “Non roviniamo il nostro pianeta perchè Marte non è così bello”; “La Terra non è un pianeta da visitare. È la nostra casa”; “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città”; “Se il mondo fosse una banca i potenti l'avrebbero già salvato”.
Man mano che il corteo lasciava il punto di ritrovo e si dirigeva verso le vie del centro cittadino, la partecipazione diventava sempre più numerosa e intensa e le parole d'ordine venivano scandite con sempre maggior entusiasmo, suscitando l'interesse dei passanti e di quanti, affacciati ai balconi applaudivano.
La prima significativa tappa del corteo è stato il Municipio di Torino. La piazza era talmente gremita fino all'inverosimile di manifestanti, che sembrava prendessero simbolicamente “d'assalto” il Palazzo del Municipio.
All'ingresso del Municipio una delegazione dei manifestanti ha incontrato per qualche minuto la sindaca Chiara Appendino (M5S) che, visibilmente imbarazzata dall'entusiasmo e dalla combattività dei manifestanti, ha genericamente promesso agli organizzatori di incontrare una delegazione del movimento fra dieci giorni per valutare le loro proposte a favore dell'ambiente.
In questa occasione molte delle ragazze e dei ragazzi hanno fatto suonare all'unisono migliaia di sveglie, per invitare simbolicamente i politici e i signori del palazzo a svegliarsi e a non perdere ulteriore tempo sui temi ambientali.
In realtà occorre osservare che per i partiti borghesi dell'attuale regime neofascista italiano e per i governanti borghesi o sedicenti “comunisti” degli altri paesi del mondo temi come la tutela del verde, il consumo di suolo, la qualità dell'aria, il ciclo dei rifiuti e la mobilità non sono mai stati una priorità.
Questa indifferenza è stata dimostrata anche dal Comune di Torino: in due anni e mezzo un'amministrazione che suscitava aspettative di cambiamento non ha prodotto alcuna innovazione, ma ha posto in essere solo timide iniziative e molta continuità con le giunte precedenti.
Anche la reazione a tali mobilitazioni dei partiti che compongono il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio è stata ambigua, per non dire ostile. Da una parte c'è il M5S, che a parole dichiara di sposare con entusiasmo la causa ecologista; dall'altra parte c'è la Lega, che si dice attenta ai problemi ambientali anche se non sembra particolarmente coinvolta da questa battaglia.
Il fatto è che le due anime del governo hanno visioni divergenti sull'ambiente. Addirittura alcuni esponenti e personaggi della Lega hanno rivolto attacchi personali beceri e di chiaro stampo razzista e omofobo nei confronti di Greta Thunberg.
Dopo la sosta davanti al Municipio il corteo è confluito in Piazza Castello, sotto il Palazzo della Regione Piemonte, per la parte finale della manifestazione.
La piazza appariva veramente gremita di persone. Sul palco si sono alternate canzoni su tematiche sociali e ambientali diffuse da noti gruppi musicali e gli interventi degli organizzatori. Luca Sardo e Andrea Borelli, due attivisti torinesi del movimento, hanno affermato: “Vogliamo mantenere in equilibrio il pianeta. Non vogliamo presentare api e orsi polari ai nostri figli come creature mitologiche”.
Nel corso del suo intervento una attivista ha affermato: “Noi non vogliamo che i nostri figli ci guardino negli occhi e ci chiedano: perchè non avete fatto niente quando c'era ancora tempo per agire?”.
Dalle parole di un altro organizzatore del movimento: “Siamo qui per rivendicare il nostro futuro affinché la politica metta nella sua agenda il cambiamento climatico. Questa manifestazione è una risposta chiara all'inefficienza della politica sulla questione del cambiamento climatico. I giovani sono in piazza e vogliono cambiare il loro futuro, perché vogliono un futuro.”
All'esito di questa storica manifestazione si può osservare che è sicuramente positivo vedere tanti giovani che si battono per un obiettivo così importante come la difesa dell'ambiente e del clima.
Occorre adesso lavorare per convogliare queste loro giuste istanze nella via della lotta di classe e contro il capitalismo e per il socialismo.
Solo il PMLI, forza autenticamente rivoluzionaria e da sempre al fianco delle lotte di massa, può recepire seriamente le rivendicazioni di quanti venerdì hanno manifestato.
Come scritto infatti nella “Lettera aperta alle ambientaliste e agli ambientalisti” redatta dall'Ufficio politico del PMLI proprio nel giorno stesso di queste grandi manifestazioni, è necessario che gli ambientalisti non disperdano le loro forze in un vicolo cieco, ma colleghino la loro apprezzabile battaglia a una lotta più grande e generale per realizzare il socialismo, perché solo esso è in grado di garantire un controllo popolare efficace e di liberare i cosiddetti “beni comuni” dalle grinfie delle multinazionali private, rendendoli effettivamente pubblici e gestiti in maniera oculata nell'interesse del popolo, senza la devastante ricerca del profitto.
Il PMLI, prendendo atto molto positivamente dell'ottimo risultato di questa mobilitazione, invita quindi tutte le ambientaliste e gli ambientalisti a coniugare le battaglie per la tutela dell'ambiente alla lotta per il socialismo e per il proletariato al potere. Li invita altresì a unirsi per combattere le grandi opere e tutto il sistema capitalistico e il suo attuale rappresentante in Italia, ossia il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio.
 

20 marzo 2019