Sulla morte di Lorenzo Orsetti
Cordoglio, dissenso politico

I marxisti-leninisti italiani si uniscono al cordoglio per la morte di Lorenzo Orsetti, giovane antifascista caduto in battaglia a fianco del popolo curdo in lotta per la libertà e l'autonomia, ed esprimono tutta la loro solidarietà ai suoi familiari così duramente colpiti nel loro affetto più caro.
La sua generosità e il suo coraggio ne hanno fatto un'icona dei movimenti di lotta anticapitalisti e antifascisti, e in particolare dei Centri sociali, che anch'egli frequentava, e che lo hanno commemorato in molti modi dedicandogli anche manifestazioni in suo ricordo, come quella del 25 marzo a Torino e quella convocata a Firenze per il 31 marzo.
Tuttavia non può essere loro sfuggito che la classe dominante borghese e i mass media di regime ad essa asserviti, di destra e di "sinistra" praticamente all'unisono, si sono immediatamente impadroniti della sua figura per farne un eroe della lotta dell'Occidente e dei suoi "valori" contro il "terrorismo islamico", un "foreign fighter che combatteva dalla parte giusta", che nella loro concezione non è altro che l'Occidente capitalista e imperialista. E ciò per indicarlo come un modello in questo senso ai giovani e ai movimenti di sinistra antisistema.
Un'operazione tanto più sporca perché non espressa direttamente in questi termini, che sarebbe stata più facilmente smascherabile e rigettabile, ma attraverso una più subdola equiparazione di Orsetti a una sorta di moderno Che Guevara italiano, e delle formazioni di combattenti stranieri inquadrati nelle YPG curde in cui militava, alle Brigate internazionali antifasciste che combatterono nella guerra di Spagna, se non anche ai nostri partigiani. Identificando in questo modo la guerra della coalizione mondiale imperialista contro lo Stato islamico (IS), che va dagli Usa del dittatore fascista Trump alla Russia del nuovo zar Putin, passando per la Ue imperialista e il boia nazi-sionista Netanyahu, come una guerra tra antifascismo e fascismo, tra le forze del "progresso" e quelle dell'“oscurantismo": in definitiva tra quelle del "bene" e quelle del "male assoluto", secondo l'eterna narrazione manichea in cui gli imperialisti sono da sempre maestri per coprire le loro guerre di conquista e di rapina.

Biloslavo: "Combatteva per noi occidentali"
Ecco allora il ducetto fascio-leghista Salvini chiedere "una preghiera per Lorenzo", mentre contemporaneamente chiedeva di arrestare l'equipaggio della "Mare Jonio" che aveva salvato 49 migranti dalla morte in mare e dall'inferno libico. Ecco il sindaco renziano Nardella proporre subito di seppellire Orsetti nel cimitero delle Porte Sante, e rispondere positivamente anche alla proposta di Michele Serra di intitolare a Lorenzo una via o una piazza di Firenze: lui che anche quest'anno non ha mancato di commemorare le foibe, dando fiato alla campagna per infangare i partigiani e la Resistenza, che permette ai neofascisti e neonazisti di CasaPound e Casaggì di aprire impunemente sedi a Firenze e che ha fatto suo il motto razzista salviniano "prima gli italiani" per l'assegnazione delle case popolari, guadagnandosi anche l'apprezzamento ironico della fascista Meloni.
Ed ecco anche il rinnegato e confesso agente della Cia, Giuliano Ferrara, su Il Foglio (che gli ha dedicato anche un inserto di due pagine con il suo diario dal fronte di Baghuz datato 28 febbraio), proporre per lui la medaglia d'oro come ai caduti della Resistenza, dopo averlo però subdolamente paragonato al mercenario fascista al seguito degli invasori imperialisti in Iraq, Fabrizio Quattrocchi, che "mostrò ai suoi decapitatori iracheni come muore un italiano". La stessa operazione che ha fatto anche il quotidiano di destra "La Nazione", dedicando a Orsetti tre intere pagine sul nazionale e altrettante in cronaca di Firenze, non a caso con l'intestazione ricorrente "come muore un italiano".
Ma quello gli ha dato forse il risalto maggiore è stato "Il Giornale" della famiglia di Berlusconi, con un articolo del reporter di guerra antimarxista-leninista, interventista, filoimperialista e di destra, Fausto Biloslavo, che dice di averlo intervistato e di aver avuto successivamente contatti diretti con lui, tanto da averlo sentito l'ultima volta il 7 marzo. Biloslavo lo definisce "un foreign fighter dalla parte giusta", cioè dell'imperialismo occidentale, per il quale egli non ha mai fatto mistero di tifare, essendo perfino diventato di recente direttore della rivista "Folgore", dedicata alla famigerata brigata paracadutisti: "Combatteva una guerra senza pietà anche per noi occidentali con il sedere al caldo a casa", ha scritto infatti di lui a mo' di epitaffio interventista.

La contraddizione principale in Medio Oriente
Occorre perciò riflettere attentamente su questo abbraccio peloso della destra e della "sinistra" borghese al corpo di Lorenzo Orsetti, che non è solo un semplice sciacallaggio, come superficialmente è stato liquidato dalla sinistra antagonista, parola di per sé appropriata al caso, ma che non dice nulla sull'operazione che dietro di esso si nasconde: che è quello di coprire con il consenso di massa la santa alleanza imperialista e guerrafondaia occidentale, russa, sionista, turca e saudita che, col pretesto della guerra al "nemico comune" dello Stato islamico, mira a spartirsi le spoglie della Siria e a impedire che i popoli della regione - curdi, arabi, cristiani, palestinesi ecc. - si uniscano per liberarsi dagli artigli imperialisti e da ogni ingerenza straniera e conquistare la libertà e l'indipendenza.
Noi ovviamente non abbiamo la stessa matrice ideologica e politica dell'IS, e in particolare non approviamo certi loro atti terroristici indiscriminati, ma da marxisti-leninisti non ci sfugge che la contraddizione principale in Medio Oriente non sono loro, ma l'imperialismo mondiale e gli imperialismi regionali loro alleati, che sono i diretti responsabili della devastazione e dei massacri che insanguinano da decenni quella regione. E sono oltretutto anche la causa che ha provocato, per reazione, la nascita dello Stato islamico stesso: che oggettivamente, pur su posizioni ideologicamente retrograde e oscurantiste, è l'unica forza che si oppone sul campo a questa santa alleanza imperialista.
Il suo più grande errore è stato quello di attaccare e perseguitare come nemici il popolo curdo e altri popoli della regione, spingendoli in braccio agli imperialisti americani, anziché cercare di fare fronte comune con loro contro il dittatore Assad e gli imperialisti internazionali e regionali. Ma questo non deve far dimenticare che sono questi ultimi i principali nemici dei popoli di questa martoriata regione. Dall'altra parte l'errore dei curdi, pur di ritagliarsi una piccola regione nel Nord della Siria, il Rojava, è stato quello di consegnarsi a Trump, che li sta sfruttando come truppe cammellate per fare il lavoro sporco della guerra all'IS sul terreno; pronto però ad abbandonare il Rojava, una volta finito di distruggere l'IS, a fare da vaso di coccio tra il suo alleato fascista Erdogan e il dittatore Assad protetto da Putin.

Per chi e cosa è morto Lorenzo Orsetti?
Lorenzo Orsetti, anarchico antifascista, andato in Siria attratto dalla "rivoluzione sociale" curda, forse non aveva ben compreso questa contraddizione, e si è ritrovato a combattere, oggettivamente, non tanto nella difesa del Rojava dall'attacco dell'IS, come ha combattuto nell'assedio di Afrin contro l'esercito invasore turco, ma anche fuori dai suoi confini, a Baghuz, nella guerra di aggressione finale per distruggere lo Stato islamico, a fianco degli imperialisti americani, delle loro truppe speciali e dei loro micidiali bombardieri che "vincono" radendo tutto al suolo e seppellendo anche la popolazione civile sotto le macerie.
In un'intervista aveva detto che "la rivoluzione curda è la cosa più vicina ai miei ideali che abbia mai trovato, ed è un piacere e un onore prendervi parte". Ma aveva anche detto, in un video pubblicato sul sito "Gli Occhi della guerra" gestito da Biloslavo, cadendo nella trappola propagandista degli imperialisti, che "lo Stato Islamico è un male assoluto. Questa è una battaglia di civiltà".
Questo inganno politico, che ha portato Orsetti a combattere e morire per una guerra imperialista, scambiandola in buonafede per una lotta antifascista contro il "male assoluto", ha contagiato purtroppo in gran parte anche gruppi e movimenti soggettivamente antifascisti e antimperialisti. La buona fede e l'eroismo non bastano a far chiudere gli occhi ed evitare di ragionare a mente fredda su questo inganno, perché allora occorrerebbe riconoscerli anche ai militanti dell'IS, che hanno combattuto da soli fino alla morte, assediati dalla più potente coalizione militare della storia. Non si combatte e si muore così se non si crede, a torto o a ragione, di farlo per la propria fede e la propria gente.

Da chi sono composte le "Brigate internazionali"
D'altra parte occorrerebbe anche vedere come sono nate e da chi sono formate queste "Brigate internazionali" inquadrate nelle forze di difesa curde contro l'IS. Biloslavo, che le conosce bene, dice per esempio che nella brigata internazionale, circa 2000 uomini tra cui una trentina di italiani, ci sono "anarchici, antifascisti, ma pure ex legionari francesi e marines americani" (Il Giornale del 19/3). Lo ammette anche Paolo detto "Libertà" da Pachino, tra i 5 compagni di Orsetti rientrati in Italia e ora sotto osservazione della magistratura, che in un servizio su L'Espresso del 17 marzo dice che "tra gli internazionali ci sono inglesi, statunitensi e francesi. Quest'ultimi sono la maggioranza". Un altro di loro rivela che "ci coordinavamo tramite Gps (con l'aviazione Usa, inglese e francese per i bombardamenti, ndr)".
Secondo Claudio Jampaglia di Radio Popolare, coautore del documentario "Our War" insieme a Benedetta Argentieri, "i primi internazionalisti sono per lo più statunitensi, ex soldati che avevano combattuto in Medio Oriente, delusi da come erano andate le cose" (da il Fatto del 20/3).
Matteo Pugliese (ISPI) sostiene che sono formati da tre gruppi: anarchici e militanti di sinistra (il più numeroso), indipendentisti europei come catalani e sardi, e "i difensori dell’Occidente contro il jihadismo, che include militanti di estrema destra, come l’olandese Sjoerd Legger, ucciso in una battaglia contro l’ISIS vicino a Deir Ezzor, nella Siria orientale". Non va poi dimenticato che L'Espresso dell'11 novembre ha pubblicato un'inchiesta che ricostruisce una fitta rete di rapporti in funzione antislamica che lega organizzazioni neofasciste italiane come CasaPound e Forza Nuova, e tramite loro anche FdI e la Lega, al governo siriano del dittatore Assad. Quindi, paradossalmente, Orsetti e i suoi compagni hanno finito per combattere da antifascisti sullo stesso fronte con legionari francesi, marines americani e perfino fascisti.

Contagiati dalla propaganda di regime
Eppure da parte di certe forze della sinistra "radicale" e antagonista si è sentito solo ripetere passivamente le stesse formule della stampa di regime, confondendo l'IS con l'imperialismo che affermano di combattere. Come per esempio il PRC trotzkista, per il quale "il compagno Orso è caduto difendendo gli ideali internazionalisti e libertari con le forze della resistenza curda contro i fascisti islamisti dell'Isis in Siria". O come i Centri sociali del Nord Est, secondo cui Orsetti era in Siria "a difendere il mondo dal terrorismo jihadista". O anche il Collettivo politico 13 rosso, secondo cui "Lorenzo combatteva per difendere tutti noi da quel califfato nero che troppi combattono a parole finanziandolo con la mano nascosta (chi sarebbero, visto che ha tutto il mondo contro? ndr). Combatteva per difendere valori come giustizia e libertà contro l'oscurantismo e il fanatismo religioso: per questo era partito da Firenze un anno e mezzo fa per combattere una battaglia di civiltà per tutti noi". Il Centro sociale Askatasuna ha poi lanciato la manifestazione del 25 a Torino con un manifesto-ritratto di Orsetti firmandolo con l'Hastag: "Io sto con chi combatte l'Isis". Quindi anche con Trump, Putin, Assad e Netanyahu?
Un'altra dei 5 rientrati, Edgarda ("Eddi") Marcucci, in un lungo articolo ospitato compiacentemente su Il Foglio , ha ammesso, probabilmente senza rendersene ben conto, di aver combattuto dalla stessa parte dello Stato italiano, lamentando che esso "fa parte della coalizione internazionale contro l'Isis, ma ritiene pericolosi gli italiani che hanno preso parte a questa lotta. Dov'è la coerenza"?

Contro l'imperialismo e il fascismo italiani
Va anche dato atto che qualcun altro si è reso più conto della contraddizione, cercando di prendere sia pur debolmente le distanze da questa falsa glorificazione postuma di Orsetti ad usum della politica imperialista in Medio Oriente: come l'organo anarchico Umanità Nuova , che perlomeno mette sullo stesso piano "i macellai dello Stato islamico che gli hanno imposto l'etichetta di 'crociato' e i politici italiani, che mettono la sordina sulla sua storia e lo usano per le loro crociate".
Il CPA Firenze Sud, che Lorenzo frequentava, si arrampica sugli specchi cercando di spiegare che la sua lotta "non può essere ridotta alla lotta contro il fondamentalismo islamico, che tanto appassiona media e politicanti nostrani, capaci di strumentalizzare la vita e la morte delle persone per fini propagandistici".
Al di là della vicenda umana di Lorenzo Orsetti, che merita tutto il nostro rispetto, c'è un altro modo per difendere - come dice nel suo testamento - i più deboli e rimanere fedeli agli ideali di giustizia, uguaglianza e libertà, senza correre però il rischio di diventare, senza rendersene conto, truppe cammellate dell'imperialismo e combattere dalla parte sbagliata; come fece Guevara in Congo e in Angola servendo oggettivamente l'espansionismo del socialimperialismo brezneviano: lottare contro il capitalismo, l'imperialismo e il fascismo del proprio paese, che è anche il modo migliore per aiutare il proprio e gli altri popoli oppressi dal giogo e dallo sfruttamento dell'imperialismo, del neocolonialismo e dell'interventismo guerrafondaio di ogni specie colore.
E attualmente, il contributo più immediato e concreto che i giovani antimperialisti, anticapitalisti e antifascisti italiani possano dare alla lotta per la giustizia, l'uguaglianza e per cambiare davvero l'Italia e il mondo, è quello di lottare insieme al PMLI per buttare giù il governo nero, fascista e razzista Salvini-Di Maio, massima espressione oggi del regime neofascista, capitalista e imperialista dominante nel Paese. E battersi per il socialismo e il potere politico del proletariato.
 

27 marzo 2019