Comunicato della Riunione della Commissione di massa allargata alle compagne e ai compagni che hanno partecipato al Congresso nazionale della CGIL
Nella mattinata del 23 marzo si è svolta nella Sede centrale del PMLI e de “Il Bolscevico” una importante Riunione della Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI, allargata alla partecipazione delle compagne e dei compagni militanti e simpatizzanti che hanno svolto attività sindacale all’ultimo Congresso nazionale della CGIL, conclusosi lo scorso gennaio con l’elezione a segretario di Maurizio Landini.
Il Segretario generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, prima ancora che cominciasse la Riunione ha salutato, abbracciato e baciato, uno per uno le compagne e i compagni presenti e ha detto: “Vi auguro un buon lavoro marxista-leninista. Sono certo che questa riunione migliorerà e svilupperà il lavoro sindacale del Partito. Non lasciate solo il compagno Cammilli a tirare la carretta, ciascuno faccia la propria parte in base alla forza fisica e al tempo che ha a disposizione. Tenete presente ciò che fa il compagno Andrea Bartoli, perché lavora molto bene sindacalmente”.
Il compagno Andrea Cammilli, Responsabile della Commissione, ha introdotto la Riunione con una interessante quanto approfondita relazione, che è stata capace di svolgere innanzitutto un sincero bilancio critico ed autocritico sia sull’attività del Partito al congresso a tutti i livelli, sia di evidenziare la situazione attuale della CGIL in generale, così come di valutare quale potesse essere il nostro impegno futuro nell’area programmatica “Riconquistiamo tutto”.
Il compagno ha iniziato la sua relazione mettendo in evidenza le due grandi novità rispetto all’ultima riunione effettuata, che sono il governo nero Salvini-Di Maio con tutte le conseguenze che si trascina dietro per i lavoratori, e l’avvicendamento alla testa del più grande sindacato italiano, la CGIL, con la nomina di Landini a segretario generale.

 

L’impegno delle marxiste-leniniste e dei marxisti-leninisti nella CGIL
Ricordando che al primo posto nella linea del lavoro di massa del partito c’è appunto l’impegno sindacale di lavorare dentro e fuori la CGIL con l’obiettivo strategico di costruire quando ce ne saranno le condizioni il Sindacato delle Lavoratrici e dei Lavoratori, delle Pensionate e dei Pensionati (SLL), è stata ribadita la validità della linea sindacale del Partito, a cominciare dall’indicazione che vale per tutte le compagne e per tutti i compagni militanti e simpatizzanti del Partito, di iscriversi alla CGIL e di lavorare al meglio in essa, salvo particolare eccezioni che possono essere valutate singolarmente di volta in volta.
Ciò, non perché la CGIL rappresenti il nostro modello sindacale, tutt’altro; questa scelta viene riconfermata poiché è in essa che è presente la maggioranza dei lavoratori di ogni categoria e perché da lì possiamo entrare in contatto con la parte più consistente della classe operaia e delle masse lavoratrici e far maturare la loro coscienza di classe.
Anzi, la crisi che coinvolge tutti i sindacati e l'incapacità e la volontà di uscire dalle logiche collaborazioniste e corporative dei sindacati confederali e dal settarismo, dal frazionismo e in certi casi dal corporativismo di quelli “di base”, avalla ancora una volta la giustezza della nostra posizione, che rimane comunque un obiettivo strategico che richiede tempi lunghi.
Più immediato è l'obiettivo della costruzione di una corrente sindacale dei marxisti-leninisti senza la quale è impensabile ampliare la nostra influenza tra i lavoratori
I militanti e i simpatizzanti del PMLI stanno dentro la CGIL anche per contribuire a difendere e migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori e dei pensionati, in un'organizzazione che, pur con tutti i suoi difetti, può portare in piazza centinaia di migliaia di persone che possono mobilitarsi in fronti comuni, su tutti quello sindacale e quello antifascista, ed il PMLI ha il compito storico e morale, di essere in piazza, con l’ambizione di influire direttamente e quanto più possibile in queste battaglie.

 

L’elezione di Landini e la sua linea
Il compagno Cammilli ha aggiornato la nostra critica alla CGIL, al suo programma ribadito dai risultati congressuali che prosegue sulla strada del riformismo, della subalternità dei lavoratori agli interessi dell’industria e del mercato capitalistico, della Carta dei Diritti presentata come un nuovo Statuto dei lavoratori. Questa carta in realtà sul piano concreto è inconsistente perché necessita di una forte sponda istituzionale per essere approvata con una legge, ipotesi oggi lontanissima.
Ma per noi è inaccettabile perché sul piano politico la Carta prefigura un sindacato istituzionale e corporativo e non rigetta nemmeno il precariato, ma cerca solo di mitigarlo: con una legge antidemocratica sulla rappresentanza si decide quali siano i sindacati “affidabili” che possono essere rappresentati nelle aziende.
Un sindacato dunque che, seppur abbia al suo vertice un ex movimentista come Landini che sta alimentando speranze di un cambiamento di rotta, ha un indirizzo ben delineato di piena continuità con la segreteria Camusso. Purtroppo saranno i fatti a deludere ancora una volta le aspettative. C’è già una prima avvisaglia, scontata quanto chiara, rappresentata dalla ferma volontà rilanciata in ogni occasione di realizzazione del sindacato unico con CISL e UIL.
Un sindacato da circa 12 milioni di iscritti che ad oggi, come unica certezza, significherebbe uno spostamento ancora più a destra delle posizioni già ultrariformiste della CGIL stessa.

 

I nostri rapporti con il Sindacato è un'altra cosa e il nostro bilancio congressuale
Nella relazione il compagno ha ampiamente descritto pregi e lacune, sia organizzative che programmatiche del Sindacato è un'altra cosa, ribadendo però che la nostra attività all’interno della CGIL, ad oggi, non può essere che quella di lavorare all’interno di quella organizzazione di minoranza con la quale condividiamo gran parte del documento politico.
Nei fatti, i benefici che ne derivano sono maggiori degli svantaggi, anzitutto quello di avere dei contatti sindacali ed essere meno isolati; il compagno sottolinea però che la nostra adesione e la conseguente attività dev’essere leale ma anche di piena autonomia (come del resto fanno le altre correnti), portando avanti la nostra linea sindacale, senza farsi trascinare in eventuali beghe che coinvolgono spesso i vari gruppi trotzkisti che ne fanno parte e sono egemoni.
Il bilancio dell’attività congressuale delle compagne e dei compagni marxisti-leninisti che hanno avuto modo di partecipare in maniera attiva alle assemblee di base ed eventualmente nei livelli successi, nonostante le molte difficoltà riscontrate, è stato valutato positivamente.
Pur criticando l’immobilismo ed il mancato spirito di iniziativa di alcuni, il compagno ha evidenziato come per il resto ci sia stato un apprezzabile impegno di grande qualità politica, unito agli ottimi risultati che sono stati ottenuti in alcune categorie in particolare dove i nostri compagni sono stati eletti nei rispettivi direttivi provinciali e regionali, in alcuni casi partecipando anche ai congressi nazionali di categoria. I congressi di base sono stati svolti spesso senza una regia dell’area programmatica – molto evanescente in termini organizzativi – che ha costretto la stragrande maggioranza dei nostri compagni a rimboccarsi le maniche e a procedere in maniera autonoma, territorio per territorio e categoria per categoria, sempre in accordo col Partito. Un plauso ulteriore è stato fatto a quelle compagne e a quei compagni che sono riusciti anche ad esprimere con chiarezza la linea del PMLI sulla nostra proposta strategica di sindacato unico.
Dove siamo stati presenti i dibattiti sono andati bene, anche in termini di voti, e i nostri interventi hanno spesso stimolato discussioni interessanti e profonde, qualitativamente ben oltre i soliti interventi congressuali d’appartenenza. Segno che nonostante la scarsa partecipazione sottolineata da molti compagni, se i lavoratori sono stimolati si riesce a tirar fuori la voglia di discutere e di lottare.

 

Come proseguire il nostro lavoro in CGIL
Il compagno Cammilli ha rilanciato come obiettivo a breve termine la costituzione di una corrente sindacale di classe (CSC) dei marxisti-leninisti composta dai militanti e dai simpatizzanti del Partito attraverso la quale dobbiamo tentare di riunire tutta la sinistra sindacale esistente dentro e fuori la CGIL su una piattaforma comune e condivisa per far maturare le condizioni per la creazione del grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati.
Nell’attesa che maturino le condizioni per questo importantissimo passo, è necessario comportarsi come una corrente sindacale vera e propria, tenendo in contatto tra di loro i sindacalisti rossi del PMLI, oltre le riunioni della Commissione di massa, facendo circolare tra gli interessati una raccolta degli articoli sindacali di maggiore rilevanza pubblicati su “Il Bolscevico”, assieme a quelli più interessanti apparsi sulla stampa o su internet, da veicolare tramite posta elettronica, con cadenza bi o trimestrale, capace di fornire un quadro d'insieme ai compagni.
Alla Commissione è richiesto più impegno per dare con maggiore frequenza le indicazioni alle compagne e ai compagni impegnati nel lavoro sindacale, in particolare con l'invio di specifiche circolari sulle varie tematiche e stimolando l'attenzione sulle varie iniziative e sulle manifestazioni di stampo sindacale che riteniamo essere di particolare importanza.
Per il Partito, oltre a portare avanti la nostra proposta del grande sindacato di tutti/e i lavoratori e pensionati che ci contraddistingue, è fondamentale ribadire la centralità della classe operaia, il rifiuto per principio della concertazione, della cogestione, del "patto sociale", del neocorporativismo, delle compatibilità economiche capitalistiche, il rifiuto della subordinazione dei salari ai profitti e degli interessi generali delle masse lavoratrici alle esigenze dello Stato borghese. Portare avanti le nostre rivendicazioni contro le liberalizzazioni e le privatizzazioni, la deregolamentazione del lavoro e la precarizzazione, per un forte aumento delle retribuzioni e delle pensioni medie-basse, la lotta per il lavoro stabile a tempo pieno a salario intero e sindacalmente tutelato, per la difesa del contratto nazionale e per provvedimenti efficaci per la sicurezza sul lavoro.
Ribadendo la nostra ferma opposizione al welfare aziendale e al salario minimo legale, il compagno prosegue la sua brillante relazione invitando tutti i presenti a portare all'attenzione del sindacato anche i temi legati alle discriminazioni che subiscono le donne del popolo, i diversi trattamenti salariali e pensionistici per le lavoratrici e le pensionate, le violenze che sono costrette a subire sui luoghi di lavoro, a battersi per portare la CGIL e lo stesso Landini ad aderire allo sciopero globale dell'8 Marzo che anche quest’anno è stato boicottato; allo stesso modo dobbiamo pretendere che la CGIL dispieghi tutta la sua forza per combattere il razzismo e il fascismo dilaganti e contro il compiacente governo nero dei ducetti Salvini e Di Maio, rispedendo al mittente le provocazioni di chi vorrebbe scatenare una guerra tra poveri, tra proletari italiani e migranti, rivendicando per tutti gli stessi diritti: lavoro, casa, sanità, istruzione.
Il tutto facendosi anche promotori della sensibilizzazione sulle tematiche ambientali, sulle quali si sta sviluppando un forte movimento di lotta, portandole tra i lavoratori e caratterizzandole in senso anticapitalista.
Il compagno Cammilli conclude l’intervento con queste parole: “ancora più importante è che i nostri sindacalisti diventino dei punti di riferimento anzitutto nel proprio posto di lavoro e per quei delegati e lavoratori più avanzati che incontreremo in tutte le occasioni dell'attività sindacale. I nostri compagni dovranno dimostrare di essere degli intransigenti e disinteressati difensori dei loro interessi, preparati e profondi conoscitori del settore che si rappresenta. È su questo terreno che si conquista maggiormente la fiducia e il riconoscimento dei lavoratori”.

 

Gli interventi delle compagne e dei compagni
Alla relazione è seguito un interessante dibattito che ha coinvolto tutti i partecipanti. Ognuno di essi ha innanzitutto ringraziato il compagno Cammilli per la relazione, proseguendo poi il proprio intervento raccontando la propria esperienza congressuale e donando alla discussione il proprio prezioso contributo.
I contenuti della relazione sono stati condivisi all’unanimità, così come da tutti sono stati accolti i propositi sul coordinamento, sulla costituzione di una più definita “cabina di regia” che possa migliorare ed accordare l’attività delle sindacaliste e dei sindacalisti marxisti-leninisti.
Tutti, anche coloro che si trovavano alla prima esperienza congressuale in CGIL, hanno affermato di aver considerato positiva questa esperienza, nonostante le difficoltà incontrate nel rappresentare e presentare il documento di minoranza, a volte da soli e senza appoggio alcuno dell’area di riferimento. Sono stati denunciati anche brogli elettorali da parte della maggioranza che in assenza dei relatori dell'altro documento si assegnava la totalità dei voti.
Gli interventi hanno posto anche altre riflessioni, individuando nei precari il primo nostro e più sensibile interlocutore, poiché colui che nel mondo del lavoro ha meno diritti, anche se allo stesso tempo è il più ricattabile. Più volte è inoltre stato ribadito che il lavoro sindacale è un ramo dell’attività del Partito ed è con questo spirito che va interpretata la nostra adesione alla CGIL, coscienti che anche da qui passa lo sviluppo del Partito stesso.
Il compagno Alberto Signifredi, assente per motivi familiari, ha inviato un'apprezzata nota (pubblicata su questo giornale, ndr).
La Riunione si è quindi chiusa con successo, fra gli applausi compiaciuti dei presenti.
Instancabili, dopo un rapido spuntino, gran parte dei partecipanti, si sono recati a Prato dove nel pomeriggio si è tenuta la manifestazione antifascista contro il presidio di Forza Nuova per il centenario della fondazione dei fasci di combattimento, vergognosamente autorizzato dalla prefettura.

27 marzo 2019