Promosso dalla lobby reazionaria americana International Organization for the Family
Congresso di Verona sulla famiglia fascista, patriarcale, anti lgbt*qia+ e antiabortista sostenuto da Salvini e Fontana
150 mila manifestano contro il congresso della famiglia fascista. In testa Non una di meno organizzatrice. Importante presenza di Anpi, Cgil, Arci e Libera

Nei giorni 29, 30 e 31 marzo Verona è stata teatro del 13° World Congress of Families (WCF), cioè il congresso mondiale sulla famiglia patriarcale e fascista in cui hanno partecipato i movimenti antiabortisti, antifemminili e anti-LGBT*QIA+ di tutto il mondo compresi capi di Stato, ministri e esponenti politici dell'estrema destra cristiana.
Non è un caso che la destra mondiale abbia scelto di svolgerlo in Italia e a Verona, quella Verona che è stata il trampolino di lancio, fin dall'insediamento del governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio, di accaniti attacchi contro il dritto di aborto condotti dagli assessori e dal sindaco leghista Federico Sboarina.
 

Che cos'è il WCF
Il WCF nacque a metà degli anni Novanta dall'idea dello storico americano Alan Carlson, ex funzionario dell’amministrazione Reagan, e del demografo russo Anatoli Antonov. La famiglia patriarcale al centro di questo pensiero e la paura di un'imminente denatalità attribuita a una sempre più crescente aspirazione all'indipendenza economica, sociale, politica e familiare della donna e all'emergere della libertà sessuale sono state le leve per fondare questa lobby reazionaria internazionale che coordina azioni mirate con le istituzioni politiche, contro i presunti nemici della società “moralmente fondata”: il divorzio, l’omosessualità e soprattutto le donne. Il WCF nasce già oscurantista e antifemmile, con l'andare del tempo i movimenti di estrema destra e le correnti più oscurantiste delle chiese di mezzo mondo vi trovano in esso lo spazio ideale per promuovere vere e proprio crociate contro tutto ciò che minerebbe la “famiglia naturale” borghese e patriarcale costituita dall'unione, meglio se di rito religioso, fra un uomo e una donna e con minimo due figli.
Kristina Stöckl, ricercatrice e docente presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Innsbruck in un studio spiega che “intorno al 2012 osserviamo una svolta conservatrice delle destre europee: Strache in Austria e prima di lui Heider, Salvini in Italia, Orban in Ungheria e così via. Cominciarono a insistere sulla difesa di un’Europa cristiana contro l’Islam, sulla salvaguardia della sovranità legislativa nazionale contro i diritti umani universali di non-discriminazione e di protezione delle minoranze, sull’opposizione all’Unione Europea e all’ONU come portatore di diritti umani e, in generale, su una posizione anti-liberal contro le forze e le politiche progressiste nella società. Ecco: il WCF ha permesso alle destre europee di unire e di unirsi intorno a questi obiettivi fornendo tematiche, linguaggi e iconografie ideali”. Il Congresso, le reti che ne fanno parte e quelle ancora più ampie di cui il Congresso fa parte – l’International Organization for the Family (IOF), ad esempio – ha cioè un “prodotto” che le destre populiste europee e Putin in Russia tanto stavano cercando.
Dal 13° WCF svoltosi a Verona sono partite violente e sistematiche crociate contro l'indipendenza delle donne, l'aborto, il divorzio, le comunità LGBT*QIA+, i matrimoni fra persone dello stesso sesso e le adozioni da parte di genitori gay. Le teorie propugnate sono raccapriccianti come ad esempio quella di Željka Markić, fra le oratrici del WCF scaligero, promotrice del referendum che in Croazia ha introdotto la tutela costituzionale del matrimonio, la Markić sostiene che: “la lotta alla violenza domestica sia una minaccia alla famiglia tradizionale”. O come Dmitri Smirnov, arciprete, presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità, che considera la lotta alla violenza contro le donne contraria alla religione. Poi c'è Theresa Okafor, direttrice regionale africana del WCF che nel suo Paese, la Nigeria, ha sostenuto una legge contro gli omosessuali che sarebbero da condannare a morte...
In Italia i principali alleati del Wcf sono i movimenti Generazione Famiglia, Comitato Difendiamo I Nostri Figli e ProVita (organizzazioni che hanno promosso il Family Day), CitizenGO, fondazione con sede a Madrid che nel consiglio di amministrazione ha diversi membri influenti del WCF, mentre tra i partiti spiccano la Lega di Matteo Salvini e Forza Nuova. Alexey Komov rappresentante regionale del WCF in Russia, personaggio legato tra l’altro ad alcuni capitalisti che finanziano il Congresso WCF, nel 2013 era al Lingotto di Torino per festeggiare Matteo Salvini appena diventato segretario della Lega. Il portavoce di Pro Vita, Alessandro Fiore (presente al WCF di Verona), è figlio di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova presente al Congresso.
Da un'inchiesta del sito Opendemocracy, nell'ultimo decennio i “cristiani della destra americana legati a Donald Trump e Steve Bannon, insieme a una dozzina di altri gruppi americani, hanno riversato in Europa 'fondi opachi' per almeno 50 milioni di dollari” per finanziare politici, campagne e associazioni come quelle che hanno partecipato al congresso di Verona. L'inchiesta di Opendemocracy basandosi su l'analisi di oltre 990 documenti finanziari dei maggiori gruppi cristiano-conservatori americani ha fatto emergere come hanno pagato campagne e supportato cause legali che si opponevano a leggi antidiscriminatorie”, o finanziato “campagne 'dal basso' contro l'aborto in Italia e Spagna”. E ancora: “Molti di questi, inoltre hanno legami con il Congresso mondiale delle famiglie anti-LGBT” di Verona e “hanno chiari legami con l'amministrazione Trump, il Tea Party americano e i capitalisti russi”.
 

Il ruolo del governo nero Salvini-Di Maio
Non è quindi un caso che il WCF sia stato organizzato in Italia e che Salvini vi abbia partecipato intervenendo in prima persona e da leader come il nuovo Mussolini visto che la Lega è fra i partiti più attivi del International Organization for the Family la lobby reazionaria che fa capo al WCF.
A Verona si è sancito il congresso della famiglia fascista e patriarcale che è nel disegno del governo nero Salvini-Di Maio. Lo conferma il patrocinio offerto dal Ministero per la famiglia e la disabilità di cui è ministro l'omofobo, fascista e razzista Lorenzo Fontana, leghista e ex sindaco di Verona. In un primo momento sembrava addirittura che ci fosse il patrocinio della presidenza del consiglio, cosa smentita poi da Conte. Lo confermano le presenze attive alla convention del ministro all'istruzione Bussetti, nonché del senatore Pillon e della senatrice M5S Tiziana Drago. Ma soprattutto lo confermano le parole di Salvini che dal palco ha esaltato la triade mussoliniana “Dio, patria, famiglia” quando ha tuonato dal palco: “La crisi più pesante che stiamo vivendo in Italia sono le culle vuote, un paese che non fa figli muore”; o quando ha promesso riforma fiscale per premiare le famiglie numerose.
Come nel ventennio mussoliniano, Salvini con sempre più similitudini, dopo il militarismo e il razzismo lega a doppio filo il concetto antropologico fascista di rigenerare la popolazione italiana. E così attacca le famiglie gender poiché sono famiglie che non possono “procreare” sostenendo che combatterà tutto ciò che non è “naturale” come la “gestazione per altri”.
Appaiono vuote, demagogiche e inefficaci le polemiche di Di Maio sulla partecipazione e l'intervento di Salvini al WCF se si considera che comunque il M5S non ha fatto opposizione a nessuna legge o disegno di legge partoriti dal governo nero che avallano quella concezione fascista della famiglia e della donna come ad esempio la terra in concessione gratuita per 20 anni al terzo figlio o il ddl Pillon su separazioni e affido che ha come capisaldi i principi ispiratori antifemminili e anti divorzio del WCF.
 

La mobilitazione
Fin dalla sua proclamazione il congresso della famiglia fascista è stato osteggiato dai movimenti democratici e progressisti, in testa Non una di meno, che per contestare la tre giorni oscurantista hanno organizzato tre giorni di mobilitazione con la manifestazione nazionale del 30 marzo come epicentro della protesta.
Oltre 150 mila donne, uomini, ragazze e ragazzi, collettivi studenteschi, comitati LGBT*QIA+, hanno dato vita a un bellissimo corteo variopinto, combattivo e determinato. All'unisono hanno gridato contro il governo e i rappresentanti delle istituzioni regionali e comunali come il governatore del Veneto Zaia e il sindaco di Verona Sboarina che partecipavano al WCF. A Verona hanno manifestato contro l'imposizione della famiglia patriarcale e fascista. Migliaia di donne, uomini e persone omosessuali di tutte le età hanno rimarcato il forte NO alle concezioni oscurantiste e fasciste che stanno minando ad uno ad uno tutti i diritti sacrosanti delle donne come l'aborto e il divorzio e che sbarrano la strada ai diritti inalienabili alle coppie di fatto e alle persone omosessuali.
Per la prima volta nella storia delle manifestazioni organizzate da Non una di meno il 30 marzo si è visto in piazza la presenza importante di ANPI, CGIL, Arci e Libera questo ci fa sperare che in futuro possa essere possibile un forte e compatto fronte unito, che coinvolga anche i maggiori sindacati dei lavoratori per combattere e abbattere il governo fascista e razzista Salvini-Di Maio, che ha portato agli estremi la politica familista e mussoliniana dei governi precedenti e rilancia nel terzo millennio la triade mussoliniana: “Dio, patria e famiglia”.

3 aprile 2019