Si tratta di San Cataldo e Mistretta, e prima era toccato a Pachino
Sciolti tre comuni siciliani per infiltrazioni mafiose

 
Lo scorso 26 marzo il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento, a causa di pesanti infiltrazioni mafiose, dei due comuni di San Cataldo (in provincia di Caltanissetta) e di Mistretta (in provincia di Messina), accogliendo così le richieste provenienti dalle commissioni prefettizie che da alcuni mesi si erano insediate nei due centri siciliani, che saranno così governate da commissari straordinari per almeno un anno e mezzo.
San Cataldo e Mistretta sarebbero dovuti tornare a breve alle urne, per sostituire rispettivamente le amministrazioni guidate da Giampiero Modaffari e da Liborio Poracciolo, entrambi eletti con liste civiche, ma i tentativi della criminalità organizzata siciliana di condizionare le attività dei due comuni hanno costretto prima le competenti prefetture a ordinare le ispezioni e poi, successivamente, il governo a decretare lo scioglimento.
San Cataldo era oggetto di attenzione da parte della direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta sin dalla scorsa estate, quando l'inchiesta Pandora aveva portato alla luce una commistione di interessi nel settore dei rifiuti tra funzionari comunali, imprenditori e il maresciallo dei carabinieri Domenico Terenzio, in servizio presso la locale stazione dell'arma considerato quest'ultimo dai magistrati il vero e proprio referente della mafia nella cittadina siciliana: le indagini, iniziate nel 2016, avevano fatto emergere forti condizionamenti nella gestione del servizio affidato alla cooperativa Geo Agriturismo e all'impresa Ecolgest. Il maresciallo dei carabinieri, in base alla ricostruzione dei fatti operata dai magistrati, esercitava pressioni su tali aziende al fine di favorire l'assunzione di persone indicate dai clan, e contemporaneamente corrompeva, sempre per conto della mafia, gli impiegati dell'area tecnica comunale per garantire alle stesse ditte, per un periodo, il rinnovo senza gara d'appalto del servizio di raccolta dell'immondizia.
A Mistretta, invece, le infiltrazioni della mafia nell'amministrazione pubblica sono chiaramente emerse con l'inchiesta Concussio, conclusasi nella primavera scorsa, la quale ha messo in luce numerose estorsioni ai danni degli imprenditori locali da parte della criminalità organizzata. Tra gli arrestati figura il nome dell'ex consigliere comunale Vincenzo Tamburello, che chiedeva il pizzo per conto della famiglia mafiosa locale.
Ma il fenomeno dell'infiltrazione mafiosa nelle amministrazioni comunali è molto grave in Sicilia, come testimonia lo scioglimento, lo scorso 15 febbraio, del consiglio comunale di Pachino, in provincia di Siracusa, dove una indagine della competente commissione prefettizia, insediata nell’aprile dello scorso anno, ha fatto emergere pesanti ingerenze da parte della criminalità organizzata sul consiglio comunale di Pachino al fine di condizionare le delibere dell'ente a favore delle locali organizzazioni mafiose.
 

24 aprile 2019