Grandi manifestazioni in tutto il Paese per la Festa della Liberazione dal nazi-fascismo
Il popolo italiano tiene alta la bandiera del 25 Aprile
Smacco per il ducetto Salvini e per i provocatori fascisti. Il ducetto Di Maio anziché rendere omaggio ai partigiani, omaggia la Brigata ebraica contestata alla manifestazione di Milano al grido “Via i sionisti”. Contestata la Raggi a Roma. A Prato il questore denuncia l'ANPI che aveva fischiato lui e la prefetta e intonato canti partigiani. Chiavacci interviene a Rufina a nome dell'Anpi.
Il PMLI invita a buttare giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio

Questo 74° anniversario della Liberazione dal nazifascismo sarà ricordato senz'altro come uno dei più partecipati e combattivi ed esempio di indomabile spirito antifascista. Dalla Lombardia alla Sicilia, in centinaia di città e migliaia di piazze d'Italia, il popolo antifascista, democratico e progressista è sceso risolutamente in campo per celebrare ma anche difendere il 25 Aprile, raccogliendo la sfida e comprendendo perfettamente l'importanza della posta in gioco, in questo momento in cui è particolarmente grave l'attacco alla memoria della Resistenza, all'antifascismo e a questa stessa ricorrenza, la più importante e fondamentale della nostra storia, da parte dei nostalgici dichiarati di Mussolini ma anche e soprattutto dei fascisti mascherati del governo nero Salvini-Di Maio, i fascisti del XXI secolo che li incoraggiano e li proteggono.
Era stato lo stesso ducetto fascio-leghista Salvini a dare il La a Forza Nuova, CasaPound, Lealtà e azione e gli altri gruppi neofascisti, neonazisti, xenofobi e razzisti che oggi lo riconoscono come il loro vero capo politico, con le sue sprezzanti dichiarazioni che riducevano la festa della Liberazione ad un "derby tra comunisti e fascisti" e l'annuncio che non avrebbe partecipato alle celebrazioni, preferendo andare a Corleone ad inaugurare un commissariato di polizia.
A sua volta il ducetto Di Maio, mentre a parole cercava di distinguersi dal suo alleato "difendendo" la validità del 25 Aprile, dall'altra invece di rendere omaggio ai partigiani partecipando alla manifestazione dell'Anpi a Roma, ha preferito andare ad omaggiare la Brigata ebraica, che anche quest'anno ha fatto una manifestazione separata in contrapposizione a quella dell'Anpi accusata di essere filopalestinese.

Un preordinato crescendo di provocazioni fasciste
Incoraggiata da questi evidenti segnali del governo, subito si era scatenata la teppaglia neofascista, in un crescendo di provocazioni in tutto il Paese, all'immediata vigilia e perfino nella giornata stessa della Liberazione. A Milano, il 24 aprile nei pressi di piazzale Loreto, prima della partita Lazio-Milan, un gruppo di neofascisti camuffati sotto la sigla degli ultras "irriducibili" della Lazio dell'Inter hanno srotolato uno striscione inneggiante a Benito Mussolini, facendosi riprendere con saluti romani e grida di "presente". L'Anpi di Milano ha denunciato la provocazione come "uno sfregio vergognoso e intollerabile per Milano".
Nella stessa giornata del 25 Aprile, sempre a Milano, è stata incendiata una corona posta alla lapide che ricorda il partigiano Carlo Ciocca, nel quartiere Stadera. Nei cimiteri di Varese i fascisti di Do.Ra. hanno inscenato il loro squallido omaggio ai "martiri" della RSI. A Marsala sono comparse svastiche e croci celtiche sui muri di via D'Anna, a pochi passi da largo San Girolamo dove una lapide ricorda i partigiani marsalesi fucilati tra il '43 e il '45. A Scarlino, in provincia di Grosseto, è stata imbrattata una lapide del palazzo comunale in memoria del partigiano Flavio Agresti.
L'episodio più grave è avvenuto a Roma, dove i fascisti di Forza Nuova, capeggiati dal loro caporione nero Roberto Fiore, insieme a militanti di Comunità avanguardia (filiazione di Avanguardia Nazionale di Stefano delle Chiaie) si sono radunati in piazzale Clodio con bandiere della RSI, uno striscione "mai più antifascismo", e un altro inneggiante a Castellino e Nardulli, due militanti arrestati per l'aggressione ai giornalisti de "L'Espresso". Intanto nella notte era stata incendiata con una molotov una libreria nel quartiere Centocelle, punto di riferimento di antifascisti e giovani di sinistra del quartiere.

Sabotaggi e provocazioni anche dai sindaci del "centro-destra"
In parallelo alle provocazioni dei gruppi neofascisti, diversi sindaci della Lega e di Comuni governati dal "centro-destra", hanno cercato in vari modi di boicottare le manifestazioni o di trasformarle in celebrazioni patriottarde e perfino antipartigiane e anticomuniste. A Trieste il sindaco di “centro-destra” Roberto Di Piazza ha vietato ai partigiani di parlare dal palco delle celebrazioni alla Risiera di San Sabba. E l’Anpi ha scelto per protesta di disertare l’evento e fare un corteo separato insieme alla Cgil. Il sindaco di Genova, Bucci, eletto anche con i voti della Lega, voleva trasferire al chiuso del teatro Carlo Felice la manifestazione, ma ha dovuto rinunciare dopo un duro intervento dell'Anpi, e la manifestazione ha portato invece in piazza oltre 10 mila persone. La sindaca di Lentate sul Seveso, Laura Ferrari di Forza Italia, sposata con un parlamentare della Lega, ha cancellato la manifestazione perché "divisiva", sostituendola con la sola deposizione di una corona.
A Pistoia il sindaco di FdI, Alessandro Tomasi, non ha mai citato la Resistenza ed è stato interrotto dalla piazza che ha intonato "Bella ciao". Sempre in Toscana, il sindaco di Cascina (Pisa) e leader toscana della Lega Susanna Ceccardi, al centro lo scorso anno di una feroce polemica per una rievocazione storica con figuranti con divise da nazisti, nel suo intervento ha detto che la Resistenza comportò anche "terribili soprusi" dei partigiani. A Este, un comune in provincia di Padova, la sindaca Roberta Gallana (eletta nel giugno 2016 in un lista civica con Lega e Forza Italia) si è levata la fascia tricolore perché prima che iniziasse il suo discorso qualcuno tra il pubblico ha intonato "Bella ciao". Lo ha imitata anche il sindaco leghista di Marcon, Matteo Romanello. E si potrebbe continuare con altre decine di casi simili in tutta Italia.

Raccolta e vinta la sfida dei fascisti del XXI secolo
La risposta del popolo antifascista a questo vento di destra è stata forte, immediata e di massa, riempiendo quest'anno le piazze come non mai e rompendo dappertutto la gabbia istituzionale in cui negli ultimi anni il regime neofascista aveva cercato di imprigionare le celebrazioni del 25 Aprile per ridurlo, non essendo riuscito ad abolirlo, a una celebrazione di stampo retorico e patriottardo. Una degna risposta e un cocente smacco per il ducetto Salvini e i suoi protetti provocatori fascisti.
Dappertutto le manifestazioni hanno avuto un marcato carattere antifascista, anti stituzionale e antigovernativo, spesso con il canto di "Bella ciao" contrapposto apertamente al patriottardo inno nazionale e con contestazioni agli oratori istituzionali e soprattutto dei partiti al governo. Così è successo alla manifestazione di Roma, dove diverse iniziative si sono tenute nei vari quartieri e migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione dell'Anpi, ricordando la partigiana Tina Costa e intonando a "Bella ciao", e dove è stata contestata la sindaca Virginia Raggi quando è salita sul palco dell'Anpi.
E così è successo a Milano, dove si è svolta una grandiosa e combattiva manifestazione di 70 mila persone, mobilitate anche in risposta allo sfregio subito il giorno prima dai neofascisti ultras della Lazio, dove fra l'altro i reduci dei lager hanno sfilato applauditi al grido di "siamo tutti antifascisti" dai manifestanti con le bandiere palestinesi, che hanno invece contestato la provocatoria Brigata ebraica, con gli slogan "via i sionisti dal corteo" e "Israele Stato terrorista".
In risposta diretta alla provocazione di Salvini, che tenta di contrapporre lotta antifascista e lotta alla mafia, a Palermo Cgil, Anpi e Arci hanno organizzato un corteo dal Giardino Inglese a Piazza Verdi. A Monrleale è stata deposta una corona di fiori al monumento del partigiano Biagio Giordano, e nella stessa Corleone dalle 9 alle 13, in contemporanea con la visita strumentale ed elettoralistica di Salvini, Anpi e Cgil hanno tenuto un sit-in.
A Prato, dove la manifestazione ha visto la partecipazione di migliaia di antifascisti, ci sono stati fischi e contestazioni con richiesta di dimissioni alla prefetta Scialla, per aver permesso la manifestazione di Forza Nuova del 23 marzo scorso. Per tutta risposta il questore Cesareo ha inviato il giorno stesso un telex "urgente" al ministro Salvini per annunciargli di aver dato ordine di identificare e denunciare alla magistratura per "vilipendio della Repubblica" alcuni militanti dell'Anpi e altri manifestanti autori della contestazione. E questo in particolare perché i denunciati chiedevano "le dimissioni dei rappresentanti delle istituzioni", ma soprattutto intonavano canti "tipici della lotta partigiana": come se questa fosse una prova evidente di reato. La Cellula “Stalin” del PMLI, tramite un comunicato stampa, che pubblichiamo a parte, ha condannato la “gravissima e intimidatoria provocazione fascista della prefetta e del questore di Prato” ed espresso “piena e incondizionata solidarietà all'ANPI e a tutte le compagne e i compagni e i militanti di partiti e associazioni antifasciste”. Per le cronache delle manifestazioni rimandiamo alle pagine seguenti.

La parola d'ordine del PMLI centra il bersaglio
Il PMLI, che ha partecipato a diverse manifestazioni in varie parti d'Italia dove è presente, le cui cronache dettagliate sono pubblicate a parte, si è mosso in mezzo al popolo antifascista come un pesce nell'acqua, con le sue bandiere rosse con la falce e martello e l'effige di Mao a colorare di rosso le piazze e con i volantini e i cartelli con la parola d'ordine "Liberiamo l'Italia dai fascisti del XXI secolo per il socialismo e il proletariato al potere", molto apprezzati dagli antifascisti, per l'unicità e la chiarezza del messaggio di buttare giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio che trasmettevano. A Rufina, in provincia di Firenze, per il decennale della fondazione della locale sezione dell'Anpi e insieme di celebrazione del 25 Aprile, il compagno Enrico Chiavacci ha tenuto a nome dell'Anpi, di cui è il vice presidente, un forte e militante discorso di saluto ai partecipanti, che pubblichiamo a parte.
Nonostante le insegne e cartelli del PMLI spiccassero nettamente nelle piazze e siano stati super ripresi e super fotografati, i media hanno cercato come sempre in tutti i modi di ignorarci. il Tg5 berlusconiano ha dato invece ampio risalto alla partecipazione del PC alla manifestazione di Roma. Ha persino intervistato il suo leader Marco Rizzo, beniamino "comunista" di Mediaset, nonché de "Il Giornale", "Libero" e dei siti di destra. Come ieri lo era Fausto Bertinotti, che svolgeva la stessa funzione di Rizzo: quella di imbrigliare e attirare nel pantano i sinceri comunisti. Secondo quanto ha insegnato loro il super imbroglione Cossutta.
Il PMLI e il suo Segretario generale compagno Giovanni Scuderi invece vengono regolarmente ignorati dai media della destra e della "sinistra" borghesi. Addirittura "La Nazione" di Firenze, pur avendo sotto gli occhi le bandiere e il cartello del PMLI in piazza della Signoria. tramite la penna di Paola Fichera ha avuto la sfacciataggine di scrivere che "nessun simbolo di partito era presente in piazza".
Questo diverso e calcolato atteggiamento dei media conferma che la classe dominante borghese ha tutto l'interesse a propagandare e far crescere i falsi partiti comunisti e a non far conoscere alle masse il vero partito comunista, il PMLI. Il partito che sta partecipando, dando il suo fattivo contributo e la sua opera di orientamento attivo alla battaglia per liberare l'Italia dai fascisti del XXI secolo nella convinzione che occorre buttare buttare giù dalla piazza il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio prima che possa fare ulteriori danni al nostro martoriato popolo.
Spazzato via il nero governo Salvini-Di Maio, i marxisti-leninisti andranno fino in fondo sulla via dell'Ottobre per la conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato, chiave di volta per liquidare per sempre il fascismo vecchio e nuovo dal nostro Paese.
 
 
 
 
 
 
 

30 aprile 2019