In provincia di Milano
Incendiata statua della staffetta partigiana

 
Alla vigilia del 25 aprile una grave profanazione della Resistenza si è verificata vicino a Milano: la statua dedicata alla staffetta partigiana Giulia Lombardi, trucidata a 22 anni da una squadraccia repubblichina nel 1944, è stata infatti parzialmente incendiata nella notte tra il 21 e il 22 aprile scorso a Vighignolo, un piccolo centro della Città metropolitana di Milano. Il monumento, opera dello scultore Matteo Viola scolpita in legno di noce, era stato solennemente inaugurato lo scorso 14 aprile dalle sezioni ANPI di Cornaredo e Settimo Milanese alla presenza dei sindaci delle due cittadine.
Roberto Cenati, presidente dell'ANPI provinciale di Milano, ha condannato l'ignobile gesto affermando che “questo ennesimo atto provocatorio si inquadra nelle sempre più inquietanti e diffuse manifestazioni e iniziative neofasciste che offendono la memoria di chi ha sacrificato la propria giovane vita per la libertà di tutti noi “, aggiungendo che “non è più tollerabile che episodi così profondamente oltraggiosi nei confronti dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana si ripetano a Milano e nei comuni della città metropolitana “.
L’indignazione per la vile profanazione del simbolo della Resistenza si è diffusa in tutta la provincia di Milano e poi in tutta la Lombardia, tanto da spingere la senatrice a vita milanese Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz a scrivere su Twitter che “bisogna stare guardiani anche per le piccole cose. Speriamo che Beppe Sala e tutto il Comune lavori per ripristinarla “.
Il Partito marxista-leninista italiano e il suo organo Il Bolscevico si associano alla condanna di questo vigliacco gesto fascista. Anche se le indagini giudiziarie sono già partite per cercare i responsabili, non possono esserci dubbi sulla matrice politica fascista di tale gesto, perché i fascisti, protetti dal governo nero, si sentono ora con le spalle coperte e scorrazzano liberamente nel Paese attaccando e colpendo ogni simbolo della Resistenza. L'attentato è ancora più grave se si riflette sulla commovente storia che ha visto protagonista la giovane staffetta partigiana Giulia Lombardi.
Nata a Vighignolo il 22 agosto 1922 da una povera famiglia contadina, Giulia, che collaborava con la Resistenza come staffetta, la mattina del 26 maggio 1944 andava a piedi a lavorare alla filanda Maim di Cornaredo, vicino a Milano, a braccetto con tre amiche quando, poco prima di entrare in fabbrica fu colpita alla nuca da un proiettile proveniente da una squadraccia fascista appartenente alla Guardia Nazionale Repubblicana, che subito dopo il fatto di dileguò.
La giovane Giulia, che morì immediatamente, non aveva ancora compiuto 22 anni e invano i suoi famigliari cercarono il responsabile dopo la fine della guerra.
Anche se il responsabile materiale dell'omicidio non fu mai individuato, il fatto che di quelle quattro ragazze fu colpita proprio quella che collaborava attivamente con la Resistenza non lascia dubbi sul movente politico dell'efferato gesto, che deve essere considerato come uno dei tanti crimini nazifascisti che hanno insanguinato il nostro Paese, provocando milioni di morti.
Tra questi milioni di morti c'era anche la giovane Giulia, e noi, nel condannare l'infame gesto profanatorio, vogliamo ricordarla con gratitudine.
 
 

30 aprile 2019