Sfilano in tanti: “Il tempo è scaduto cambiamo Taranto”
Moltissimi giovani. In corteo delegazioni ambientaliste da tutta Italia

Il 4 maggio migliaia di manifestanti provenienti da varie parti d'Italia sono sfilati in corteo a Taranto al grido di “Il tempo è scaduto cambiamo Taranto...Vogliamo Vivere”.
La manifestazione lanciata dall’assemblea “Taranto libera” e da diverse associazione fra cui “Liberiamo Taranto” e “Tamburi combattenti”, rappresenta la terza tappa di una protesta nazionale iniziata a Torino a dicembre e passato per la manifestazione di Roma del 23 marzo per rivendicare il diritto al lavoro e alla salute.
La manifestazione è stata caratterizzata da una grande partecipazione di giovani e studenti che hanno denunciato come il modello economico capitalista oltre al diritto alla salute sta negando anche il diritto allo studio, in una città dove l’Università è ridotta ai minimi termini e che nei giorni di vento chiude le scuole a causa delle polveri nocive prodotte dall’acciaieria.
“Il nostro futuro non può essere quello di andarcene e il lavoro non può essere solo Ilva, Eni e Marina Militare” ha ribadito dagli altoparlanti una rappresentante delle organizzazioni studentesche presenti.
Quando il corteo giunge davanti ai cancelli dell'Ilva, un ex operaio in cassa integrazione urla “Sono i lavoratori quelli che pagano di più, i sindacati che hanno firmato l’accordo ci hanno distrutto” mentre una parte dei manifestanti tenta di scavalcare le barriere e lancia alcuni oggetti verso lo stabilimento e le forze di polizia e carabinieri schierate in assetto antisommossa a difesa dello stabilimento.
Ad animare la manifestazione c’erano anche le rappresentanze di tanti territori da tutta Italia, dalla Val di Susa alla Val D’Agri, dal Veneto delle grandi navi alle Terre dei Fuochi campane, ma anche Bagnoli e Cremona, Avellino e Brindisi: tutti a dire che il tempo è scaduto non solo per Taranto, ma per tutti quei luoghi in cui ambiente e salute vengono sacrificati in nome del massimo profitto capitalista.
La manifestazione si è conclusa con una sorta di assemblea pubblica e un appello a scendere di nuovo in piazza in occasione dell’assemblea nazionale dei “Movimenti per il Clima e contro le Grandi Opere Inutili” che si terrà a Roma il 18 maggio, e in occasione dello “Sciopero per il Clima dei Friday for Future” che si terrà il 24 maggio.

8 maggio 2019