Sulle elezioni comunali in Calabria
A Vibo il PD alleato con i fascisti

 
Il 26 maggio si svolgono le elezioni amministrative in 137 comuni su 404 in Calabria, erano 409 in totale prima della soppressione e dell'accorpamento dei comuni che oggi costituiscono il comune unico di Casali del Manco e quello di Corigliano-Rossano in provincia di Cosenza.
Le elettrici e gli elettori calabresi chiamati al voto per le europee e le amministrative vivono sulla propria pelle una situazione economica e sociale spaventosa, la Calabria è la regione più povera d'Italia e d'Europa, aggravate dalla nefasta azione di governo del filomafioso e inquisito governatore regionale del PD Mario ''palla-palla'' Oliverio e dalla sua giunta regionale borghese, neofascista e filomafiosa e dalle giunte comunali della destra e della ''sinistra'' borghese dei vari comuni.
Cinque di questi comuni superano i 15mila abitanti: Vibo Valentia, Corigliano-Rossano, Montalto Uffugo, Rende, Gioia Tauro.
Vibo Valentia
34.133 abitanti, è l'unico capoluogo di provincia al voto, si tengono le amministrative anticipate per effetto delle dimissioni in massa di ben 27 consiglieri comunali su 32, che hanno determinato la caduta della fallimentare giunta di destra del sindaco uscente, l'ex magistrato Elio Costa, al quale è subentrato il commissario straordinario Giuseppe Guetta.
Quattro i candidati sindaco, sostenuti da 16 liste e da un esercito di ben 446 candidati al consiglio comunale.
Maria Limardo, ex consigliere e assessore comunale ex An, Pdl, Fli è la candidata del 'centro-destra', sostenuta da Fi, FdI, Udc e da alcuni rottami ex PD.
Fresca di candidatura ha pensato bene di accogliere nella sede vibonese del partito fascista della Meloni il candidato alle europee di FdI Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipote del criminale duce, con tanto di saluto romano. Insomma una fascista doc, come lo sono molti dei candidati al consiglio comunale nelle sue liste.
Il PD si è alleato a Vibo con i ''sovranisti'' del fascista e condannato ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, candidando il presidente uscente del consiglio comunale Stefano Luciano. Questa vergognosa alleanza la dice lunga anche a Vibo sul finto antifascismo dei vertici del PD locali e nazionali e più in generale sull'immondo trasversalismo e trasformismo neofascista che rende difficile, specie in Calabria, comprendere dove inizia la destra e finisce la ''sinistra'' borghese e viceversa.
Il M5S del ducetto Di Maio candida a sindaco Domenico Santoro e si prepara, complice l'astensionismo, all'ennesimo crollo elettorale rispetto alle politiche del 4 marzo 2018.
Il movimento ''Fare con Tosi'' dell'ex sindaco leghista di Verona Flavio Tosi candida l'imprenditore Francesco Belso.
Corigliano-Rossano (Cosenza)
Si vota per le amministrative per la prima volta perché il comune unificato è nato il 31 marzo 2018 dall'accorpamento tra il comune di Corigliano Calabro e quello di Rossano, scelta sciagurata questa che riduce gli spazi di democrazia borghese e rende più difficile il controllo degli eletti da parte delle masse.
Il territorio del comune è il più esteso della Calabria, con oltre 77mila abitanti è il terzo comune della regione dopo Reggio Calabria e Catanzaro ed è dunque più esteso e più popoloso anche del capoluogo Cosenza.
Sono tre i candidati a sindaco, sostenuti da ben 28 liste per il consiglio comunale, escluso il M5S per irregolarità nella presentazione della lista in appoggio al candidato Claudio Fiorentino.
Candidato del ''centro-destra'' e appoggiato da 13 liste tra le quali la Lega e FdI è Giuseppe Graziano detto ''il generale'', ex consigliere regionale eletto nel 2014 con la lista “Casa delle libertà”, decaduto dal consiglio regionale perché non ancora in congedo da ufficiale del Corpo Forestale al tempo della presentazione della candidatura, oggi leader della micro lista ''Il coraggio di cambiare l'Italia''. Fra i principali responsabili dello sciagurato accorpamento dei due comuni, trasformista e filomafioso da manuale (come tutta la sua famiglia) sostiene in vari comuni calabresi sindaci di destra come di ''sinistra''.
Dalle dichiarazioni di tale Antonio Ferrante e da un esposto presentato alla procura di Castrovillari risulta che Graziano, ai tempi in cui era a ''sinistra'' con il governatore Loiero alla regione, avrebbe incassato tangenti frutto di autorizzazioni date per impianti fotovoltaici, impianti eolici, discariche, depuratori. Non solo, sarebbe stato vicinissimo a diverse famiglie mafiose, che avrebbe favorito, in cambio di denaro o pacchetti di voti, come gli Sgromo-Speziali e gli Acri-Morfò, fra l'altro in combutta nell'ambito del business legato alla gestione ed al taglio dei boschi con Carmine Greco, maresciallo della Forestale oggi in carcere, il quale minaccia di rivelare altre vicende riguardanti il ''generale''.
Le sue liste sono piene di riciclati e voltagabbana passati per decine di partiti, il suo programma elettorale è tutto volto alla cementificazione in odor di 'ndrangheta di un territorio già martoriato.
Gino Promenzio, esponente del PD locale, ma non riconosciuto ufficialmente dal suo partito, oggi commissariato, è il candidato di 8 liste che si spacciano per ''civiche'' e ''popolari'' che sono riconducibili, per bocca dello stesso Promenzio a Forza Nuova, FI, ex AN, l'ex sindaco fascista di Rossano Geppino Caputo, l'ex sindaca di Corigliano Pasqualina Straface, responsabile dello scioglimento per mafia del comune e così via, così come alla ''sinistra'' borghese, con tanto di spaccature e guerre sui giornali tra SI di Fratoianni, che appoggia Promenzio (sic!) e ciò che resta del PRC locale che si tira fuori dall'alleanza (appena in tempo?).
Insomma un'altra accozzaglia elettorale, borghese, neofascista, trasversale e fiomafiosa.
Con 5 liste a sostegno è candidato a sindaco Flavio Stasi, candidato anch'esso ''civico'' ma in una variante più di ''sinistra'' e ''movimentista'', data la sua provenienza dalle lotte antindrangheta e studentesche all'Unical quando studiava ingegneria. Tutte chiacchiere di facciata ovviamente, perché fra i suoi sostenitori occulti sembra esserci addirittura l'ex sindaco e mazziere fascista di Corigliano Giuseppe Geraci, fra quelli palesi alcuni giovani di FdI della Meloni, i quali ''orgogliosamente di destra'' e inneggianti vergognosamente al criminale di guerra, il generale Rodolfo Graziani, in contrapposizione al ''generale'' Graziano, voteranno apertamente per Stasi.
Rende (Cosenza).
35.708 abitanti, le forze politiche borghesi presentano un esercito di ben 9 candidati a sindaco, sostenuti da 20 liste contenenti oltre 600 candidati a consigliere.
Il sindaco uscente Marcello Manna (eletto con la destra, oggi in consiglio comunale sostenuto dalla ''sinistra'') che si traveste da ''civico'' non sapendo neanche lui più che etichetta politica formale darsi, dato il suo trasversalismo e trasformismo, ripropone le scellerate e fallimentari scelte amministrative della sua giunta, prima fra tutte il rilancio della scellerata Metro leggera di Cosenza, da ben 160 milioni di euro,la cui costruzione coinvolge anche Rende, la quale è al centro di un filone d'inchiesta della magistratura.
I ''riformisti'' ripresentano il vecchio rottame socialista Sandro Principe, esponente di una dinastia politica iniziata dal padre Francesco ''cecchino'' Principe. Sandro, da sempre al centro di infinite vicende giudiziarie che puzzano di mafia (attualmente quella riguardante il ''sistema Rende''), è stato sindaco di Rende, deputato e sottosegretario al lavoro con Amato e Ciampi, poi assessore regionale con Agazio Loiero, quindi consigliere regionale fino al 2014, quando viene escluso dalle liste regionali da Oliverio.
La Lega del ducetto Salvini (in Calabria legata a soggetti come il fascista e carcerato ex governatore Scopelliti e fascisti e mafiosi di ogni risma) candida l'avvocato Sergio Scalfari.
Domenico Miceli è il candidato del Movimento 5 stelle.
C’è poi Sergio Tursi Prato, uomo del ''generale'' Graziano, Massimiliano De Rose con la coalizione “Open politica aperta” ,Mimmo Talarico sostenuto da una coalizione di liste ''civiche'', molto vicino ai Principe in passato oggi è con i fratelli trasformisti e fliomafiosi Antonio e Pino Gentile, Eleonora Cafiero con il Movimento Noi Rete Umana, movimento ultracattolico di Rende e Francesco Tenuta per il Partito Socialista che corre da solo.
Insomma nonostante le terribili condizioni di vita, lavoro, studio e salute delle masse, i politicanti borghesi invece di andare a nascondersi, continuano a lucrare sulle spalle del martoriato popolo calabrese al servizio della borghesia e della 'ndrangheta, in lotta per un posto nelle marce e irriformabili istituzioni del regime neofascista.

La proposta astensionista del PMLI
L'unico voto rosso e di sinistra contro tutto questo schifo è il voto dato al PMLI e al socialismo attraverso l'astensionismo (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco), innescando la lotta di classe fuori dalle marce e irriformabili istituzioni rappresentative borghesi in camicia nera, creando un ampio fronte unito per il miglioramento delle condizioni di vita, lavoro, studio e salute delle masse e contro l'imperialismo.
Lottiamo per il lavoro stabile, a tempo pieno a salario intero e sindacalmente tutelato per tutti i lavoratori e i disoccupati.
Per la sanità pubblica, gratuita, universale, controllata e cogestita dai lavoratori del settore, dalla popolazione e dai pazienti, che si avvalga di strutture capillari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale e sia finanziata tramite la fiscalità generale.
Per scuole e università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti.
Per liquidare l'Ue imperialista (che non si può riformare e va distrutta cominciando a tirarne fuori l'Italia) e per la realizzazione di ogni bisogno popolare e progressista.
Lottiamo per il lavoro, lo sviluppo, l'industrializzazione della Calabria e dell'intero Meridione, facendo fronte unito contro le mafie.
Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo basate sulla democrazia diretta e a carattere permanente: le Assemblee popolari e i Comitati popolari.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
La madre di tutte le questioni è la conquista del potere politico da parte del proletariato, seguendo la via della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre.
Il socialismo autentico, quello teorizzato e realizzato da Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, tappa intermedia per la realizzazione del comunismo, è infatti l'unica alternativa al capitalismo arrivato al suo stadio ultimo, l'imperialismo.
Per raggiungerlo è necessario realizzare l'obiettivo strategico a medio termine sul quale è concentrato tutto il PMLI: l'acquisizione di un corpo da Gigante Rosso (la testa è già rossa e forte), condizione indispensabile perché il Partito possa svolgere in pieno il suo ruolo d'avanguardia della classe operaia e farle acquisire coscienza di essere una classe per sé (e non solo in sé) e consentire la completa vittoria del socialismo sul capitalismo, impedendo poi la restaurazione del capitalismo, come avvenuto nell'URSS nel 1956 e nella RPC dopo la morte di Mao, prendendo a modello la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese ideata e diretta da Mao che fu determinante per la nascita del PMLI 42 anni fa, il 9 Aprile del 1977, data in cui si è aperta la terza fase della lotta di classe in Italia dopo la prima dominata dal PSI e la seconda dal PCI.
Alle elezioni comunali del 26 maggio in Calabria vota il PMLI astenendoti!
Creiamo le Assemblee popolari e i Comitati popolari!
Contro il capitalismo e i suoi governi locali e nazionali della destra e della 'sinistra' borghese!
Buttiamo giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio!
Per la Calabria governata dal popolo e al servizio del popolo!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!

15 maggio 2019