Discorso integrale di Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna, per il 201° Anniversario della nascista di Marx davanti al suo monumento a Riccione
Gli insegnamenti di Marx non possono non ispirare la nostra vita marxista-leninista, il nostro impegno a dare al Partito un corpo da Gigante Rosso e a risvegliare il proletariato alla lotta rivoluzionaria

Care compagne e cari compagni,
anche quest’anno il PMLI.Emilia-Romagna rende onore al grande Maestro del proletariato internazionale Karl Marx dinnanzi al suo busto qui nel giardino della biblioteca comunale di Riccione dove si trova dal 2003.
Nella nostra Regione sono presenti 2 busti raffiguranti due dei nostri cinque Maestri, questo, e quello di Lenin nell’omonima piazza di Cavriago a Reggio Emilia, dove teniamo ogni anno partecipate commemorazioni pubbliche nel mese di gennaio in occasione dell’Anniversario della sua scomparsa. Queste iniziative sono per noi marxisti-leninisti l’occasione per rendere omaggio ai nostri Maestri, ma anche per far conoscere la loro vita e loro azione, per divulgare il loro pensiero e la loro opera, affinché le masse lavoratrici e popolari, e in particolare il proletariato e i giovani ne prendano esempio e unendosi sotto le rosse bandiere del PMLI marcino risoluti contro il capitalismo e l’imperialismo per il socialismo.
Perché c’è tanto, tantissimo, da apprendere da Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Essi sono una fonte inesauribile di insegnamenti che non si circoscrivono alle loro esperienze storiche, nazionali e particolari, bensì hanno un valore generale, internazionale, e storico nel senso che possono e devono essere applicati in tutti i Paesi del mondo in base alle proprie condizioni particolari, ma senza che siano revisionati e snaturati, anzi, tutti i principi fondamentali, e molti degli aspetti particolari, possono e devono essere riprodotti e applicati dialetticamente ovunque e finché esisteranno il capitalismo e l'imperialismo.
Marx ed Engels hanno insegnato ai comunisti di tutti i paesi che il loro scopo è quello di abbattere il capitalismo e realizzare il socialismo abolendo le classi e la società divisa in classi per poter porre fine a ogni sfruttamento e oppressione, ai conflitti di classe, alle guerre, alle disuguaglianze sociali e di genere, alle disparità territoriali, al razzismo.
Lenin, Stalin e Mao l’hanno non solo confermato, sviluppandone la spiegazione in base alla realtà nazionale e internazionale di allora, ma anche messo in pratica facendo tabula rasa del capitalismo ed edificando il socialismo nei rispettivi paesi. Sempre ispirandosi e basandosi sulla lotta di classe per il socialismo, sulla necessità della rivoluzione violenta, della distruzione dello Stato borghese e della dittatura del proletariato. Rifiutare anche uno solo di questi elementi essenziali del marxismo significa infatti tradirlo ed essere passati armi e bagagli nel campo della borghesia.
Tutta la vita e la battaglia politica di Marx hanno avuto al centro uno scopo ben preciso: dare al proletariato la coscienza di essere la classe più rivoluzionaria della storia dell'umanità ed una organizzazione partitica corrispondente al suo compito storico, quello di abbattere il capitalismo e lo Stato borghese con la rivoluzione socialista, conquistare il potere politico per emancipare se stesso e l'intera umanità dal millenario sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dalla divisione in classi. A tal fine Marx ha svolto una lotta titanica per smascherare e sconfiggere sia le concezioni borghesi dei revisionisti, dei riformisti e dei pacifisti, sia quelle piccolo-borghesi settarie e avventuristiche, basandosi sempre sull'analisi concreta della situazione concreta.
In tutta la sua sterminata e grandiosa opera emerge naturalmente il “Manifesto del Partito Comunista”, scritto assieme ad Engels e stampato a Londra nel febbraio del 1848, quello che più di ogni altro, rileggendo la storia dell’intera umanità da un punto di vista assolutamente inedito, quello del proletariato, con una dirompente carica rivoluzionaria ha squarciato le tenebre che ottundevano le coscienze degli sfruttati e degli oppressi tracciando in maniera netta la strada da seguire per l’emancipazione e segnando di fatto la nascita del movimento operaio organizzato.
Ma l’opera di Marx non si è limitata a questo, egli ha contribuito in maniera determinante anche alla sua crescita e sviluppo a livello internazionale, e non possiamo non ricordarne brevemente le tappe nel 100° Anniversario della fondazione della gloriosa Terza Internazionale di Lenin e Stalin, che cade proprio quest’anno.
Era il 1847 quando Marx entrò assieme ad altri amici politici nella "Lega dei Comunisti", società segreta già esistente da molti anni ma che fino allora aveva più o meno avuto il carattere d'una setta di congiurati, trasformandola in una organizzazione di propaganda comunista, segreta per necessità, nella prima organizzazione del Partito socialdemocratico tedesco. La “Lega dei Comunisti” era presente ovunque vi fossero associazioni di operai tedeschi, accogliendo tra i suoi membri anche operai di altre nazionalità e organizzando a Londra delle assemblee operaie internazionali.
Fu proprio per redigere un testo che raccogliesse e rendesse pubblici i principi del partito che Marx ed Engels diedero vita al "Manifesto del Partito Comunista".
Questo fu il preludio alla costituzione dell’Associazione internazionale degli Operai, la Prima Internazionale, fondata il 28 settembre 1864 a Londra, grazie alla diffusione e alla forza che il movimento operaio acquisì nel frattempo in molti Paesi europei, e nella quale Marx non potè che assumerne da subito e sino al Congresso dell’Aja un ruolo centrale e decisivo, redigendo tra l’altro quasi tutti i documenti pubblicati dal Consiglio generale dell'Internazionale, dall'Indirizzo inaugurale e il Programma del 1864 sino all'Indirizzo sulla guerra civile in Francia nel 1871.
Fu dopo la caduta della gloriosa Comune di Parigi, e di fronte all’impossibilità di soddisfare, a causa della reazione generale, le maggiori esigenze che gli si ponevano, e di continuare in pieno la propria attività che con il Congresso dell’Aja del 1872 l'Internazionale si ritirò temporaneamente dalla scena trasferendo il Consiglio generale in America, mettendo fine anche alla battaglia nella quale nel corso degli anni Marx aveva sconfitto e smascherato politicamente gli anarchici, i socialisti liberali e quelli utopici.
Non si ruppero però certamente gli stretti rapporti esistenti tra i partiti operai socialisti dei diversi paesi, e Marx ebbe così la possibilità di riprendere i suoi lavori di carattere teorico, in particolare per quel che riguarda il “Capitale”.
La Prima Internazionale gettò quindi le basi ideologiche ed organizzative per lo sviluppo del movimento comunista internazionale e marcò le posizioni del marxismo rispetto all’anarchismo, il socialismo utopistico e pre-marxista e il blanquismo.
Il 14 luglio 1889 segna invece l’anno in cui il Congresso internazionale socialista di Parigi sanciva la fondazione della Seconda Internazionale, che ha operato in un’epoca di sviluppo particolarmente tranquillo e pacifico del capitalismo, un'epoca senza grandi rivoluzioni, in cui il movimento operaio, consolidatosi e giunto a maturità in una serie di paesi, venne poi tradito dai propri dirigenti, nel frattempo abituatisi all'epoca pacifica, quando allo scoppio della guerra nel 1914, una guerra fra i capitalisti per la spartizione dei profitti e per il dominio sui popoli piccoli e deboli, questi socialisti passarono dalla parte dei loro governi, portando le contraddizioni tra i marxisti, guidati da Engels fino alla sua scomparsa nel 1895 e successivamente da Lenin, e i revisionisti, capeggiati da Bernstein e Kautsky con le loro teorie riformiste e parlamentariste, ad un livello insanabile con la scelta interventista dei revisionisti e opportunisti a difesa degli interessi nazionali borghesi delle rispettive alleanze imperialistiche, facendo cadere definitivamente la maschera al revisionismo che si dimostrò per quello che in realtà è: parte integrante del sistema borghese imperialistico e suo strumento principale di divisione e di scissione del proletariato.
La prima guerra mondiale e la scelta di campo dei revisionisti portarono quindi al crollo vergognoso della II Internazionale.
Fondata sotto l’influenza di Engels essa sviluppò in estensione il movimento comunista internazionale ma ne abbassò il livello rivoluzionario. L’opportunismo e la socialdemocrazia dopo la morte di Engels presero il sopravvento, in coincidenza del periodo di relativa calma che attraversava il mondo e che la lotta era concentrata per lo più sul piano parlamentare.
Lenin si eresse a difesa del marxismo e combatté apertamente contro i revisionisti che dichiaravano che il marxismo era “incompleto” e “superato”. In particolare egli li attaccò duramente alle Conferenze di Stoccarda e Copenaghen per le loro posizioni socialscioviniste, poco prima della prima guerra mondiale.
L'azione di Lenin, l'affermarsi della Grande Rivoluzione socialista d'Ottobre in Russia e l'affermarsi del marxismo-leninismo in seno al proletariato internazionale, permisero ad esso di continuare sulla strada gloriosa tracciata da Marx ed Engels, dando vita alla III Internazionale, l'Internazionale comunista, fondata il 2 marzo del 1919 a Mosca, con lo scopo di instaurare il potere sovietico in tutti i paesi.
Lenin indicò che “l’importanza storica mondiale della III Internazionale, dell’Internazionale comunista, sta nell’aver cominciato a tradurre in pratica la più grande parola d’ordine di Marx, la parola d’ordine che riassume il secolare sviluppo del socialismo e del movimento operaio, la parola d’ordine che si esprime nel concetto di dittatura del proletariato”.
La Terza Internazionale, il cui centenario è stato celebrato dal Comitato centrale del PMLI con l'importante documento dal titolo “Viva la Terza Internazionale”, costituisce un’esperienza storica fondamentale per quanto riguarda la costruzione del Partito del proletariato, la lotta contro il capitalismo e per il socialismo, la lotta contro il revisionismo di destra e di “sinistra”. Fu Lenin il più tenace e convinto assertore nella necessità dell’Internazionale Comunista, colui che la ideò e la costruì dando ad essa le fondamentali basi teoriche, l’indirizzo ideologico ed i principi organizzativi di cui necessitava e garantendone la direzione politica fino a quando le sue forze e la sua salute fisica glielo consentirono.
Fu allora Stalin, suo allievo e successore alla guida del Partito e dello Stato sovietici, a rivestire un ruolo fondamentale e insostituibile nella direzione dell’Internazionale comunista dal 1925 sino al suo scioglimento l’8 giugno 1943, resosi necessario in quel momento in particolare dalle condizioni della guerra al nazifascismo, alla quale seguì nel 1947 la nascita del Cominform, l’Ufficio d’informazione dei partiti comunisti e operai, sciolta nel 1956 dopo la morte di Stalin e il XX Congresso del PCUS.
Alle prime 3 fasi della storia del movimento comunista internazionale, segnate dalla I Internazionale (1864-1876), dalla II Internazionale (1889-1914) e dalla III Internazionale (1919-1943) sino al XX Congresso del Pcus, seguì la quarta fase, inaugurata da Mao con la lotta contro il revisionismo moderno, nel corso della quale egli ha fatto il bilancio storico della dittatura del proletariato, elaborato la grande teoria della continuazione della rivoluzione nelle condizioni della dittatura del proletariato, lanciato, diretto e condotto alla vittoria la Grande rivoluzione culturale proletaria in Cina che è l’applicazione concreta di questa nuova teoria marxista-leninista, indica i lineamenti di fondo della linea generale del movimento comunista internazionale, ristabilisce la verità marxista sulle menzogne e le falsificazioni revisioniste, rianima i comunisti di tutta la Terra, incoraggia il proletariato dei paesi capitalisti e revisionisti a intraprendere lotte rivoluzionarie per la propria emancipazione, sollecita i popoli e le nazioni oppresse a gettarsi coraggiosamente nelle fiamme della guerra popolare per la liberazione nazionale.
La storia del movimento comunista internazionale affonda quindi profondamente le proprie radici nel marxismo, che gli ha dato vita e gambe, passando per Lenin e Stalin fino a Mao e ai partiti autenticamente marxisti-leninisti e si ricongiunge direttamente al PMLI.
Come ha affermato il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, “Noi siamo in Italia i pionieri della rivoluzione socialista come Marx lo fu per la rivoluzione mondiale”.
Il PMLI auspica e lavora affinché nel prossimo futuro possa costituirsi una nuova organizzazione proletaria e rivoluzionaria, l’Internazionale marxista-leninista, sulla base di un bilancio sistematico dell’esperienza della III Internazionale e delle successive esperienze organizzative, getti le fondamenta, e ne stabilisca la linea, della nuova unione dei Partiti autenticamente marxisti-leninisti, ma ci vorrà del tempo, ancora devono maturare le coscienze, le condizioni e i tempi, occorre che i partiti dei vari paesi che si richiamano al marxismo-leninismo-pensiero di Mao operino effettivamente sulla base di questa grande e invincibile teoria e si liberino da ogni influenza del revisionismo di destra e di “sinistra”, ma è un’esigenza storica la quale prima o poi dovrà trovare applicazione, un compito storico di tutti i marxisti-leninisti del mondo che non può essere eluso.
In Italia il PMLI è l’unico Partito che non ha rinnegato la causa del socialismo e che nel suo Programma accoglie integralmente gli insegnamenti di Marx: dare una coscienza di classe al proletariato, e guidarlo ad abbattere il dominio della borghesia e conquistare il potere politico, instaurare la dittatura del proletariato, distruggere il capitalismo e instaurare il socialismo.
L’esempio dell’eccezionale vita e degli insegnamenti rivoluzionari di Marx non possono non ispirare la nostra vita marxista-leninista, non possono non ispirare il nostro impegno a dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso e a risvegliare il proletariato alla lotta rivoluzionaria. Applicare gli insegnamenti di Marx per noi marxisti-leninisti significa acquisire e trasmettere alle masse la concezione proletaria del mondo, per liberarci completamente e totalmente dalla ideologia, dalla cultura, dalla morale, dalla politica e dalla pratica sociale borghesi, rivoluzionarizzando la propria mentalità, coscienza, modo di pensare, di vivere e di agire, per dare dei contributi rilevanti e importanti per aprire la strada per l’avvento dell’Italia unita, rossa e socialista.
In particolare oggi che dobbiamo batterci contro il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio, che per composizione, ideologia e programma gronda di fascismo, razzismo, xenofobia, omofobia e oscurantismo. Un governo del fascismo del XXI secolo, che fa scempio della Costituzione del '48 e rafforza la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista, che tra i suoi primi atti ha visto l'approvazione del decreto Salvini sulla sicurezza e i migranti, una legge di chiaro stampo fascista e razzista volta a perseguitare in mille modi i migranti, i Rom e le minoranze più deboli, togliendogli i diritti per renderli più ricattabili dal potere e più sfruttabili dal capitalismo. Mentre col pretesto della "sicurezza" ha impresso una decisa stretta al regime poliziesco, aumentando i poteri arbitrari dei prefetti e delle forze di polizia per restringere e punire le occupazioni di case, i blocchi stradali ferroviari, i picchettaggi e altre forme di lotta sociali, sindacali e politiche.
A ciò si aggiunge la politica antiumana, razzista e xenofoba del "porti chiusi" ai migranti e ai profughi, la legge sull'estensione della legittima difesa a un passo dalla licenza di uccidere, il sostegno ideologico, politico e legislativo alle concezioni e iniziative religiose, oscurantiste e omofobe sulla famiglia e sugli orientamenti sessuali, ispirato direttamente alla triade mussoliniana "Dio, patria e famiglia". Mentre sul piano istituzionale, governando con un anticostituzionale direttorio a tre per attuare un contratto tra privati, riducendo un parlamento ormai militarizzato a un puro orpello, attaccando e limitando i poteri della magistratura e preparando la secessione economica con “l’autonomia differenziata” delle regioni più ricche del Nord, tra le quali l’Emilia-Romagna del Pd Bonaccini che andrà punito con un forte astensionismo alle prossime elezioni regionali, questo governo assesta nuovi colpi di piccone alla Costituzione, già ampiamente demolita da destra in questi anni dalle controriforme e dagli strappi di fatto operati dai precedenti governi, tanto da quelli della destra che da quelli della "sinistra" borghese.
E poi la politica economica corporativa e demagogica che i due ducetti portano avanti spartendosi i compiti e le aree di clientela elettorale, che consiste nel sovvenzionare i capitalisti e i ricchi, con gli incentivi alle imprese, la flat-tax e i condoni a pioggia, lo “sbloccaporcate”, ignorare le richieste dei sindacati sull'occupazione, gli investimenti, il Sud e i contratti, e concedere qualche mancia di stampo elettoralistico alle masse come il "reddito di cittadinanza" e parziale "quota cento": misure del tutto insufficienti a invertire la drammatica mancanza di lavoro e la crescente povertà delle famiglie e del Meridione, e tanto meno spacciabili per "manovra del popolo", anche perché fatte senza togliere un euro ai ricchi e scaricandone i costi sul debito pubblico che pesa sulle generazioni future.
In politica estera questo governo nero soffia sul fuoco del nazionalismo becero e del militarismo, alleandosi ai governi più reazionari, razzisti, xenofobi e oscurantisti, da quelli dell'Est Europa al Brasile di Bolsonaro, ribadendo fedeltà al dittatore fascista americano Trump, ma senza disdegnare di intrecciare anche oscuri rapporti col nuovo zar Putin, sgomitando per ritagliarsi un posto al sole tra le altre potenze imperialiste che si spartiscono il mondo, facendo asse con Trump per avere mano libera nel Mediterraneo e in Libia.
È quindi necessario che tutti gli antifascisti e i sinceri democratici, si uniscano in un fronte unito antifascista per buttare giù al più presto il governo Salvini-Di Maio con la lotta di piazza, senza farsi illusioni però sulla via riformista, elettoralistica e parlamentare e sulla difesa della Carta del '48, perché all'instaurazione di questo regime neofascista e all'affossamento della Costituzione hanno concorso sia i partiti della destra che della "sinistra" borghese.
Non sarà possibile infatti estirpare il fascismo del XXI secolo, se non si abbatte il capitalismo e la borghesia che lo covano e se ne servono per mantenere il potere, e se non si conquista il socialismo e il potere politico del proletariato.
Intanto serriamo i ranghi, miglioriamo il lavoro politico, ideologico, organizzativo, sindacale e giornalistico per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, pratichiamo una larga politica di fronte unito, fermi però sui principi, per combattere e buttar giù il governo Salvini-Di Maio; per abrogare la legge Fornero e il Jobs Act; per il ripristino dell'articolo 18; per le pensioni a 65 anni per gli uomini e a 60 anni per le donne; per i diritti delle donne e delle persone Lgbtqia+; per combattere il disegno di legge Pillon; per opporsi alle grandi opere inutili a cominciare dalla TAV, per l'ambiente e il clima: mettendo sempre al centro delle nostre battaglie immediate il lavoro, l'aumento dei salari e delle pensioni basse e medie, la casa, lo sviluppo del Mezzogiorno, che per noi è la prima Questione nazionale. Per delegittimare attraverso l'astensionismo tattico le giunte dei comuni e delle regioni che si creeranno con le elezioni del 26 maggio, e con l’astensionismo di principio l'UE che va distrutta in quanto alleanza imperialista e inutilizzabile da parte del proletariato e del suo Partito, il nocciolo della questione rimane la scelta a favore o contro la UE e non quella di dove collocarsi politicamente ed elettoralmente all’interno di essa.
Occorre far comprendere alle masse che solo il socialismo è in grado di realizzare l’Europa dei popoli, ma sarà impossibile passare pacificamente a questa nuova Europa se non si realizzerà il socialismo nei singoli paesi dell’UE, a cominciare dall’Italia.
Per riuscire in questa impresa dobbiamo seguire con forza e con fiducia la strada tracciata da Marx ed Engels che nell'Indirizzo del Comitato centrale della Lega dei Comunisti del marzo 1850 scrivono: “È nostro interesse e nostro compito render permanente la rivoluzione, sino a che tutte le classi più o meno possidenti non siano scacciate dal potere, sino a che il proletariato non abbia conquistato il potere dello Stato, sino a che l'associazione dei proletari, non solo in un paese, ma in tutti i paesi dominanti del mondo, si sia sviluppata al punto che venga meno la concorrenza tra i proletari di questi paesi, e sino a che almeno le forze produttive decisive non siano concentrate nelle mani dei proletari. Non può trattarsi per noi di una trasformazione della proprietà privata, ma della sua distruzione, non del mitigamento dei contrasti di classe, ma della abolizione delle classi; non del miglioramento della società attuale, ma della fondazione di una nuova società”.
Una nuova società che per noi marxisti-leninisti non può che essere quella delineata e in parte realizzata dai cinque grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, che con i loro insegnamenti continuano ad indicare al proletariato di tutto il mondo che deve prendere coscienza di essere una classe per sé il cui compito è abbattere il capitalismo, lo Stato e il potere della borghesia e conquistare con la rivoluzione il socialismo e il potere politico.
Il PMLI continuerà a battersi con tutte le proprie forze e nonostante le grandi difficoltà che si frappongono nel duro cammino, stringendosi all’unisono attorno alla figura, all’opera e agli insegnamenti di questo gigante del pensiero e dell'azione rivoluzionari, grande Maestro del proletariato internazionale e cofondatore del socialismo scientifico.
Senza Marx non ci sarebbero stati Lenin, Stalin, Mao e le rivoluzioni russa e cinese e di altri paesi. Non ci sarebbe stato nemmeno il PMLI.
Come ha detto Engels, che per 40 anni ha affiancato, coadiuvato, sostenuto, incoraggiato e finanziato Marx, “il suo nome vivrà nei secoli e così la sua opera” .
Che tutti gli sfruttati e gli oppressi, a cominciare dalle operaie e dagli operai coscienti e informati, dalle ragazze e dai ragazzi che lottano per una nuova società si uniscano al PMLI e ai Maestri e nulla sarà impossibile.
Gloria eterna a Marx!
Viva l’internazionalismo proletario!
Lottiamo contro il capitalismo, l’imperialismo, il colonialismo, il fascismo e il razzismo!
Buttiamo giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio!
Liberiamo l'Italia dai fascisti del XXI secolo per il socialismo e il proletariato al potere!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

15 maggio 2019