Firenze antifascista contesta sonoramente Salvini
In 3.000 contro il comizio del ducetto dei fascisti del XXI secolo protetto da un esercito di polizia che circondava la piazza. Il PMLI punto di riferimento di chi “piace stare sotto la rossa bandiera con falce e martello”

Redazione di Firenze
“Fuori Salvini da Firenze” e “Siamo tutti antifascisti”, sono stati gli slogan più gridati dagli antifascisti fiorentini per più di due ore alla manifestazione organizzata in piazza Repubblica nella serata di domenica 19 maggio, a meno di 100 metri dal comizio del ducetto fascioleghista Salvini nella semideserta piazza Strozzi, tornato in città per presentare il nero candidato a sindaco Bocci.
In circa 3.000 hanno risposto all'invito antifascista “In piazza per respingere Salvini e la sua propaganda fascista" lanciato da Iam (Iniziativa antagonista metropolitana), Cua (Collettivo universitario autonomo), Cas (Collettivo antagonista studentesco) e Collettivo femministe Spine nel fianco, e riempito la piazza ben prima del comizio con striscioni e cartelli contro il ducetto dei fascisti del XXI secolo Salvini. In testa lo striscione “Dopo il Matteo di Rignano cacciamo il Matteo padano. Salvini Firenze non ti vuole". C'erano molti giovani ma erano rappresentate anche le altre generazioni. Tante davvero le donne. Molte persone sono scese in piazza spontaneamente.
Dalla piazza antifascista, circondata da un ingente numero di poliziotti e delimitata dai cellulari della polizia e da transenne, si sono levati senza sosta slogan e fischi contro il ducetto e la Lega: “Via la Lega da Firenze”, “Fascisti, fascisti”, “Salvini fascista, Firenze non ti vuole”, “Tutti uniti contro la Lega” e “Vergogna, vergogna” e cantata più volte “Bella ciao”, inizialmente lanciata dai compagni del PMLI, presenti con il cartello e le bandiere del Partito nelle prime file della contestazione in bella evidenza. Come sempre le bandiere e il cartello che ritrae in orbace i due ducetti, Salvini e Di Maio, sono stati super fotografati e punto di riferimento per molti che partecipavano alla protesta: “Ci piace stare sotto le rosse bandiere con falce e martello” hanno detto alcuni manifestanti. Amici e conoscenti del nostro Partito sono venuti a salutarci. In piazza Non una di meno, bandiere No Tav e di Potere al Popolo.
Manganellate sono state sferrate sui manifestanti che hanno osato provare a forzare il cordone di polizia e carabinieri che proteggevano la piazza leghista. Le cariche selvagge e ripetute sono state l'unica notizia della protesta data dai principali media borghesi, anziché mettere in rilievo l'importanza della manifestazione, ignorando la piazza piena e cosciente di manifestanti con bimbi al seguito, che partecipava col cuore antifascista alla cacciata del nero caporione e che rispondeva con fischi e slogan alle provocatorie cariche.
Tanti i cartelli, fra questi: “Basta propaganda sulla nostra pelle”, “Basta razzismo e cazzate”, uno con la foto di Salvini a testa in giù tanto per ricordare la fine di Mussolini e dei gerarchi fascisti. Il comizio del boss leghista è stato ritardato di un'ora nella speranza che la protesta si attenuasse ma la piazza ha continuato a lanciare slogan e fischi. Mentre la manifestazione volgeva alla fine, e si sono sentite anche le note dell'“Internazionale” intonate da una banda musicale, è partita un'altra carica che ha causato alcuni feriti. Gli antifascisti non si sono arresi, infatti a fine comizio per lasciare la piazza diversi si sono indirizzati verso piazza Duomo con un corteo improvvisato.
In un comunicato che pubblichiamo a parte, postato da “Firenze dal basso”, una ragazza denuncia tra l'altro che è stata minacciata di prendersi il manganello nell'ano se non stava ferma.
Salvini ha commentato con veleno la contestazione: “A Firenze non sono scesi in piazza dei contestatori del sottoscritto ma dei teppisti che hanno aggredito poliziotti e carabinieri. Un episodio che conferma, una volta di più, l'importanza di approvare il Decreto Sicurezza bis nel consiglio dei ministri di domani. L'obiettivo è inasprire le pene per chi aggredisce le forze dell'ordine".
Detto fatto, i coraggiosi giovani che lo hanno contestato e preso le manganellate rischiano una denuncia “per oltraggio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale”.
Ma noi siamo certi che la repressione non arresterà la lotta contro Salvini. Come si legge nel comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI: “È un dovere politico costituzionale opporsi e combattere, con tutte le forme di lotta di massa, Salvini che intende riorganizzare il partito fascista. Che tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose antifasciste si uniscano per buttar giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio.

22 maggio 2019