Al comizio di San Giuliano Terme
Il ducetto Salvini rilancia l'educazione fascista nelle scuole
“Ordine, disciplina e grembiulino”
I presidi: “Prima i tetti che crollano”

 
La mattina dello scorso 4 maggio, durante un breve comizio della Lega a San Giuliano Terme (in provincia di Pisa), il caporione fascioleghista Matteo Salvini ha lanciato la proposta di reintrodurre l’obbligo di indossare il grembiule a scuola: “Abbiamo appena reintrodotto - ha affermato l'uomo forte della Lega - l'educazione civica a scuola e vorrei che tornasse anche il grembiule per evitare che vi sia il bambino con la felpa da 700 euro e quello che ce l'ha di terza mano perché non può permettersela. Ma sento già chi griderà allo scandalo ed evocherà il Duce, ma un paese migliore si costruisce anche con ordine e disciplina ”.
Innanzitutto l'accostamento tra l'educazione civica da una parte e grembiule, ordine e disciplina dall'altro smaschera il suo disegno di fascistizzazione della scuola: l'educazione civica dovrebbe formare nuove leve di balilla mentre ordine, disciplina e grembiulino servono a irregimentarli così da trasformarli in soldatini obbedienti del regime neofascista.
Sul ritorno dell'ordine, della disciplina e del grembiulino nelle scuole, peraltro, non sono critici soltanto gli antifascisti, ma anche i diretti interessati all'istruzione pubblica, ossia i presidi: “L’emergenza più importante – ha detto a tal proposito all'ANSA il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli – è un’altra: abbiamo solai e controsoffitti delle scuole che andrebbero monitorati, ogni settimana c’è un crollo; a volte si tratta di fatti lievi, a volte cadono interi pezzi di soffitto: questa è una cosa molto urgente su cui intervenire, con un monitoraggio che andrebbe fatto subito e non costa quasi nulla” .
Di fronte alla provocazione di San Giuliano Terme quindi, il ducetto Salvini riceve da chi la pubblica istruzione la pratica concretamente una chiara risposta pratica e da tutti i sinceri democratici una chiara reazione antifascista, che vanno ad aggiungersi alle sonore contestazioni - altrettanto pratiche e antifasciste - ricevute nelle piazze d'Italia dal Nord al Sud come reazione alle sue becere politiche e alle sue squallide provocazioni di stampo fascista.

22 maggio 2019