Il nuovo imperatore della Cina perseguita gli studenti maoisti
Retata nel campus di Beita. Spariti alcuni studenti

Che il presidente cinese Xi Jinping sia il nuovo imperatore della Cina capitalista e guida della superpotenza socialimperialista cinese che contende all'imperialismo americano il dominio assoluto del mondo è oramai un fatto talmente evidente che spazza via ogni dubbio sulla reale natura della dittatura borghese in Cina, quantunque restino nei suoi interventi sempre più sparuti e formali richiami al marxismo. Nella Cina di Xi tutto lo spazio è per i capitalisti, repressione, galera e censura sono riservate agli oppositori, in particolare ai lavoratori che si ribellano alla schiavitù non solo salariale ma anche reale nelle fabbriche e ai giovani, agli studenti che li appoggiano.
Lo scorso anno su “Il Bolscevico” numero 43/18 avevamo dato conto di queste situazioni rilanciando l'appello del 25 ottobre del Gruppo di solidarietà coi lavoratori della Jasic che aveva scritto una lettera aperta alla Federazione dei sindacati di tutta la Cina e al governo cinese per il rilascio immediato “degli operai e dei loro alleati studenteschi ingiustamente arrestati per azioni sindacali di organizzazione e solidarietà a Shenzhen Jasic Technology in Cina dal luglio 2018”. Quella vicenda è ancora aperta e anzi le intimidazioni contro gli studenti maoisti sono continuate con il fermo di diversi giovani e con retate all'università Beita di Pechino in seguito alle quali almeno sei di studenti sono spariti. Retate, arresti e financo rapimenti sono lo strumento del rettore insediato a Beita da Xi per intimidire gli studenti non allineati al regime di Pechino.
Il Gruppo di solidarietà coi lavoratori della Jasic ai primi di maggio ha richiamato di nuovo l'attenzione quando ha reso noto un video del leader dell’Associazione studenti marxisti che denunciava la possibilità del suo sequestro da parte della polizia che già a febbraio lo aveva tenuto in galera, schiaffeggiato e minacciato per una settimana. Nello scorso dicembre il giovane era stato arrestato per aver voluto celebrare il 125° anniversario della nascita di Mao. Nonostante le richieste di alcuni giornalisti della stampa internazionale la polizia di Pechino non ha ancora reso noto dove si trovino gli studenti rapiti.

5 giugno 2019