I legami di Salvini con la destra cattolica e del Vaticano tramite il cardinale Burke
Il cardinale è il riferimento del movimento di Bannon di cui fanno parte Arata padre e figlio

Al successo elettorale di Salvini ha contribuito in misura verosimilmente notevole l'appoggio del clero di destra, sempre più ostile al papa e a certe sue posizioni di solidarietà verso i migranti, di apertura verso i gay e di attenzione per i problemi ambientali, e viceversa molto favorevole alla politica retrograda e oscurantista in materia familiare, sessuale e di "difesa delle radici cristiane" sempre più ostentata dal leader della Lega, anche in aperta contrapposizione a Bergoglio. Secondo un recente sondaggio un terzo dei voti di cattolici praticanti sarebbe andato alla Lega, quota che sale al 40% di quelli che vanno solo saltuariamente a messa.
Anche se in realtà queste percentuali non tengono conto dell'astensionismo, e quindi sono sicuramente sopravvalutate, non c'è dubbio però che l'elettorato cattolico di destra abbia risposto in modo chiaro ai segnali e agli inviti della campagna elettorale del ducetto dei fascisti del XXI secolo. Come il sostegno aperto dato al reazionario Congresso mondiale delle famiglie tenutosi ad aprile nella leghista Verona, e l'appoggio ai movimenti antiabortisti cosiddetti prolife, come Christus Rex e Nova Civilitas, che a pochi giorni dalle elezioni hanno inscenato una "marcia per la vita" a Roma, e il cui "manifesto per la vita e la famiglia" era stato sottoscritto da 32 candidati di area "centro-destra", tra cui 14 di FdI e 12 della Lega.
Per non parlare, naturalmente, dei segnali espliciti alla destra cattolica lanciati all'adunata "sovranista" europea in Piazza del Duomo a Milano, in cui Salvini ha baciato il rosario e si è raccomandato al "cuore immacolato di Maria" e ai santi patroni d'Europa. E soprattutto ha esaltato i due precedenti papi, Woityla e Ratzinger, anticomunista il primo e antislamico il secondo, mentre ha attaccato Bergoglio sul tema dei migranti, richiamando ad arte su di lui i fischi e le urla di scherno della piazza.

Bannon consigliò Salvini di trattare Bergoglio come nemico
Un'ostilità ricambiata, questa di Salvini verso papa Francesco, anche se non in forme così plateali e arroganti, tanto che Bergoglio si è rifiutato finora di riceverlo in udienza, nonostante i tentativi fatti da Giorgetti, ben introdotto in Vaticano, che gli aveva organizzato anche un pranzo a metà gennaio col cardinale Angelo Becciu. Durante la campagna elettorale l'entourage di Bergoglio, tra cui il segretario di Stato Parolin e soprattutto il presidente dei vescovi italiani, Bassetti, aveva tifato discretamente ma chiaramente per un ridimensionamento dei consensi a Salvini e per la causa dell'integrazione europea, come appariva anche dall'editoriale del direttore del quotidiano della Cei, "Avvenire" di domenica 26 maggio.
Dopo il comizio "sovranista" di Milano, con tanto di bacio del rosario e invocazione alla Madonna, il settimanale Famiglia Cristiana non aveva esitato a definire quello di Salvini un "sovranismo feticista" e "l’ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani". Ma l'interessato se ne strafotteva altamente vantando i tanti cattolici e uomini di chiesa "che mi chiedono di andare avanti così". Il responso delle urne ha costretto infatti il Vaticano a un riposizionamento, con una dichiarazione di Parolin che pur continuando a condannare l'abuso dei simboli religiosi ha aperto al dialogo della chiesa "anche con Salvini".
Tuttavia l'ostilità di Salvini verso Bergoglio e il suo schierarsi con la destra cattolica e del Vaticano non è nato con questa campagna elettorale, ma data almeno da tre anni. Nell'aprile del 2016, infatti, accompagnato da Giorgetti e da altri dirigenti della Lega, Salvini si recò negli Usa per avvicinare Trump, allora in corsa per vincere le primarie, e in quell'occasione ebbe un incontro con quello che sarebbe diventato l'artefice della sua campagna elettorale vincente, Steve Bannon. In quell'incontro, come rivelato da una fonte anonima della Lega a conoscenza dei fatti in un'intervista al sito web SourceMaterial , il futuro fondatore dell'internazionale nera denominata The Movement, a cui oggi aderiscono anche Salvini e la Meloni, insieme a molti altri leader della destra fascista, razzista e xenofoba europea, "consigliò" il leader della Lega a trattare "il papa attuale come una sorta di nemico" e di "attaccarlo frontalmente" sulla sua politica a favore dei migranti.

Gli stretti legami di Salvini col cardinale reazionario Burke
Cosa che Salvini fece, cominciando già dopo appena un mese col commentare sarcasticamente sui social un invito di Bergoglio a non considerare i migranti un pericolo, per poi a settembre uscire platealmente allo scoperto al raduno di Pontida, esibendo una maglietta con la scritta "il mio Papa è Benedetto". E per essere ancora più chiaro, dichiarò pubblicamente che "Papa Benedetto aveva idee molto precise sull'islam. Quelli che invitano gli imam in chiesa non mi piacciono". E ancora: "Io sono fermo a qualche tempo fa, a Papa Ratzinger".
E datano almeno dal febbraio 2017 i suoi stretti legami con il cardinale di destra americano Raymond Burke, seguace di Trump e referente in Vaticano di Bannon, col quale Salvini ebbe un colloquio di un'ora e mezzo da cui uscì dichiarando che "la Chiesa mi dice vai avanti", e almeno altri due colloqui nella sua residenza romana subito dopo la formazione del governo. Burke, insieme ai cardinali Walter Branmuller e Edwin O'Brien, capeggia la corrente di destra dei cardinali, nostalgica di Ratzinger, antigay, antiabortista e acerrima avversaria di Bergoglio, accusandolo tra l'altro di coprire l'esistenza di una lobby gay in Vaticano e appoggiando le accuse di "eresia" rivoltegli ufficialmente da 40 studiosi cattolici di tutto il mondo. Con l'intento di costruire una maggioranza capace quando sarà il momento di eleggere un papa completamente diverso dall'attuale.
Burke è presidente della Fondazione Sciacca, il cui consiglio scientifico ha come presidente Salvini e come vice Giorgetti. Si tratta di una onlus "cattolico-sovranista" in cui si incontrano monarchici, esponenti dell'ultradestra, militari e prelati nemici dell'attuale papa. Tra questi il principe Flavio Borghese, importante manager della Cassa depositi e prestiti (che fa molto gola alla Lega) e pronipote del boia fascista e golpista della X Mas, Valerio Borghese; il principe Sforza Ruspoli, ex esponente del MSI e molto amico di Woityla e Ratzinger e di Jean Marie Le Pen; lo storico avvocato di Licio Gelli e dei colonnelli golpisti argentini, Augusto Sinagra, tessera P2 n.2234, autore di un libro sul defunto "venerabile" pubblicato presso l'editore di CasaPound, Altaforte. Vi compaiono anche diversi alti graduati dei servizi segreti, della polizia, della guardia di finanza, dei carabinieri e della Difesa, monarchici, ex missini e qualche amministratore locale passato recentemente alla Lega, nonché l'ex banchiere dello Ior vaticano, Gotti Tedeschi.

L'"accademia dei sovranisti" e gli "zii d'America"
Burke presiede anche il consiglio di garanzia dell'istituto Dignitatis Humanae, ispirato e finanziato da Bannon e presieduto dall'ex conservatore inglese Benjamin Harnwell, che ha avuto in concessione per 19 anni dal ministero dei Beni culturali, diretto allora da Franceschini, non si capisce ancora a che titolo, la Certosa di Trisulti. Un enorme convento del 1200 in provincia di Frosinone, per ospitarvi una "scuola di sovranismo", ovvero una sorta di università per formare i futuri leader "populisti" europei: un'"accademia per l'Occidente giudaico-cristiano", come l'ha definita Bannon in un'intervista al Washington Post . Ai giornalisti di Report che gli chiedevano chi finanziasse questa scuola, Harnwell ha risposto "gli zii d'America", confermando con ciò il disegno mondiale dell'internazionale nera in Europa facente capo a Bannon, che si avvale di ingenti finanziamenti americani e che ha in Salvini, nella destra cattolica e del Vaticano, nella P2 e negli ambienti militari reazionari, i suoi referenti per l'Italia.
Pochi giorni fa, al seguito delle numerose denunce presentate e un'indagine della Corte dei conti del Lazio, il neo ministro del Mibac, Alberto Bonisoli (M5S) ha annunciato di aver revocato la concessione della Certosa alla Dignitatis Humanae, impugnando l'inconsistenza delle garanzie offerte dall'istituto, che si era impegnato sulla carta a pagare un affitto di 100 mila euro l'anno in restauri, senza finora aver tirato fuori un solo euro.
Nella stessa inchiesta di Report sulla scuola di Bannon a Trisulti, il portavoce di The Movement, Modrikamen, leader di un partito dell'ultradestra belga, ha confermato che Bannon incontrò a Roma Salvini e Di Maio durante le consultazioni successive alle elezioni del 4 marzo, e che fece pressioni sui due per convincerli a mettersi insieme "per formare un governo populista e sovranista". Bannon aveva anche promesso alla Meloni di aiutarla nella campagna per le elezioni europee mettendogli a disposizione i mezzi e l'esperienza del suo movimento.

Chi ha "pianificato" la vittoria di Salvini?
Nello stesso servizio della trasmissione di Rai3 diretta da Ranucci, si vede anche la registrazione di un incontro dello scorso 7 settembre tra Bannon e Federico Arata, il figlio di Paolo Arata, l'imprenditore indagato nell'inchiesta che ha travolto per il sospetto di corruzione il sottosegretario della Lega Armando Siri. Proprio tra i due Arata passa un altro filo che lega Salvini a Bannon e al cardinale Burke. È il giovane Arata, che risulta tra l'altro assunto da Giorgetti nello staff di Palazzo Chigi, a presentare Salvini a Bannon, e ad accompagnarlo al Viminale per incontrarsi con Salvini; ed è sempre lui a presentare Siri a Bannon quale esperto della flat tax. Mentre Arata padre, inquisito assieme ad un imprenditore vicino al Boss Matteo Messina Denaro, è quello che tiene i contatti con Burke, parlandoci al telefono ed organizzando cene nel suo palazzo cardinalizio.
Nel video Arata chiede a Bannon di attivarsi per "pianificare" la vittoria di Salvini alle europee: "Pianificare è il termine giusto", ripete infatti il giovane banchiere della City londinese. Da parte sua Bannon gli assicura che "l'Italia è al centro del mondo grazie all'ascesa di Salvini", e per la campagna elettorale gli promette che saranno forniti tutti "i dati dal centro di comando". A quali "dati" allude Bannon? Costui è stato fondatore e vicepresidente della Cambridge Analytica, la società informatica accusata di aver violato 50 milioni di profili Facebook. Si sa che grazie al possesso illegale di questi dati essa ha avuto un ruolo fondamentale nell'elezione di Trump e nella vittoria della Brexit.
Questi dati sono stati usati da Bannon anche per influenzare i risultati delle elezioni europee e in particolare per "pianificare" la vittoria di Salvini in Italia, come gli chiedeva Arata a nome e per conto del ducetto dei fascisti del XXI secolo?

12 giugno 2019