Il problema non è solo quello mosso da M5S e PD per rifarsi una verginità
La giunta De Magistris è fallita. Va mandata a casa dai napoletani, non dal commissariamento
Il vero fallimento dell'ambizioso e megalomane sindaco di Napoli si chiama disoccupazione, camorra dilagante e abbandono delle periferie

 
Redazione di Napoli
Un inizio giugno di fuoco per la giunta arancione guidata dal neopodestà megalomane Luigi De Magistris. A chiedere le sue dimissioni perché “ha amministrato male” è un documento redatto dall’ex staffista dell’esecutivo comunale, Vincenzo Presutto, firmato da oltre la metà dei senatori del M5S (ben 58) cui si sono aggiunti 9 senatori del PD guidati dalla renziana Valeria Valente, pluritrombata alle elezioni comunali nonché come candidata a sindaco nel 2016. Al documento sono seguite altre iniziative: quella di avanzare una interrogazione al ducetto Salvini affinché intervenga in ordine alla questione disastrata dei conti comunali e un'altra di coinvolgere anche il prefetto e la Corte dei conti che dovrebbero risolvere “di ufficio” la grana De Magistris.
In sostanza sia i pentastellati che i piddini chiedono un commissariamento tout court della giunta facendo leva sui pessimi conti comunali che spesso hanno portato Napoli sull’orlo del dissesto che avrebbe mandato a casa anticipatamente l’ex magistrato e il suo esecutivo. In particolare, i senatori M5S sottolineano che dal 2013 il Comune di Napoli è un ente in pre-dissesto, con un disavanzo monstre da oltre 1,7 miliardi di euro, sottoposto a continuo monitoraggio della Corte dei conti e del ministero dell'Interno. La giunta De Magistris, in effetti, più volte si è trovata in palese difficoltà, “bucando” ripetutamente il raggiungimento degli obiettivi intermedi, fino all'istruttoria attualmente ferma proprio al Viminale per l'ok definitivo. Si deve dire, però, che l’attuale governo dei ducetti Salvini-Di Maio con la legge di bilancio 2019 ha proditoriamente tagliato in un solo colpo ben 130 milioni di euro al Comune di Napoli.
“L'interrogazione dei senatori M5S? – afferma l’ex pm – è una pagina vergognosa di chi ha preso voti al Sud, per rappresentare nel Paese un Sud diverso. Una vergogna democratica che forse nemmeno Mussolini si sarebbe sognato di mettere in atto: commissariare un Comune eletto dal popolo che rappresenta l'orgoglio del Mezzogiorno. Faranno apparire Salvini come un democratico, perché dovrà dire ‘mi volete scavalcare a destra'. Stanno veramente alla frutta. Il 16% forse per loro è un risultato ancora molto alto”.
Si può concordare con De Magistris sul fatto che il commissariamento è un provvedimento neofascista che poggia sulla questione dei conti economici, chiama le istituzioni locali in camicia nera, viene per volere diretto dell’esecutivo nero Salvini-Di Maio che vogliono sbarazzarsi della giunta arancione ad un anno dall’elezioni regionali in Campania. D’altronde né il M5S né il PD napoletani hanno saputo opporre uno straccio di opposizione in questi ultimi tre anni di secondo mandato al neopodestà megalomane, rimanendo fermi alle proprie poltrone.
Noi marxisti-leninisti stiamo denunciando fin dal giorno del primo insediamento della giunta De Magistris quali sono i veri problemi da risolvere a Napoli e nella Città Metropolitana: piano immediato per il lavoro e lo sviluppo della città che comprenda la riqualificazione delle periferie urbane ed extraurbane, riduca drasticamente la disoccupazione, soprattutto giovanile, e combatta seriamente la camorra e la sua furia terrorista sulla città. Non dev'essere il provvedimento neofascista del commissariamento tramite i diktat di Salvini-Di Maio e dei loro lacchè ad intervenire sulla giunta: soltanto le masse popolari napoletane possono decidere delle politiche fallimentari espresse dall’esecutivo arancione buttandolo giù il prima possibile.
Sulla questione la Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI ha emesso un comunicato stampa ancora una volta ignorato dai media locali e regionali.

12 giugno 2019