Approvato alla Camera con la fiducia secondo il modello delle leggi di Berlusconi
Lo Sblocca cantieri apre varchi alle mafie e alla corruzione e peggiora i diritti dei lavoratori
Il M5S si rimangia le promesse sul rispetto della prevenzione dell'illegalità e della trasparenza. Per due anni congelato il codice anticorruzione
Genovesi, Fillea Cgil: “Assomiglia a uno Sblocca porcate”

Con l'approvazione della Camera, che segue quella del Senato avvenuta una decina di giorni prima, il cosiddetto Sblocca cantieri è diventato legge il 13 giugno. Il provvedimento, su cui il governo aveva posto la fiducia, è passato a larghissima maggioranza: 259 sì, 75 no e 45 astenuti.
Il risultato era abbastanza scontato dopo l'accordo tra 5 Stelle e Lega che chiudeva un lungo periodo di battibecchi tra i due partiti. Il caporione fascioleghista Salvini è sempre stato uno strenuo sostenitore della deregolamentazione edilizia e di minori controlli sugli appalti pubblici mentre Di Maio e Toninelli (ministro delle Infrastrutture) hanno avuto bisogno di tempo e dovuto fare un po' di melina per convincere il loro elettorato.

I 5 Stelle cedono sulla legalità
Per i 5 Stelle si tratta infatti dell'ennesimo dietro-front rispetto alla prevenzione dell'illegalità e della trasparenza promesse in campagna elettorale. Gridare “onestà, onestà” e poi sostenere numerosi provvedimenti di condono e di allentamento dei controlli non è stato facile da far ingoiare a una fetta consistente dell'elettorato che aveva votato il Movimento fondato da Grillo sperando proprio in una maggiore severità verso la corruzione e il malaffare.
I 5 Stelle non hanno ceduto solo sul merito della questione ma anche sul metodo. Ponendo la fiducia alla Camera, e tagliando qualsiasi possibilità di discussione parlamentare o di modifica, hanno dimostrato di lavorare con lo stesso metodo antidemocratico che denunciavano quando erano all’opposizione e di utilizzare il modello tanto caro agli esecutivi guidati da Berlusconi e da Renzi.
Raggiunta l'intesa tra Di Maio e Salvini, la strada è stata spianata. Il provvedimento è stato approvato senza subire modifiche da Montecitorio. Ai voti governativi se ne sono aggiunti anche alcuni provenienti da Forza Italia e Fratelli d'Italia nonostante l'annuncio di votare contro o di astenersi. In ogni caso le loro critiche vertevano sul fatto che la nuova legge era troppo poco permissiva e manteneva troppi lacci e laccioli alle imprese.

Sospesi i controlli, a rischio trasparenza e sicurezza
È bene precisare che il nuovo regolamento non sblocca un bel nulla come la propaganda governativa vorrebbe far credere. Non si tratta di avviare progetti fermi per questioni burocratiche e non ha niente a che vedere con nuovi investimenti e nuova occupazione in opere pubbliche, oppure con la cura e messa in sicurezza del territorio di cui il nostro Paese avrebbe tanto bisogno. La sostanza del provvedimento riguarda la sospensione di alcuni punti rilevanti del codice degli appalti fino al 31 dicembre 2020, in attesa di una nuova definizione delle regole.
L'attuale codice di regolamentazione degli appalti è entrato in vigore appena 3 anni fa, ed era stato varato proprio dopo lo scoppio di numerosi scandali di grande portata come quelli riguardanti l'Expo di Milano il Mose di Venezia, Mafia Capitale, che avevano avuto un forte impatto sull'opinione pubblica; adesso si torna indietro. “La strategia di semplificare al massimo le assegnazioni dei lavori pubblici sotto 150mila euro rischia di generare nuova corruzione”. È il giudizio tagliente che il presidente dell’Anac (Autorità Nazionale Anti Corruzione) Raffaele Cantone riserva alla scelta compiuta dalla maggioranza con il decreto Sblocca cantieri.
Presentando la relazione annuale dell'Anticorruzione Cantone evidenzia che già adesso circa il 60% degli appalti banditi ogni anno in Italia viene assegnato senza passare da una gara, ma attraverso incarichi a ditte di fiducia, scelte direttamente o sulla base di inviti non preceduti da un avviso pubblico. Da segnalare che questi dati escludono gli appalti di importo inferiore a 40mila euro, che per legge possono essere assegnati a ditte di fiducia della Pubblica amministrazione senza alcun confronto concorrenziale.
Sono ben 81 i capitoli modificati con l'entrata in vigore dello Sblocca-cantieri. Tra i principali la sospensione dell'obbligo per i Comuni di fare gare attraverso stazioni appaltanti e l'obbligo di scegliere i commissari di gara dall'albo Anac. Sospeso anche lo stop all'appalto integrato, che prevede la possibilità di effettuare assieme progettazione e realizzazione, che ha portato a gravi abusi. Decade, inoltre, la possibilità di escludere dalle gare le imprese sulla base di violazioni non accertate in via definitiva.
Elevato da 50 a 75 milioni il limite di importo delle gare dalla quale scatta l'espressione del parere obbligatorio del Consiglio superiore dei lavori pubblici (Cslp). Non ci sarà l’obbligo di affidare i lavori di importo fino a 5,5 milioni di euro secondo il criterio del massimo ribasso. La Stazione Appaltante potrà scegliere in autonomia e, nel caso in cui scelga un criterio diverso da quello del prezzo, non dovrà fornire nessuna giustificazione. Ciò significa che questi due enti (Anac e Cslp) perderanno gran parte dei loro poteri di controllo.
Un'altra novità riguarda l'innalzamento della soglia massima per i subappalti sull'importo complessivo del contratto, che passa dal 30 al 40%, via anche l'obbligo di nominare una terna di subappaltatori. Qui c'è stato un passo indietro perché la Lega voleva la completa liberalizzazione dei subappalti. Ma questo aumento non è trascurabile perché questo 10% in più allarga il principale canale d'infiltrazione mafiosa, e sulle grandi opere riguarda affari per milioni di euro.
Viene alzata a 1 milione la soglia sotto la quale è possibile affidare i lavori previa procedura semplificata. Per gli appalti da 40 a 150 mila euro è previsto l'affidamento diretto, dovranno essere consultati nell'ambito della procedura negoziata tre preventivi. Tra i 150 mila e 350 mila euro è prevista una procedura negoziata con la consultazione di 10 operatori economici; tra i 350 mila e un milione di euro prevista una procedura negoziata con 15 operatori. Solo se i lavori superano questa soglia si fa ricorso alle normative europee.

Uno “sblocca porcate”
Così lo ha definito Alessandro Genovesi della Fillea-Cgil che ha sottolineato: “Questo decreto non agisce sulla politica industriale, ma rovinerà la vita dei lavoratori nei pochi cantieri che saranno aperti, si risparmia su salari, sicurezza e formazione. Il massimo ribasso significa che non sapremo chi coordina cosa. Si sta dando il messaggio che si può tornare come 20 anni fa: alla corruzione e alla liberalizzazione dei subappalti”.
I sindacati confederali si sono opposti allo Sblocca cantieri con manifestazioni e sit-in. Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil, è stato pure minacciato di querela dal ducetto Salvini per aver osato denunciare come il provvedimento “apre varchi alle mafie e alla corruzione”.
Ma queste considerazioni non si possono confutare perché “l’indebolimento delle misure per prevenire infiltrazioni mafiose, la possibilità di costituire nuovamente cartelli di impresa, il ritorno al General Contractor senza più separazione tra progettazione, esecuzione e collaudo, non solo non faranno ripartire un cantiere in più, ma torneremo alla legge della giungla. Con tutto ciò che questo vuol dire in termini di lavoro nero, rispetto dei contratti di lavoro, sicurezza, legalità e corruzione”, commenta ancora Alessandro Genovesi della Cgil.
Altro che “governo del cambiamento”. Lo Sblocca cantieri approvato in questi giorni si colloca invece come un atto contro i lavoratori del settore e a favore dei cementificatori e degli speculatori, degli abusivi e dell’illegalità in edilizia tra i peggiori varati nel nostro Paese, sullo stesso livello, tanto per intenderci, del condono tombale Berlusconi-Lunardi del 2003.
 
 

26 giugno 2019