Impugnando il decreto sicurezza bis. Consenso dei ministri M5S Trenta e Toninelli
Salvini blocca la Sea Watch al largo di Lampedusa
Il ducetto dei fascisti del XXI secolo: “Questa nave fuorilegge per me può stare lì per mesi, fino a Capodanno. Ci sono persone a bordo per scelta di questi delinquenti, sequestratori di essere umani”

 
Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso cautelare dell'organizzazione umanitaria tedesca Sea Watch, presentato in via d'urgenza lo scorso 17 giugno, per contestare il divieto di ingresso in acque territoriali e il divieto di sbarco di 43 naufraghi che si trovano a bordo della nave Sea Watch 3, contenuto nel provvedimento del ministro degli Interni Matteo Salvini. Nell'istanza cautelare si chiedeva, in particolare, la sospensione d'urgenza della direttiva del 13 giugno e del divieto d'ingresso firmato dal ministro dell'Interno Salvini e controfirmato due giorni più tardi dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, e da quello della Difesa, Elisabetta Trenta.
La nave Sea Watch 3, che batte bandiera olandese, aveva soccorso 53 naufraghi al largo delle coste libiche lo scorso 12 giugno e di essi soltanto 10, che si trovano in condizioni di salute preoccupanti, hanno avuto l'autorizzazione a sbarcare a Lampedusa da parte del ministro dell'Interno Salvini, mentre gli altri 43, tra cui alcuni minori non accompagnati, sono rimasti nella nave, la quale non è stata autorizzata a sbarcare ed è rimasta alla distanza di 16 miglia a sud di Lampedusa.
Salvini, rinfrancato dal provvedimento del Tar, ha dal canto suo chiaramente espresso tutta la sua intransigenza circa il divieto di sbarco in un porto italiano: “questa nave fuorilegge - ha detto con tracotanza fascista il ministro dell'Interno - per me può strare lì per mesi, fino a Capodanno. Ci sono persone a bordo per scelta di questi delinquenti, sequestratori di essere umani” : a nulla sono valsi gli appelli del portavoce di Sea Watch in Italia, Giorgia Linardi, la quale ha sottolineato che nell'imbarcazione rimangono numerose persone in difficoltà tra le quali alcuni minori non accompagnati, e soprattutto del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic, il quale ha espresso preoccupazione per l'atteggiamento del ministro degli Interni e del governo italiano nei confronti delle organizzazioni umanitarie che si occupano dei salvataggi nel Mediterraneo. “I migranti salvati in mare - ha detto Mijatovic - non dovrebbero mai essere sbarcati in Libia, perché i fatti dimostrano che non è un Paese sicuro” , e lo stesso commissario ha chiesto che alla “Sea Watch 3 sia indicato tempestivamente un porto sicuro che possa essere raggiunto rapidamente “.
Una severa condanna dell'operato del governo italiano è giunta anche dalla piattaforma che riunisce tutte le organizzazioni non governative italiane Mediterranea Saving Humans, che ha scritto su Facebook: “tutte le istituzioni internazionali ed europee stanno spiegando al governo italiano che la sua politica violenta e disumana viola norme e principi fondamentali che tutelano diritti e dignità delle persone. Ma la propaganda continua a vincere sul buon senso e sul diritto” .
Nonostante tutte le critiche Salvini, il ducetto dei fascisti del XXI secolo, va avanti per la sua strada con il decreto sicurezza bis, incurante del fatto che le stesse Nazioni Unite abbiano condannato tale provvedimento (si veda Il Bolscevico n. 22 del 13 giugno 2019, p. 15) che rischia di far tornare i naufraghi in Libia, dove infuria la guerra civile e dove i migranti vengono trattenuti in veri e propri campi di concentramento.
Davanti alla situazione drammatica in cui si trovano i migranti reclusi a bordo della nave, la capitana della Sea Watch ha annunciato che potrebbe essere costretta a forzare il divieto e entrare nelle acque territoriali italiane.
 
 

26 giugno 2019