Con lo spostamento di Erdogan verso Putin
Si aggrava la crisi tra la Turchia, gli Usa e la Nato
La Turchia acquista il sistema antimissili S-400 russo. Gli Usa non le consegnano i caccia F-35

 
La società russa Rostec, costruttrice del sistema missilistico antiaereo S-400 annunciava lo scorso 7 giugno di essere pronta a consegnare i pezzi, l'ultimo passaggio previsto nel contratto stipulato con la Turchia nel 2017 del valore di 2,5 miliardi di dollari dei quali il 55% finanziato da prestiti russi.
Fin dalla stipula del contratto gli Usa avevano manifestato la loro contrarietà all'affare e non solo perchè la sociaetà russa aveva battuto la concorrenza americana che offriva i sistemi di difesa Patriot al prezzo di 3,5 miliardi di dollari ma perché la Turchia, alleata nella Nato, apriva le sue caserme e parte dei suoi segreti militari ai tecnici nemici, quelli russi seppur sotto forma di istruttori, e soprattuto perché tale contratto confermava lo spostamento di Erdogan verso Putin e la conseguente rottura con Usa e Nato. Scattava perciò la rappresaglia, come minacciato nello scorso aprile, se la Turchia avesse acquistato il sistema S-400 gli Usa non le avebbero consegnato i 100 caccia F-35 della Lockheed Martin già ordinati. Anzi, la Turchia è fuori dal programma Joint Strike Fighter con effetto immediato, l’addestramento dei piloti turchi terminerà il 31 luglio e per quella data tutto il personale legato al programma degli F-35 verrà rimpatriato, annunciava il 7 giugno l'allora segretario ad interim della difesa Usa, Patrick Shanahan, in una lettera al ministero della Difesa turco.
Il cacciabombardiere americano F-35 ha tra i suoi punti di forza quello di un basso riconoscimento radar, non è un aereo invisibile per i nemici ma è costruito con accorgimenti tecnici frutto della tecnologia Stealth che gli Usa tengono come segretissima. E invece da rendere almeno in parte nota o a portata di mano dai consulenti russi che avrebbero impostato i programmi degli S-400. La coesistenza dei due sistemi è possibile tecnicamente, non certo militarmente perché annullerebbe il vantaggio strategico del caccia americano sugli omologhi russi, e quindi impossibile politicamente.
Se gli Usa bloccano il contratto degli F-35 la Turchia potrebbe comprare al loro posto i caccia russi Su-57 avevano replicato da Ankara, oppure costruirseli da sola per sviluppare un'industria della difesa della Turchia “nazionale e autoctona”, rincarava la dose il presidente Recep Tayyip Erdogan. Sotto la sua presidenza, sopravvissuta anche al golpe del 15 luglio 2016 che Erdogan accusa essere stato preparato da Fethullah Gulen riparato e protetto dagli Usa, la Turchia ha accompagnato la scelta di campo con l'imperialismo russo attraverso la stipula di contratti su progetti strategici quali la costruzione della centrale nucleare di Akkuyu o il Turkish Stream operativo a fine 2019 per portare gas e petrolio sul mercato europeo. Intanto Erdogan a patire dalle ingerenze nelle cosiddette primavere arabe ha diviso il mondo islamico sunnita in cordata col Qatar, contro i fedeli di Trump Arabia saudita e Emirati arabi, per permettere alla Turchia di competere per l'egemonia locale.

26 giugno 2019