Pride a Catania, festoso, unitario, antifascista e antirazzista
“Togliamo le maschere contro il ritorno al Medioevo”
Tanti cartelli di solidarietà alla comandante della Sea Watch e contro “Salvini razzista, fascista, omofobo”. Schembri denuncia la sovrastruttura culturale borghese al servizio del capitalismo

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Catania Pride, 29 giugno festa per i diritti LGBTQI "Togliamo le maschere, contro il ritorno al Medioevo". Il movimento LGBTQI catanese ha voluto che il tradizionale corteo fosse preceduto da una settimana densa di iniziative di vario genere, tutte accompagnate da un documento in cui tra l'altro si dice: “Una chiamata di civiltà per dare una risposta a un clima dilagante nel nostro Paese di ritorno al medioevo, discriminatorio nei confronti del diverso in generale". "Vogliamo una legge che preveda l'aggravante per reati di omo-bi-transfobia, un sistema sanitario pubblico e laico, l'esclusione della possibilità dell'obiezione di coscienza, l'accesso facile all'aborto... La reintroduzione dell'articolo 18 e il diritto alle adozioni ai single e alle persone Lgbtqi. I diritti o sono universali o sono privilegi".
Le iniziative precedenti al corteo si sono tenute nel bellissimo cortile della CGIL Catania di via Crociferi. Tango queer, Milonga queer, una mostra che racconta il movimento delle lesbiche a Catania negli anni '70 e '80. Alla presentazione del libro di Maria Silvia Spolato, sui movimenti omosessuali di liberazione, nel dibattito è intervenuto il compagno Sesto Schembri rilevando che il '68 ha dato un contributo anche al movimento omosessuali nel contesto della rivolta globale. A seguire il concerto di Patrizia Laquidara.
Tra le iniziative culturali e artistiche, una giornata dedicata al teatro, con il laboratorio teatrale di “Human Rights” e il concerto con Gabriella Grasso, Samuela Schilirò e Simona Notato. Si è pensato anche ai bambini con la lettura di fiabe contro gli stereotipi. Le iniziative si sono concluse con la presentazione del libro "Amore e pregiudizio" di Andrea Miluzzo, che ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita da omosessuale. Nel dibattito ha preso la parola il compagno Sesto Schembri sostenendo che la sovrastruttura “culturale” patriarcale di "dio, patria e famiglia" è al servizio del modo di produzione capitalistico. Ricordato il 50esimo anniversario della rivolta di Stonewall, quando moltissime persone omosessuali si sono ribellate ai soprusi della polizia rivendicando i loro diritti a “essere come erano". Giovanni Calogero, consigliere nazionale di Arcigay, sottolinea che questo ci insegna che solo unendoci e collaborando si possono dare risposte efficaci a un clima sociale e politico repressivo.
Alle ore 17 piazza Cavour, detta borgo piazza storica dei raduni e da dove partono i cortei dei Gay Pride annuali, si riempie di manifestanti che non temendo il caldo, arrivano a migliaia anche da ogni parte della Sicilia orientale; in piazza stazionano due grossi camion con musica che stimola al ballo i manifestanti. Il corteo si muove lungo la via Etnea, alla testa uno striscione "Catania Pride vogliamo tutto", con al centro un grafico con l'Etna; tanti i cartelli di colore rosa e con scritto "Salvini razzista, fascista, omofobo", altri con "Vogliamo tutto" e tanti in appoggio alla comandante della Sea Watch "Capitana, mia capitana”, riferita alla coraggiosa Carola Rackete. Dagli amplificatori del camion viene lanciata “Bella ciao”, ripresa dal corteo. Un corteo festoso e unitario, antifascista, antirazzista e contro l'omofobia: la lotta per i diritti civili si unisce alle lotte sociali.
Durante il percorso il corteo s'ingrossa fino a oltre diecimila partecipanti, tanti i turisti che vi hanno partecipato. Il corteo si conclude in piazza Università. Oltre al comitato organizzativo, hanno partecipato al corteo la vasta comunità LGBTQI, l'associazione Queers, Sentinelle di Catania, Revolver group, Resistenza piazzetta, Cpo Colapesce. Si sono uniti al corteo la Rete antirazzista catanese, la CGIL Catania, il No Muos, l'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, Uaar e tante altre realtà, tra cui il PMLI, al canto di “Bella ciao”.
A chiudere il Gay Pride è Giovanni Calogero che fa un breve discorso e dà la parola ai tanti giovani pronti a gridare la loro rabbia contro questo marcio sistema.
La Cellula “Stalin” della provincia di Catania del PMLI con amici, ha partecipato al Gay Pride condividendo e facendo propria la lotta per i diritti rivendicati dal movimento LGBTQI. La gloriosa rossa bandiera del PMLI e i cartelli con la piattaforma del Partito sulle persone LGBTQI, hanno riscosso tanto interesse fra i giovani e sono stati molto fotografati. Dei giovani hanno voluto farsi fotografare sotto la bandiera del Partito, altri ci hanno chiesto del materiale del PMLI. I media, nonostante la nostra visibilità, ci hanno ignorati.
Una bella giornata di lotta a Catania per i diritti del movimento LGBTQI.

3 luglio 2019