Visita di Stato del presidente cinese alla RPD di Corea
Xi appoggia la soluzione politica sulla questione nucleare nella penisola coreana
Kim spera che gli USA collaborino per “cercare soluzioni” che soddisfino entrambe le parti

 
 
La due giorni nella Repubblica popolare democratica di Corea, 20 e 21 giugno, hanno permesso al presidente cinese Xi Jinping di ribadire l’appoggio di Pechino alla soluzione politica sulla questione nucleare nella penisola coreana. Lo ha fatto elogiando gli sforzi della RDPC “per salvaguardare la pace e la stabilità e promuovere la denuclearizzazione della penisola”. È necessaria “una prospettiva strategica e a lungo termine, per guidare con precisione l’evoluzione della situazione”. Per questo la Cina, ha aggiunto Xi, “è disposta a fornire assistenza alla Corea del Nord in materia di sicurezza e sviluppo” in nome di un rapporto bilaterale che “è entrato in una nuova era storica”.
Di fatto la superpotenza socialimperialista cinese continua a sostenere economicamente Pyongyang, essendo il primo partner commerciale. Il 94% delle importazioni della Corea del Nord provengono dalla Cina; Pechino è anche la destinazione del 91% delle esportazioni del paese, in particolare materie prime come carbone, ferro, piombo e grafite, seguita da Pakistan, India, Ghana e Mali.
La prima visita di Stato di Xi nella RPDC da presidente della Cina e la prima di un leader di Pechino dal 2005, ufficialmente per celebrare il 70° dei rapporti diplomatici tra i due paesi, in realtà ha avuto lo scopo di ricordare al mondo che le due potenze sono in perfetta sintonia sull’analisi della situazione internazionale e che hanno intenzione di aumentare “gli scambi e le comunicazioni strategiche”, come aveva scritto alla vigilia lo stesso Xi in un pezzo per il quotidiano nordcoreano “Rodong Sinmun”. In pratica una sinergia che accontenta tutti: la Cina che si mostra al mondo come il più utile e affidabile interlocutore con la Corea del Nord, la RPDC che sfrutta l’occasione per ottenere l’appoggio e l’interessamento del potente alleato nella rimozione delle sanzioni internazionali nei suoi confronti. Altresì con la sua visita a Pyongyang il nuovo imperatore cinese ha lanciato un messaggio diretto agli Stati Uniti, volto a ricordare la centralità di Pechino nella gestione del dossier del nucleare nordcoreano e di conseguenza a quanto la guerra dei dazi tra l’imperialismo americano e quello cinese sia controproducente per l’obiettivo comune della pace nella penisola coreana.
Da parte sua il presidente della Commissione per gli affari di Stato della RPDC e comandante supremo delle forze armate della RPDC Kim Jong Un ha ben incassato l’interessamento cinese, apprezzando molto “l’importante ruolo svolto dalla Cina nel cercare di risolvere la questione della penisola coreana”. “Nell’ultimo anno – ha continuato Kim – la RPDC ha adottato molte misure attive per evitare tensioni e controllare la situazione, ma non ha ricevuto risposte positive dalla parte interessata (gli USA, ndr). La Corea del Nord è disposta a rimanere paziente e spera che la parte interessata lavorerà con la RPDC per cercare soluzioni che soddisfino le rispettive legittime preoccupazioni e spingano ad ottenere risultati dal processo di dialogo”.
Di fatto Kim sarebbe pronto ad abbandonare il programma nucleare solo se gli USA si diranno disponibili a ritirare le truppe dalla Corea del Sud e rinunciare all’“ombrello nucleare”, pilastro della lunga alleanza militare stretta con Seoul. Gli USA di contro non sono affatto favorevoli a dare a Kim queste garanzie in quanto l’imperialismo americano non vuole mollare certo la regione e insistono sul completo e irreversibile smantellamento del programma atomico nordcoreano. Con la Cina che supporta Pyongyang quale cuscinetto antiamericano da una parte, rassicurando l’altra sul suo ruolo di garante della soluzione politica sulla questione nucleare della penisola coreana.
 
 

3 luglio 2019