Su richiesta a sorpresa del capofila dell'imperialismo americano
Incontro amichevole tra Trump e Kim in terra nordcoreana, sulla linea demilitarizzata
Il leader della RPD di Corea : “Sono stato sorpreso dell'invito. È un segnale della volontà di un futuro nuovo”
Un passo importante verso la completa denuclearizzazione della Corea del Nord

 
Dopo il fallimento del vertice di Hanoi del febbraio scorso tra i presidenti coreano Kim Jong Un e americano Donald Trump, la questione dei rapporti tra l'imperialismo americano e la Corea del Nord, a partire dalla denuclerizzazione della penisola coreana, sembrava in stallo di fronte alla bocciatura da parte della Casa Bianca della richiesta di Pyongyang di eliminare le sanzioni al paese una volta smantellati alcuni siti nucleari; non è sufficiente, sostenevano a Washington, dovete chiudere prima tutti i siti.
La situazione si sbloccava con un colpo di teatro non certo improvvisato ma preparato da Trump, probabilmente con la lettera personale inviata il 23 giugno a Kim che non ne rivelava il contenuto, definito però “eccellente”. Il presidente Usa, prima dell’incontro bilaterale con Xi Jinping al vertice G20 di Osaka, avvisava Kim con un tweet che lo avrebbe volentieri salutato sulla linea demilitarizzata a Panmunjom; detto fatto e il 30 giugno modificava il percorso della sua visita a Seul per il veloce faccia a faccia e per un gesto dal significato politico importante, il superamento della linea demilitarizzata. “Sono orgoglioso di aver oltrepassato questo confine. È un grande giorno per il mondo intero”, chiosava Trump che riesce a diventare il primo presidente americano a mettere i piedi in Corea del Nord. Non dimentichiamo che tra i due paesi non esiste un trattato di pace che formalmente ponga fine alla guerra del 1950-53, causata dall'aggressione dell'imperialismo americano alla Corea, né tantomeno relazioni diplomatiche.
Il messaggio politico lanciato da Trump è stato colto da Kim che si dichiarava “sorpreso” da un invito che “è un segnale della sua volontà di aprire un futuro nuovo. Sarò onorato di invitarlo a Pyongyang”. Di rimando Trump lo invitava a Washington. Per Pyongyang si trattava di “uno storico incontro”, una significativa stretta di mano a Panmunjom, luogo che era stato conosciuto come il simbolo della divisione. I due leader si sono lasciati con l'impegno di riprendere il dialogo per fare passi avanti nella denuclearizzazione della penisola coreana e nelle relazioni bilaterali. Vedremo se una volta spenti i riflettori l'imperialismo americano darà seguito alla dichiarata buona volontà verso una intesa.
Dopo i fuochi artificiali del loro primo incontro sull'isola di Sentosa, a Singapore, il 12 giugno 2018, che sembrava segnare la svolta nei rapporti,Trump e Kim si erano lasciati al secondo incontro del 27 e 28 febbraio scorso a Hanoi con un nulla di fatto: senza neppure un documento da sottoscrivere che registrasse lo stallo nella questione sanzioni-distruzione de siti.
Non è dato sapere cosa sia cambiato da allora. Certo è che Trump è costretto a tornare in scena nella penisola coreana dall'inziativa diplomatica di Kim che dopo il fallimento di Hanoi aveva incontrato il presidente russo Vladimir Putin a Vladivostok, in Russia il 25 aprile. “Sono convinto che la sua visita oggi in Russia contribuirà allo sviluppo dei rapporti bilaterali, aiuterà a ottenere una migliore comprensione dei possibili modi per risolvere la situazione nella penisola coreana, per vedere cosa si può fare assieme, cosa può fare la Russia per sostenere i processi attualmente in corso”, dichiarava Putin a Kim garantendo che la Russia avrebbe fatto la sua parte per stabilizzare la situazione in estremo oriente. E rafforzare il ruolo del Cremlino come interlocutore di primo piano nella questione nucleare nordcoreana, dimostrando che gli Usa non sono la sola potenza in grado di dettare l’agenda in questo campo.
La seconda mossa di Kim è stata la visita di Stato a Pyongyang il 20 e 21 giugno del presidente cinese Xi Jinping che gli garantiva l'appoggio della Cina “per raggiungere la denuclearizzazione della penisola e una pace e stabilità durature nell’intera regione”. Nella gestione della denuclearizzazione della penisola coreana anche Pechino riaffermava la sua volontà di avere un ruolo centrale.
Anche Trump lo ha capito e ha scelto al momento di tirare su il piede dell'acceleratore sulle guerre commerciali con Pechino, mettere un punto con la tregua stabilita a Osaka al margine del G20 e volare a Seul e a Panmunjon per l'improvvisata visita a casa di Kim e riprendersi il centro della scena.

3 luglio 2019