Perquisizioni e sequestri a Torino
Blitz contro i gruppi fascisti
Un'aggressione nera ogni dieci giorni

Carabine d’assalto di ultima generazione, mitra d'assalto, fucili di precisione, pistole, munizioni e persino un missile aria-aria: insomma un vero e proprio arsenale quello sequestrato dalla Digos di Torino il 15 luglio a casa di Fabio Del Bergiolo, Alessandro Michele Aloise Monti e Fabio Amalio Bernardi: tre militanti di estrema destra legati ai gruppi neofascisti torinesi e agli ultras della Juventus.
Un sequestro a dir poco inquietante specie se si pensa che insieme alle armi sono stati sequestrati anche diverse insegne, simboli e vessilli neonazisti e che appena tre settimane fa, all'alba del 20 giugno, sempre la Digos di Torino ha effettuato un altro blitz contro i gruppi neofascisti attivi fra il capoluogo piemontese, Ivrea e Cuneo con perquisizioni e sequestri presso le abitazioni di alcuni esponenti di Forza Nuova e Rebel Firm e presso i loro covi.
L'operazione è stata ordinata dalla procura di Torino al termine delle indagini su uno striscione inneggiante al fascismo e all'odio razziale esposto in piena campagna elettorale in corso Unità d'Italia il 22 maggio scorso. La scritta "Spezza le catene dell'usura, vota fascista vota Forza Nuova", con il simbolo del fascio littorio in bella evidenza, era stata anche fotografata e postata su Facebook dal coordinatore regionale di Foza Nuova, Luigi Cortese, ora indagato per apologia del fascismo.
Le indagini, coordinate dal Pubblico ministero Enzo Bucarelli e dall’aggiunto Emilio Gatti, riguardano anche la sede di Rebel Firm, un gruppo di neofascisti legato ad Alessandro Limido, capo della "Comunità Militante dei Dodici Raggi Do.Ra" in provincia di Varese, chiusa e posta sotto sequestro dalla Digos nel 2017 per ricostituzione del partito fascista e le minacce al giornalista di Repubblica Paolo Berizzi.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati, 25 scudi di plexiglass (di cui 3 con il simbolo di Lotta Studentesca), bandiere con croci celtiche, RSI, Falange spagnola, un poster e un busto di Benito Mussolini, mazze da baseball, libri su tematiche di estrema destra e diverso altro materiale di propaganda fascista, compreso un cartellone con attaccati vari adesivi e stemmi di altre organizzazioni neofasciste fra cui “Legio Subalpina” che pochi mesi fa ha aperto il proprio covo in corso Allamano, a Torino.
Mentre le indagini andranno avanti e sono in valutazione la posizione di almeno altri quattro militanti fascisti, il dirigente della Digos torinese, Carlo Ambra, ha detto che: “Ciò che è stato sequestrato evidenzia una particolare pericolosità dei militanti; dall’indagine emergono i collegamenti tra i vari gruppi in Italia e in Europa”.
Dalle indagini sono emersi anche inquietanti legami fra i vari gruppi neofascisti con i capi delle tifoserie del Torino e della Juventus cui è riconducibile un militante di Forza Nuova sottoposto a perquisizione.
Nel commentare la notizia, la presidente nazionale dell’Anpi Carla Nespolo, ha fra l'altro dichiarato: a pochi giorni dalle aggressioni fasciste che a Roma hanno colpito i volontari del Cinema America e “Davanti all’incontrovertibile evidenza di un’organizzazione dichiaratamente fascista che fa dell’uso della violenza e dell’intimidazione lo strumento principale di affermazione politica e sociale, è inammissibile la mancanza di una reazione radicale” chiediamo di sciogliere CasaPound.
Mentre la vice presidente del Senato, Anna Rossomando (PD), ha aggiunto: "Quanto emerso questa mattina a Torino, grazie al lavoro della Digos e della magistratura, è inquietante. I simboli che sono stati sequestrati rappresentano una radicalizzazione della galassia di estrema destra, che ahimé sta crescendo e si sta organizzando sempre di più...Bisogna smettere di minimizzare e banalizzare questi fenomeni e questi gruppi che si pongono chiaramente fuori dal perimetro costituzionale. Nel nostro Paese non deve esserci spazio per questi rigurgiti, chiunque minimizza o giustifica diventa complice".
Segno evidente che i fascisti del XXI secolo, protetti e istigati dal loro duce Salvini e dal governo nero, fascista e razzista Salvini-Di Maio hanno rialzato la testa come testimoniano le continue aggressioni squadriste e gli agguati contro militanti antifascisti, attivisti dei centri sociali, immigrati, rom e perfino giornalisti aggrediti a suon di pugni, calci, testate, colpi di mazze, coltellate e intimidazioni di stupro accompagnate dal saluto romano e slogan inneggianti a Mussolini.
I protagonisti principali sono i militanti o simpatizzanti delle due maggiori organizzazioni dei fascisti italiani, ossia: CasaPound e Forza Nuova, spalleggiate da diverse altre formazioni nere quali: Veneto Fronte Skinhead, Comunità militante dei Dodici Raggi, Lealtà Azione, Rebel Firm, Mab, a cui si aggiungono i gruppi ultrà che, tra svastiche, croci celtiche e striscioni inneggianti al fascismo e a Mussolini, comandano nelle curve di Hellas Verona, Lazio, Inter, Juventus, Varese, Milan e Roma.
Per avere un'idea della pericolosità di questi gruppi e delle nefandezze di cui sono capaci basta sfogliare le pagine web del progetto Infoantifa Ecn che dal 2014 aggiorna e classifica costantemente le aggressioni, gli agguati e gli omicidi compiuti dai fascisti del XXI secolo.
Negli ultimi cinque anni, sottolinea Infoantifa Ecn, sono ben 187 gli episodi di violenza compiuti dai fascisti in tutta Italia.
Cinquantotto, quasi uno su tre, si sono verificati negli ultimi 18 mesi, 20 negli ultimi sei mesi: in pratica uno ogni dieci giorni. Dalla mappa emerge una copertura a macchia di leopardo del territorio nazionale: gran parte delle violenze sono state denunciate nel centro-Italia e nel nord-ovest; segue il nord-est e, in coda, il sud.
Le squadracce nere sono entrate in azione soprattutto nelle periferie romane e nel cuore della Capitale, ma anche nelle città dell’occidente settentrionale, in Lombardia e nel Triveneto.
Sono le aree dove CasaPound e Forza Nuova sono più radicate, e nelle quali si concentra l’azione "militante" degli altri gruppi nazifascisti.
La classificazione degli episodi elaborata da Infoantifa Ecn parla chiaro: dal 2014 a oggi i fascisti hanno compiuto 156 aggressioni, 25 attentati e 6 omicidi.
Ventidue episodi sono riconducibili a Forza Nuova, 70 a Casa-Pound Italia. L’intensità della violenza è graduale: si va dalle minacce verbali alle aggressioni fisiche, dagli attentati incendiari a spazi sociali alle bombe carta contro campi rom e centri di accoglienza, e poi le violenze sessuali, gli omicidi, le tentate stragi come quella del fascioleghista Luca Traini a Macerata.
Una contabilità che purtroppo è ridimensionata per difetto perché comprende solo i casi denunciati ed esclude i tantissimi altri casi in cui la vittima, per paura di ritorsioni e minacce, rinuncia a rivolgersi alle autorità giudiziarie e di pubblica sicurezza.
Nel 2019 l’escalation è iniziata il 7 gennaio con l’aggressione ai danni di due giornalisti dell’Espresso al cimitero Verano di Roma ad opera di alcuni militanti di Forza Nuova a cui hanno fatto seguito le aggressioni dei giorni scorsi da parte dei mazzieri di CasaPound e del Blocco studentesco contro i volontari di Cinema America a Roma.
Prima, tanto per citare i casi più odiosi, ci sono stati gli omicidi di matrice razzista di Idy Diene a Firenze (4 marzo 2018) ed Emmanuel Chidi Namdi a Fermo (6 luglio 2016); il femminicidio di Anna Carusone in provincia di Caserta (22 gennaio 2018) per non parlare della strage di Firenze del 13 dicembre 2011 compiuta dal camerata di CasaPound, Gianluca Casseri, che uccise a colpi di pistola due venditori ambulanti senegalesi, Samb Modou e Diop Mor.
Stragi e aggressioni di stampo nazifascista certificate dalle relazioni annuali dello stesso Viminale da cui risulta che dal 2011 al 2016 ci sono stati 20 arresti (uno ogni tre mesi) e 359 denunce (circa una ogni 5 giorni) a carico di militanti di CasaPound Italia, e 240 denunciati e 10 arrestati a carico di Forza Nuova. Mentre tra il 2013 e il 2018 l’“Osservatorio delle nuove destre” ha recensito 66 aggressioni.
Di fronte a tutto ciò appare a dir poco connivente il silenzio delle istituzioni e in particolare quello del premier Conte, del ducetto Di Maio e soprattutto dell'aspirante duce d'Italia Salvini che non ha detto una parola sugli inquietanti risvolti dell'inchiesta di Torino contro i gruppi neofascisti e i capi ultras coinvolti nelle indagini: pezzi importanti del suo elettorato che lo stesso ministro degli Interni ha sempre protetto e non ha mai fatto mistero di blandire e frequentare, anche quando si trattava di pregiudicati, anche indossando le loro magliette e i loro simboli.
Del resto non è certo un mistero che da quando si è insediato al Viminale, Salvini usa il pugno di ferro e le manganellate solo contro le proteste operaie, i cortei antifascisti, gli immigrati e gli sfrattati e chiunque osa opporsi al regime neofascista.
Esattamente come faceva Mussolini durante il ventennio fascista.
 

17 luglio 2019