Dopo l'incidente mortale del gruista Cosimo Massaro
Accordo insoddisfacente al Mise sull'ex Ilva di Taranto

L'acciaieria di Taranto si guadagna le prime pagine dei notiziari sempre con le brutte notizie. Prima la cassa integrazione per migliaia di lavoratori, non prevista nell'accordo con i nuovi proprietari, poi con una nuova tragedia che è costata la vita a un operaio quarantenne.
Mercoledì 10 luglio una tromba d'aria, ampiamente annunciata, colpiva la città pugliese abbattendo nell'area portuale tre gru della Arcelor Mittal gettandole in mare. Su una di queste si trovava Cosimo Massaro; dato per disperso il corpo è stato ritrovato dopo tre giorni di ricerche nelle acque circostanti.
L'incidente è analogo a quello che si verificò il 27 novembre del 2012 sempre nella stessa area dello stabilimento che all'epoca si chiamava Ilva. In quella circostanza, per il passaggio di un tornado, con venti sino a 200 chilometri all'ora, si staccò la cabina di comando di una gru nella quale era al lavoro un operaio di 29 anni, Francesco Zaccaria. Il giovane rimase intrappolato nella cabina finita in mare e non si salvò.
"Naturalmente - afferma Re David della Fiom - la magistratura accerterà le responsabilità penali dell'incidente di oggi, ma non ci spieghiamo come si possa lavorare con l'allerta meteo a 40 metri di altezza”. "È passato solo un giorno dall'incontro con il ministro Di Maio, al quale abbiamo denunciato la gravissima situazione dello stabilimento di Taranto e oggi piangiamo un altro giovane dipendente ucciso sul lavoro nello stabilimento tarantino” ha dichiarato Sergio Bellavita del sindacato USB.
I sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm hanno prima indetto uno sciopero a oltranza nello stabilimento e poi l'hanno sospeso quando, l'indomani, il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, li ha convocati per lunedì 15 luglio al Mise. Un incontro ministeriale che per i sindacati, però, questa volta doveva “essere l'inizio di un percorso, necessario a produrre delle scelte radicali e di cambiamento". L'USB invece ha continuato la mobilitazione fino al 15.
Nonostante i proclami bellicosi di Di Maio che alla vigilia aveva detto “la vita delle persone non è barattabile”, l'incontro al Mise non ha portato a passi avanti significativi sul fronte della sicurezza. L'azienda ha innanzitutto chiesto impegni al governo “per mantenere operativo l’impianto” perché “nell’ultima settimana, lo spirito collaborativo e il senso comune di intenti di cui abbiamo bisogno sono stati assenti”. Evidentemente ad Ad Arcelor-Mittal non è andato giù lo sciopero che ha quasi fermato tutto l'impianto.
L’azienda ha quindi assicurato che farà un maggiore sforzo negli investimenti in manutenzione e sicurezza utilizzando anche i lavoratori al momento in cassa integrazione se necessario. I sindacati hanno poi concordato di istituire una task force paritetica per analizzare tutti i rischi alla sicurezza nel siderurgico e hanno chiesto al governo di supportarli mettendo in campo a sostegno dell’iniziativa gli ispettori dell’Inail.
Dichiarazioni generiche e insufficienti, tanto che non si è giunti a un vero e proprio accordo, che sarà rimandato a incontri futuri. La situazione però è molto grave e non può andare avanti con i rinvii. La caduta di tre gru in una sola volta dimostra come gli impianti dell'acciaieria cadono letteralmente a pezzi e hanno bisogno d'interventi drastici, non di normali interventi di manutenzione.
Una conferma viene anche dall'ultimo incidente, avvenuto proprio mentre al Mise si stava svolgendo l'incontro sulla sicurezza tra Di Maio, vertici Arcelor-Mittal e sindacati. Nel reparto Laf dell’area a freddo, un carico pesantissimo è crollato al suolo da una gru, senza provocare feriti e danni soltanto per un puro caso.
 

24 luglio 2019