Alla mercé dei caporali
Braccianti schiavizzati nei campi
Muore stroncato dal caldo a Giugliano e viene assunto un'ora dopo la morte

Sfruttati e al nero. Una condizione comune a migliaia di lavoratori del settore agricolo che ritroviamo in tutte le nostre campagne, dal Sud al Nord, che coinvolge indistintamente uomini e donne provenienti da altri paesi e nativi italiani. Una realtà che viene spesso ignorata e salta alla ribalta solo quando ci scappa il morto.
L'ultima vittima si chiama Pasquale Fusco, operaio di 55 anni, morto mentre lavorava a nero in un campo agricolo stroncato da un infarto. Lavorava per oltre 10 ore al giorno svegliandosi alle tre del mattino per recarsi nella serra di un’azienda agricola di Varcaturo, frazione del comune di Giugliano (Napoli). Non era assunto e veniva pagato 3-4 euro all’ora per raccogliere meloni.
Sul corpo dell’uomo è stata disposta dal magistrato di turno l’autopsia. La salma è stata trasportata presso l’Istituto di Medicina Legale del Secondo Policlinico di Napoli. Molto probabilmente non ha retto al forte caldo di questi giorni, amplificato dalla plastica che trasforma le serre in veri e propri forni, ed è collassato al suolo il 27 agosto scorso colto da un malore.
La notizia però è stata diffusa soltanto domenica 1 settembre. Secondo le prime informazioni, Pasquale si sarebbe sentito male intorno a mezzogiorno, il momento più caldo della giornata, e nonostante l'aiuto dei suoi compagni, all'arrivo dei soccorritori del 118 era già morto.
Il titolare, un uomo di 50 anni, è stato sanzionato con alcune migliaia di euro che certamente non impediranno in futuro alla sua azienda di continuare a usare lavoro irregolare. Durante i controlli sono stati scoperti altri lavoratori al nero mentre il povero Fusco era stato addirittura assunto da morto, un'ora dopo il decesso, nel macabro e vano tentativo di regolarizzare a posteriori la vittima.
Lo sfruttamento degli operai agricoli è una piaga diffusa e in continua espansione. Lavorando senza regole, con orari lunghissimi e in condizioni ambientali estreme fa si che gli infortuni, spesso mortali, siano sempre più all'ordine del giorno. Non a caso il settore agricolo è in cima sia alla lista degli infortuni che a quella delle infiltrazioni della malavita, tanto che il fatturato delle agromafie in Italia è in continuo aumento: ben 25 miliardi di euro nel 2018.
Stiamo parlando di veri è propri schiavi moderni, braccianti costretti a lavorare per 2 euro l'ora fino a 13 ore al giorno, alla mercé di caporali che taglieggiano ulteriormente le misere paghe dei lavoratori italiani che non hanno altro sbocco occupazionale, o più spesso di immigrati costretti a vivere in misere e fatiscenti baraccopoli.
Una situazione drammatica a cui concorre la grande distribuzione organizzata che impone prezzi bassi alle aziende che si rivalgono sui lavoratori, mentre sugli scaffali i consumatori pagano frutta e verdura a caro prezzo.
 
 
 
 
 

11 settembre 2019