Saluto di Monica Martenghi, a nome del CC del PMLI, ai partecipanti alla Commemorazione di Mao nel 43° Anniversario della sua scomparsa
Dobbiamo credere fermamente alla missione del PMLI e operare di conseguenza

Care compagne e compagni, care amiche e amici,
a nome del Comitato centrale del nostro Partito e dei compagni dirigenti seduti alla presidenza con alla testa il compagno Giovanni Scuderi porgo a tutti voi un caloroso saluto e un sincero ringraziamento per essere presenti a questa pubblica iniziativa in occasione del 43° Anniversario della scomparsa di Mao, grande Maestro del proletariato internazionale, dei popoli e delle nazioni oppresse, deceduto il 9 Settembre 1976.
Salutiamo il compagno Enrico Chiavacci che a nome del Comitato centrale del Partito terrà il discorso ufficiale sul tema “Mao, il fronte unito e la lotta per il socialismo”.
Salutiamo con gioia rivoluzionaria tutte le compagne e i compagni provenienti da quasi tutta Italia, specialmente quelli che vengono da molto lontano, che hanno sopportato lunghi, disagevoli e costosi viaggi.
Ringraziamo caldamente e con profonda riconoscenza tutte le compagne e i compagni, militanti e simpatizzanti del PMLI, e le loro rispettive istanze, nonché le Commissioni centrali che hanno preparato e propagandato la Commemorazione e addobbato la sala.
Permetteteci di cogliere questa occasione per tributare un elogio collettivo alle Istanze, ai militanti e ai nostri valorosi simpatizzanti, specie quelli gravati da onerosi impegni lavorativi, familiari e di salute, che in quest’anno politico, dalla scorsa Commemorazione ad oggi, si sono fatti in quattro per portare la linea politica antifascista e antirazzista, sindacale, femminile e studentesca fra le masse popolari, al 18° Congresso CGIL, alle iniziative dell’ANPI, durante le manifestazioni e le lotte di piazza contro il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio, il Tav, l’apertura dei covi e le adunate fasciste di Casa Pound, contro la violenza maschile e di genere, contro il decreto di legge Pillon, per tenere alte le rosse bandiere dell’8 Marzo, del 25 Aprile e del 1° Maggio, per propagandare la linea astensionista marxista-leninista del PMLI per le elezioni europee e amministrative parziali, per tenere vivo il ricordo e gli insegnamenti dei grandi Maestri del proletariato internazionale.
Salutiamo chi non conosciamo e partecipa per la prima volta a una iniziativa pubblica del Partito. Auspichiamo che si possa approfondire la nostra reciproca conoscenza concordando un incontro.
Salutiamo con molto calore tutti i compagni anche tra i massimi dirigenti nazionali del PMLI, che hanno gravi problemi di salute, sia quelli che, nonostante tutto, oggi sono qui con noi, sia quelli che purtroppo non sono più in grado di partecipare nemmeno alla vita del Partito.
Ringraziamo chi, pur impossibilitato a partecipare, ha voluto comunque esserci vicino inviando messaggi di saluto alla Commemorazione. I saluti che ci hanno inviato li potrete trovare sul prossimo numero de “Il Bolscevico” che sarà interamente dedicato a questa Commemorazione. A questo proposito tutti i presenti, non membri del PMLI, sono invitati a inviare a “Il Bolscevico” le loro impressioni, anche solo poche parole, sulla Commemorazione di Mao.
 

Ricordo dei compagni scomparsi
Un pensiero pieno di affetto e gratitudine va alla compagna e ai compagni scomparsi: Nerina “Lucia” Paoletti - tra i primi 4 pionieri del PMLI -, Cirano Biancalani, Angelo Cimmino, Vincenzo Falzarano, Giuseppe Lepore, Marco Marchi, Ferruccio Panico, Ferdinando Puglia, Lorenzo Santoro, Salvatore Zunica.
In questi due ultimi mesi sono scomparsi il compagno simpatizzante e sostenitore economico del PMLI Fabio Zannelli e l’esemplare e amato compagno membro del Partito Battista Bruni, alias Tino.
Il compagno Tino è stato fino all’ultimo suo respiro un combattente marxista-leninista. Egli ha sempre tenuto alta la bandiera del PMLI senza mai vacillare, senza mai perdere la fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in se stesso. Profondamente dispiaciuto per non aver potuto partecipare quest’anno per motivi di salute alle manifestazioni del 25 Aprile e del 1° Maggio, alle quali non era mai mancato, e nonostante la malattia lo avesse ormai minato profondamente, il 5 maggio 2019, pur in carrozzina, ha voluto partecipare alla celebrazione del 201° Anniversario della nascita di Marx davanti al busto eretto nei giardini della biblioteca comunale di Riccione. Una settimana prima che morisse, il 6 luglio, parlando col Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi, che gli aveva telefonato, aveva detto che si augurava di poter partecipare alla Commemorazione di Mao del 15 settembre, anche se in carrozzina.
Il compagno Tino è stato ammesso al PMLI il 14 febbraio 2006 e promosso membro effettivo il 14 febbraio 2008. Ha partecipato come delegato al 5° Congresso nazionale del PMLI. Aveva conosciuto il Partito in occasione della Commemorazione di Stalin svoltasi nel dicembre del 2003 a Cesena. Era particolarmente legato a Stalin e volle che a questo grande Maestro del proletariato fosse dedicata la Cellula di Rimini che fondò il 24 giugno 2007.
L’entrata nel PMLI era il naturale approdo di una vita spesa tutta dalla parte del proletariato e del socialismo. Mancava solo l’incontro col PMLI e la conseguente presa di coscienza della vera natura del revisionismo moderno. A 14 anni si iscrisse all'Associazione pionieri italiani promossa dal PCI. Poi si è iscritto alla FGCI, quindi al PCI e successivamente al PRC. Nella sua domanda di ammissione al PMLI scriveva: “il PRC mi ha ingannato per 14 anni, come il PCI per 40 anni”.
Il compagno Tino aveva una forte tempra antifascista e anticapitalista. E per questo è stato colpito più volte dalla repressione. La prima volta per picchettaggio davanti a una fabbrica di cemento. Una seconda volta per aver manifestato contro i fascisti al raduno di Torre Pedrera nel 1960. L'ultima volta il 5 maggio 2012 per aver partecipato a un presidio antifascista a Rimini contro un raduno di Forza Nuova. In quell’occasione, nel messaggio di solidarietà inviatogli dai Dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi si legge: “Noi siamo orgogliosi di te, per come ti sei comportato nella caserma dei carabinieri dove sei stato interrogato. Hai tenuto loro testa con fierezza rivendicando il diritto di portare in piazza e fra le masse le proposte e la bandiera del PMLI. Sei un esempio per tutti noi e per tutto il Partito. Ai nostri occhi appari come un Gigante Rosso che schiaccia i vermi fascisti, in divisa e no”.
Il compagno Tino è stato un instancabile organizzatore di banchini e iniziative dedicate in particolare a tenere alto il nome e l’opera dei grandi Maestri del proletariato internazionale, a sostenere l’astensionismo elettorale marxista-leninista e la linea antifascista del Partito sia a Rimini sia dando man forte ai compagni delle città limitrofe. Era particolarmente legato alla Resistenza antifascista, spesso infatti il compagno è andato in piazza per le iniziative partigiane, rappresentando il Partito a volte anche da solo nelle manifestazioni contro le adunate dei neofascisti a Rimini. Senza parlare della sua puntuale partecipazione alle iniziative nazionali del Partito e alle manifestazioni nazionali. Tant’è che il compagno Tino si era guadagnato l’appellativo di “soldato rosso” perché era sempre pronto ad affrontare la battaglia per la causa dell’emancipazione del proletariato dallo sfruttamento e dell’oppressione della società capitalista.
Il compagno Tino è stato ed è un esempio commovente e imperituro di sacrificio, dedizione e determinazione alla causa del proletariato, del socialismo e del Partito per tutti i compagni, dirigenti, militanti e simpatizzanti del PMLI.
Il compagno Tino è un campione di coerenza, di combattività e di modestia proletarie rivoluzionarie e marxiste-leniniste. Non ci scorderemo mai dei preziosi contributi politici ed economici donati al PMLI e alla causa del proletariato e del socialismo. Rimarrà per sempre nei nostri cuori.
A nome della presidenza propongo un minuto di silenzio alzandoci in piedi per onorare questi due compagni.
Compagno Battista Bruni! PRESENTE
Compagno Fabio Zannelli! PRESENTE
Traiamo forza dal loro esempio per rimanere fedeli per tutta la vita alla causa del Partito e del socialismo.
Insieme ai nostri compagni defunti vogliamo rivolgere un sentito ricordo a tutte le vittime del capitalismo e dell’imperialismo.
A cominciare dai migranti. Solo negli ultimi 5 anni sono più di 15 mila i migranti che hanno perso la vita in mare. Altri l’hanno persa nel nostro Paese a causa del supersfruttamento a cui sono condannati e della mancanza dei diritti più elementari. Dobbiamo difendere strenuamente i diritti dei migranti anche se ci dovessimo trovare in minoranza e isolati. Non crediamo proprio che la politica fascista e razzista contro i migranti subirà un’inversione di tendenza rispetto al passato governo. Comunque la parola d’ordine imprescindibile del PMLI è stata e resta “Frontiere e porti aperti per i migranti in Italia e in tutti i paesi Ue”.
Ma il capitalismo italiano non è responsabile solo della morte dei migranti. Sono già oltre 600 i lavoratori morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, un nuovo record rispetto agli anni precedenti. Oltre 300 mila sono gli infortuni sul lavoro. Un vero e proprio bollettino di guerra. Qualche giorno fa è stato il caso di un bracciante italiano, 55 anni, tre figli, all’estrema periferia di Giugliano, in provincia di Napoli, morto a causa del caldo torrido che aveva trasformato in forni le serre di meloni dove lavorava dall’alba a sera senza contratto e per appena 40 euro al giorno. Proprio giovedì scorso altri 4 operai sono morti annegati in una vasca in un’azienda agricola in provincia di Pavia a causa dell’assenza dei pur minimi sistemi di sicurezza.
Ricordiamo le vittime del femminicidio e della violenza contro le donne e le persone transessuali, una mattanza che non accenna a diminuire, anzi si infittisce sempre più perché si tratta di un fenomeno figlio della cultura e della morale borghese, fascista, patriarcale, maschilista e omofoba fondata sulla mai abbandonata triade mussoliniana “dio, patria e famiglia”, sulla discriminazione e la subordinazione della donna, la sua concezione di oggetto sessuale e proprietà privata ed esclusiva dell’uomo.
 

Oscuramento del PMLI
Anche quest’anno i media di destra e di “sinistra” hanno ignorato la Commemorazione di Mao. Hanno raggiunto il massimo della vigliaccheria e della disinformazione non citando il fulminante documento dell’Ufficio politico del PMLI sul nuovo governo mentre danno ampio spazio all’arcimbroglione e opportunista Marco Rizzo travestito da comunista marxista-leninista. Nulla più ci meraviglia. Si fa di tutto per evitare che le masse conoscano il PMLI. Sono giunti persino a oscurare il sito del Partito per ben 27 giorni, peraltro in piena crisi di governo, quando sarebbe stato ancor più importante fosse in rete la posizione del PMLI sull’attuale situazione politica italiana.
La Responsabile delle Relazioni Esterne di Tiscali, il server su cui è appoggiato attualmente il sito del PMLI, Ilenia Loi, ci ha comunicato che: “L'inconveniente nel quale siete incorsi non ha nulla a che vedere con presunte volontà di oscuramento del vostro sito”. Eppure continuiamo a pensare che i partiti parlamentari e di regime non avrebbero avuto lo stesso trattamento e, ammesso che ci fossero solo problemi tecnici, i tempi di risoluzione sarebbero stati assai più rapidi. Fra l’altro, a tutt’oggi il PMLI non ha ricevuto alcuna comunicazione né del motivo del mancato funzionamento del suo sito per così tanto tempo né alcuna risposta ai solleciti scritti e telefonici che richiedevano la sua immediata riattivazione.
 

Note biografiche di Chiavacci
Il relatore ufficiale, come abbiamo già detto, oggi è il compagno Enrico Chiavacci. È la prima volta che tiene il discorso ufficiale a una Commemorazione di Mao.
Chi lo conosce e ha lavorato con lui, magari partecipando assieme alle tante manifestazioni nazionali a Roma che l’hanno visto membro della Delegazione nazionale del PMLI, ha già avuto modo di apprezzarne le capacità politiche e organizzative, la generosità e la modestia che sono sue caratteristiche peculiari.
A chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo diamo solo alcune brevi note della sua biografia politica.
Il compagno Chiavacci, che tiene molto alle sue origini familiari operaie che l’hanno cresciuto nei valori del lavoro, del rispetto e dell’umiltà, nel 1993, a soli 15 anni, inizia a lavorare nei mesi estivi quando termina la scuola e si avvicina alla politica entrando nel circolo di Rufina del PRC. Aiuta la campagna elettorale per il PRC alle elezioni che portarono al potere Silvio Berlusconi, e alle comunali, ma poco dopo, con una lettera di due pagine nella quale spiega le sue ragioni, esce da quel partito, considerandolo poco in linea con quello che aveva letto di Marx e di Lenin. Cominciò ad aprire gli occhi partecipando ad un incontro di giovani imprenditori fiorentini che vedevano fra i relatori Fausto Bertinotti che rassicurava sull’impatto per il capitalismo della nuova sinistra, e il tradimento dei 34 senatori del PRC che anziché votare contro il governo Dini, ministro del Tesoro del governo Berlusconi abbattuto dalla piazza, si astennero consentendogli così di salire a Palazzo Chigi in piena continuità.
Determinante fu la conoscenza del PMLI attraverso il compagno Mino Pasca, che allora insegnava nella sua scuola, che lo spinse ad approfondire la conoscenza delle posizioni del Partito, che così in seguito egli cercò di tradurre in pratica nell’ambiente studentesco, promuovendo la costituzione del comitato degli studenti, in autonomia rispetto agli organi collegiali istituzionali.
Dopo un breve periodo da simpatizzante è ammesso al PMLI nell’aprile 1996. Sceglie di servire la classe operaia, lui che proviene da una famiglia operaia e “da sempre comunista”, come scriveva nella sua domanda di ammissione, affinché nel PMLI e grazie al PMLI “la classe operaia possa avere il potere politico e si possa così cancellare definitivamente sia il fascismo, sia il capitalismo”. Ci vuole molto coraggio e determinazione da pioniere marxista-leninista ad alzare per primo e da solo la bandiera del PMLI nella sua cittadina da sempre soffocata sotto la cappa del sistema di potere PCI-PDS-DS e quindi PD. Così nel 1995, fonda l’Organizzazione di Rufina del PMLI. E’ delegato al quarto ed al quinto Congresso nazionale del Partito.
In Valdisieve, opera costantemente con altre compagne e compagni simpatizzanti, promuovendo le campagne elettorali astensioniste marxiste-leniniste fin dal 1995; fra queste si rivela particolarmente difficoltosa quella del 2013 quando il comune di Rufina nega gli spazi per le affissioni al PMLI un anno prima dell’abolizione della propaganda indiretta. Dopo venti giorni però il comune di Rufina è costretto a tornare in delibera e a riassegnare gli spazi in virtù dell’incessante lavoro – anche legale – del compagno e del Partito. Numerose sono le iniziative di Partito che organizza ma ci preme ricordare la celebrazione della Rivoluzione d’Ottobre nel 2017 e, nel 2018 la celebrazione come “Bolscevico” del cinquantesimo della Grande Rivolta del Sessantotto.
Nel 2016, dopo un impegnativo lavoro di fronte unito con l’ARCI locale, l’Organizzazione di Rufina del PMLI ottiene la disposizione di una sede a uso interno presso il circolo ARCI di Casini, frazione del comune di Rufina.
Il compagno Chiavacci è particolarmente attivo nel promuovere e organizzare iniziative comuni assieme ad altre forze politiche locali mettendo in pratica la politica di fronte unito del Partito. In particolare ricordiamo i Comitati locali su temi nazionali come quello per l’estensione dell’art. 18, quello per il referendum sulla “procreazione assistita”, contro la controriforma costituzionale di Berlusconi, lo scippo del TFR, per l’acqua pubblica e contro il nucleare, contro le trivellazioni e la controriforma di Renzi. Col Comitato contro l’inceneritore di Selvapiana a Rufina, battaglia che si concluderà vittoriosamente 13 anni dopo, il compagno mette in luce una particolare predisposizione a trattare i temi dell’ambiente, clima e natura.
Nel frattempo già giovanissimo diventa RSA dell’azienda nella quale lavora e viene eletto nell’area di minoranza CGIL “Lavoro e Società – cambiare rotta” nel direttivo provinciale Flai-Cgil. Nel 2016, da unico e primo iscritto CGIL nella storia della BCC di Pontassieve, riesce a unire un gruppo di lavoratori e a costituire la RSA della FISAC CGIL; dal 2017 viene incaricato Coordinatore Regionale del settore BCC, incarico mantenuto nonostante al congresso CGIL del 2018, sostiene come unico relatore in Toscana il documento di minoranza “Riconquistiamo tutto” nelle assemblee congressuali, fino al regionale di categoria. Attualmente, oltre ad essere coordinatore regionale del settore del Credito cooperativo e membro del Coordinamento nazionale di settore, è anche membro dei direttivi provinciale e regionale della FISAC CGIL.
Da sempre sensibile e attivo sui temi dell’antifascismo, dieci anni fa, al Congresso costitutivo della sezione ANPI di Rufina, i partecipanti al congresso stesso - ed in particolare alcuni militanti del PRC, chiedevano al compagno di entrare a far parte del direttivo risconoscendone di fronte alla presidenza l’impegno antifascista del compagno e indirettamente del PMLI. Chiavacci è vice presidente dell’ANPI e spesso tiene discorsi a nome della sezione di Rufina alle iniziative che vengono promosse dalla sezione stessa ed a molte altre alla quale la sezione è invitata.
Attualmente egli sta dando degli importanti contributi sui piani politico, giornalistico e pratico nel lavoro di masse e di fronte unito, in particolare nella Cgil, nell’Anpi e in campo ambientale e del cambiamento climatico.
In conclusione valgono le parole spese sul compagno Chiavacci dal Segretario generale, Giovanni Scuderi, nel Discorso alla 6ª Sessione plenaria del 5° Comitato centrale del PMLI tenutosi a Firenze il 14 gennaio 2018 “La situazione del PMLI, i nostri problemi e la lotta contro il capitalismo, per il socialismo”. A proposito di un importante incarico ricevuto dal compagno Chiavacci, assieme al compagno Frezza, da parte del Comitato centrale Scuderi affermò: “Con loro a importanti posti di responsabilità e di combattimento, il Partito è divenuto più forte e può guardare con maggiore tranquillità il suo avvenire”.
 

Il fronte unito
Il compagno Enrico Chiavacci tra poco illustrerà la fondamentale linea del PMLI sul fronte unito tracciata dal Segretario generale del Partito Scuderi, in occasione della Commemorazione di Mao del 10 settembre 2006.
Ricordiamo queste sue parole: “Durante questi trenta anni dalla scomparsa di Mao, attraverso le commemorazioni e in altre occasioni, abbiamo messo a fuoco molti insegnamenti di Mao, oggi ci occuperemo del tema riguardante le classi e il fronte unito. Un tema fondamentale per avere un corretto orientamento nella lotta di classe e nel lavoro di massa, per non sbandare a destra o a ‘sinistra’, per far bene e con successo il lavoro per lo sviluppo, la costruzione e il radicamento del PMLI.
Non è la prima volta che ne parliamo, e questa non sarà certo l'ultima.
In due occasioni lo abbiamo fatto in maniera sistematica. Per le classi il riferimento è il n. 2 del 1972 de ‘Il Bolscevico’, allora organo dell'Organizzazione che il 9 Aprile 1977 ha dato vita al PMLI.
Per il fronte unito il riferimento è il capitolo ‘Praticare un'abile e lungimirante politica di Fronte unito’ del Rapporto al 2° Congresso nazionale del PMLI tenutosi nei giorni 6, 7 e 8 novembre del 1982.
Altre volte ne abbiamo parlato, prima e dopo quelle date, ma non in forma così sistematica. Ci ritorniamo sopra ora per approfondire ancora il discorso in base alla nuova esperienza che abbiamo accumulato nel frattempo e alle nuove esigenze del Partito e della lotta di classe”.
Nel suo importante discorso c’è un altro punto chiarificatore che è utile ricordare: “Il Partito del proletariato svolge un ruolo fondamentale e unico per rieducare il proletariato a essere una classe per sé. In questo compito non può essere sostituito da nessuno. Può però essere coadiuvato da organismi e pubblicazioni culturali marxisti-leninisti da esso promossi e diretti.
Il Partito svolge un ruolo fondamentale pure nelle lotte immediate e a lungo termine del proletariato e delle masse, ma in queste lotte da solo può arrivare fino a un certo punto. Ha quindi bisogno di allearsi con altri partiti, gruppi e movimenti sulle questioni politiche, sindacali, sociali, ambientali, culturali di comune interesse, al limite anche con delle forze acomuniste e anticomuniste. In questi casi le differenze ideologiche e strategiche vanno poste in secondo piano.
Praticare queste alleanze vuol dire fare fronte unito. Si tratta di un tema di vitale importanza per lo sviluppo, la costruzione e il radicamento del PMLI e per far bene il lavoro di massa. Lo abbiamo definito in termini strategici e tattici nel punto VI del Programma generale del Partito approvato l'11 Aprile 1977 e sviluppato al 2° Congresso nazionale del PMLI, come abbiamo già detto, in base all'esperienza del Partito accumulata nel frattempo. Da allora in poi ne parliamo continuamente per sviluppare e migliorare il lavoro di massa.
Il fronte unito è una delle tre armi principali per sconfiggere il nemico”.
 

Il governo Conte e il PMLI
Questa Commemorazione di Mao si svolge quando è in carica il governo trasformista liberale Conte. Esso è al servizio del regime capitalista neofascista ed è sostanzialmente in continuità con il governo precedente dei fascisti del XXI secolo. Non ha nulla di rosso.
Come ha indicato l’Ufficio politico del PMLI nel documento strategico del 9 settembre: “Non dobbiamo dargli tregua, invitiamo tutte le forze autenticamente di sinistra anticapitaliste, tutti gli sfruttati e gli oppressi, in primo luogo il proletariato, le ragazze e i ragazzi che si battono per un nuovo mondo, a unirsi per combatterlo e abbatterlo e poi proseguire ancora insieme per conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato. In questo quadro e con questo spirito unitario il PMLI è pronto e disponibile a partecipare a qualsiasi iniziativa contro questo governo promossa dai partiti, gruppi e movimenti che hanno la bandiera rossa e la falce e martello”. Pertanto parteciperemo alla manifestazione nazionale antigovernativa del 5 ottobre a Roma promossa dal PC, anche se consideriamo incompleta la parola d’ordine in quanto non indica di battersi per la conquista del socialismo e del potere politico del proletariato.
Ovviamente come sempre parteciperemo a tutte quelle iniziative politiche e di piazza che hanno lo scopo di difendere gli interessi dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, delle donne, degli studenti, delle masse popolari, dei migranti del nostro Paese. In questo quadro sosteniamo l’importante Assemblea nazionale del 29 settembre contro ogni “autonomia differenziata” qualsiasi sia la sua versione, più o meno soft, significa secessione del Nord più ricco e abbandono alla deriva del nostro Meridione.
Per condurre la battaglia contro questo governo menzognero e demagogo, per chiarirsi settimanalmente le idee su ciò che accade in Italia e nel mondo dobbiamo leggere attentamente “Il Bolscevico” di cui il 15 Dicembre festeggeremo pubblicamente a Firenze il 50° compleanno. 50 anni di giornalismo marxista-leninista contro il capitalismo, per il socialismo e il potere politico del proletariato.
Siete tutti invitati alla Festa. Viva le gloriose Penne Rosse!
Noi dobbiamo credere fermamente alla missione del PMLI, che è quella di instaurare in Italia il socialismo e il potere politico del proletariato, e operare di conseguenza costi quel che costi. Senza farsi condizionare dai problemi personali, familiari e professionali, dalle sirene che cercano di convincerci ad abbandonare il Partito, o almeno ridurre il nostro impegno politico, e a non esporci pubblicamente. Senza farsi condizionare dalle difficoltà, dalle repressioni e da ogni altro problema che incontriamo inevitabilmente durante la nostra Lunga Marcia politica e organizzativa, che non ha precedenti nella storia del movimento operaio italiano.
Dobbiamo mantenerci saldi in cordata, aiutandoci l’un l’altro e sostenendo i più deboli, prestando una seria attenzione alle pallottole inzuccherate della borghesia, che possono corrompere e far deviare anche i dirigenti nazionali del Partito che fino al tradimento appaiono forti ideologicamente e politicamente e fedeli al Partito e alla causa. Come è successo l’anno scorso. Per questo è necessario tenere vivi la lotta tra le due linee e il processo di critica e autocritica all’interno del Partito.
Come il Segretario generale del Partito ha scritto alla Delegazione nazionale del PMLI alla grande manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne e di genere: “Non guardiamo a chi tradisce il PMLI e la causa del socialismo, ma a chi da 51 anni tira la carretta del Partito senza badare a sacrifici e a rinunce personali pur di dare un corpo da Gigante Rosso al PMLI, avendo una incrollabile fiducia verso il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, il socialismo, il PMLI, le masse e in noi stessi”.
Il capitalismo e la classe dominante borghese italiana sono in piena crisi, dilaniati da crescenti contraddizioni e divisi in tante correnti e sottocorrenti politiche, partitiche, parlamentari, istituzionali, economiche e finanziarie. La crisi governativa e la formazione del nuovo governo ne sono una prova. Le condizioni oggettive sono favorevoli per dar loro dei colpi devastanti e per sviluppare la lotta di classe.
Il compagno Scuderi, nel memorabile discorso commemorativo di Mao del 9 Settembre 1986 dal titolo “La concezione di Mao del mondo e l’attuale lotta di classe, ha detto: “La forza e la volontà di far mordere la polvere ai capitalisti ci sono, solo che l’attuale direzione delle masse non dà a queste tutta la corda che vorrebbero e agisce in modo da ricondurre le lotte che è costretta a subire, o che sfuggono temporaneamente al suo controllo, nell’ambito costituzionale e parlamentare. E questo vale non solo per il PCI ma anche per DP, il cui riformismo, parlamentarismo e pacifismo sono divenuti proverbiali.
Da questa situazione perciò non se ne esce se il PMLI non viene conosciuto e non si afferma come la nuova guida rivoluzionaria. Finché il PMLI non conquisterà la direzione delle masse, la lotta di classe rimarrà sempre sul terreno borghese e non potrà mai trasformarsi in lotta cosciente per il socialismo.
Questo è ciò che dovrebbero comprendere gli operai di avanguardia e tutti coloro che lottano per il socialismo, e trarne le dovute conseguenze politiche e organizzative. Non si può stare sull’albero a cantare e a fare i conti su quello che si perde e si guadagna sul piano personale, quando c’è un urgente bisogno di cervelli e di braccia che si adoperino per dare una direzione rivoluzionaria alla classe operaia e alle masse.
La questione dello sviluppo nazionale del PMLI è quindi una questione che riguarda non solo i membri del Partito ma tutti coloro che hanno speso la vita, o vogliono spenderla, per l’emancipazione della classe operaia.
Noi marxisti-leninisti abbiamo in mano la metà della chiave dello sviluppo del PMLI, l’altra metà è in mano ai rivoluzionari che si trovano dentro e fuori ai partiti della sinistra parlamentare o ai gruppi ultrasinistri. Quanto prima le due metà della chiave saranno congiunte, tanto prima sarà impressa una svolta alla lotta di classe.
Lo sviluppo della lotta di classe e lo sviluppo del PMLI si condizionano e si influenzano reciprocamente. Non ci può essere sviluppo dell’una senza lo sviluppo dell’altro, è una questione dialettica. Ma in ultima analisi è lo sviluppo del Partito che determina il corso, il carattere, i tempi e la finalità della lotta di classe. Da qui la necessità e l’urgenza che tutti i rivoluzionari si uniscano nel PMLI, rompano col revisionismo di destra e di 'sinistra', e diano un grande impulso allo sviluppo nazionale del Partito.
Diciannove anni fa abbiamo iniziato una lunga marcia organizzativa per costruire un grande, forte e combattivo Partito, capace di guidare la classe operaia e le larghe masse popolari verso il socialismo. Siamo all’inizio dell’opera, e il più resta da fare, e lo faremo avvalendoci delle nuove e fresche energie che via via capiranno la nostra nobile causa e si uniranno a noi.
Quando partimmo eravamo incoraggiati dalla forte presenza del presidente Mao, oggi che egli non c’è più e che una nera cappa è scesa sulla Cina è più difficile proseguire il cammino. Eppure dobbiamo andare ugualmente avanti con lo stesso ardore e la stessa fiducia di quando compimmo i primi passi. Il proletariato è ancora prigioniero delle catene del capitalismo ed ha bisogno del suo Partito che gliele spezzi.
È la storia, è la classe operaia cosciente, è la causa del socialismo che ci chiedono di andare avanti, di continuare e completare l’opera che da pionieri abbiamo iniziato guardando sempre fiduciosi verso l’avvenire”.
Avanti, avanti, avanti con forza e fiducia verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Uniamoci per combattere e abbattere il governo trasformista liberale Conte al servizio del regime capitalista e neofascista!
Con Mao per sempre!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

18 settembre 2019