Relazione di Mino Pasca alla Riunione allargata della Redazione centrale de “Il Bolscevico” e della Commissione per il lavoro di stampa e propaganda del CC del PMLI
Essere Esperti Rossi per onorare il 50° Anniversario della fondazione de “Il Bolscevico

Care compagne e cari compagni,
dopo aver atteso tanto, troppo tempo a causa delle numerose difficoltà d'ordine organizzativo, logistico ed economico che fin qui ce l'hanno impedito, abbiamo finalmente l'occasione di tenere questa Riunione di bilancio della Redazione centrale de “Il Bolscevico” allargata ai collaboratori esterni e della Commissione per il lavoro di stampa e propaganda del CC del PMLI. Una Riunione tanto più necessaria e urgente ora che ci apprestiamo a celebrare il mezzo secolo di vita del nostro amato e prezioso organo di stampa, ben sintetizzato dallo slogan: “50 anni di giornalismo marxista-leninista contro il capitalismo, per il socialismo e il potere politico del proletariato ”. Un giornale prezioso come l'aria che respiriamo: ce ne siamo amaramente accorti durante l'agosto scorso, tra il 3 e il 29 agosto più precisamente, quando il sito del PMLI, e quindi “Il Bolscevico” sono stati oscurati. D'improvviso ci siamo sentiti mancare l'aria che ossigena i nostri cervelli, alimenta la nostra attività ed è una risorsa imprescindibile della nostra vita politica, mentre ci veniva a mancare persino la possibilità di accedere a questa miniera che raccoglie lo sterminato patrimonio marxista-leninista accumulato in mezzo secolo dal nostro Partito. Prezioso e insostituibile non solo per la più ristretta cerchia di militanti e simpatizzanti marxisti-leninisti ma anche per gli amici e i visitatori del sito, il che è testimoniato dalle tante e tante lettere e messaggi di solidarietà, preoccupazione, incoraggiamento e denuncia dell'oggettiva “censura arbitraria ” ai nostri danni, giunti immediatamente dal PC (ML) di Panama e persino da chi, come Bruno, nel dichiararsi disponibile, in virtù delle sue conoscenze tecniche del settore, a darci una mano nella risoluzione del problema, aggiungeva: “Spiace non poter leggere più i vostri articoli. Non vi arrendete, i vostri articoli sono i migliori per capire l'attualità italiana ”. Occorre altro per convincerci dell'enorme responsabilità che compete oggettivamente a noi giornalisti marxisti-leninisti?
Saluto tutti i presenti e ringrazio in particolare i compagni non residenti a Firenze che hanno dovuto sacrificare il meritato riposo dall'asfissiante lavoro professionale e dall'impegnativo lavoro giornalistico, sobbarcarsi spese e lunghi viaggi e posticipare il rientro a casa dopo aver partecipato questa mattina alla bellissima e stimolante Commemorazione di Mao che il CC del PMLI celebra ogni anno, tenuta brillantemente dal compagno Enrico Chiavacci e dedicata a un tema di straordinaria attualità com'è quello del Fronte unito. E ringrazio quei compagni che hanno voluto comunque essere presenti nonostante soffrano di un precario stato di salute. Il loro spirito e la loro determinazione sono d'esempio e di stimolo per l'intera Redazione centrale. Un affettuoso e commosso saluto di pronta guarigione rivolgo in particolare al caro compagno Giordano che nei giorni scorsi ha visto aggravare il suo stato di salute e suo malgrado non ha potuto sostenere il lungo viaggio già programmato dalla Calabria per partecipare a questa nostra riunione. Mentre lo incoraggiamo a non abbattersi e gli auguriamo di poter superare questo difficile momento, noi lo consideriamo presente idealmente fra noi, presente grazie ai suoi tanti contributi giornalistici di alta qualità politica che ha saputo regalarci in questi anni.
In risposta a una lettera in cui i redattori centrali impegnati nella settimanale riunione di programmazione del numero successivo del Bolscevico rivolgevano al direttore, assente per un intervento chirurgico, i “più affettuosi e fraterni auguri di buona guarigione ”, egli così rispondeva: “Vi ringrazio e sono commosso dalle vostre parole e dai vostri propositi, che sono la migliore medicina per la mia guarigione. Siete voi ed è la consueta riunione redazionale settimanale a mancarmi, anche se sono appena passati due giorni dalla chiusura del giornale.
I vostri calorosissimi auguri mi incoraggiano ancor di più perché noi tutti ben sappiamo che quando ci troviamo davanti a una nuova salita non ci rimane che serrare ancor più le nostre file e fare ancor meglio il gioco di squadra, come ci suggerisce da sempre il compagno Scuderi.
Il PMLI, il proletariato e gli antifascisti conseguenti hanno oggi più che mai bisogno del Bolscevico: esso ha continuato a uscire regolarmente ogni settimana per cinquanta anni e continuerà la sua preziosa e insostituibile funzione senza che alcuno si sia mai accorto dei piccoli e grandi trambusti che accadono dietro le quinte. È un miracolo dei marxisti-leninisti che si ripete regolarmente ogni settimana. Perché esso è il meraviglioso frutto collettivo non di eroi sovrannaturali ma di compagne e compagni che sono sì alle prese coi tanti problemi e affanni a cui ci condanna il capitalismo ma sono fermi e determinati nella lotta per la conquista del socialismo, anche se oggi il socialismo potrebbe apparire né prossimo né attuale .” Ebbene, con spirito emulativo e collaborativo dobbiamo instancabilmente imparare dai compagni più bravi: più bravi nello scrivere un articolo corretto, efficace e convincente, e più bravi nel tirare la carretta senza mai far pesare i loro sacrifici e il duro lavoro.
 

Perché ci chiamiamo Penne Rosse
Riferendoci ai bravi giornalisti marxisti-leninisti abbiamo coniato il termine di Penne Rosse. Per combattere il capitalismo e per convincere i sinceri comunisti a unirsi al PMLI nella conquista dell'Italia unita, rossa e socialista, noi Penne Rosse usiamo la parola scritta, nell'ambito di una comunicazione e di un messaggio più complessi che sono composti, oggi più che nel passato, anche di immagini e grafica rivoluzionari. I nostri articoli, confezionati in un'adeguata veste grafica, devono aiutarci a cambiare il mondo: essere come palle di fucile contro il nemico di classe e insieme come raggi di sole che squarciano le tenebre, illuminano il cammino del proletariato e delle masse popolari e li incoraggiano alla lotta di classe, mentre li ridestano e li aiutano a sciogliere i loro dubbi e quel pessimismo che li hanno intorpiditi in decenni di riformismo e revisionismo. Dobbiamo essere tanto implacabili e risoluti contro il nemico di classe quanto dialettici e convincenti verso il proletariato e i suoi alleati, anche quando quest’ultimi ci appaiono refrattari, incerti se non addirittura ostili alla nostra politica rivoluzionaria. Non dobbiamo mai perdere la fiducia nel proletariato e nelle masse popolari e neppure la fiducia nella loro capacità di scrollarsi di dosso la cappa pesante dei condizionamenti esercitati dalle idee e dalla concezione del mondo borghesi e dalle consuetudini e retaggi incrostatisi e sedimentatisi in secoli e secoli di dominio culturale delle classi sfruttatrici e dei relativi sistemi economici e politici e organizzazioni sociali. Non a caso il Partito ha avvertito da tempo che la devastazione e la corruzione compiute nei decenni dai revisionisti e dai falsi comunisti hanno finito per riportare il proletariato a una situazione pre-marxista: allorché agiva come classe in sé, ossia come classe di fatto, senza tuttavia avere alcuna coscienza di classe per sé, ossia priva della consapevolezza di costituire una classe indipendente e contrapposta alla borghesia, e di essere portatrice di un nuova concezione del mondo e di quel rivoluzionario sistema economico, sociale e politico, inconciliabile e contrapposto al capitalismo dominante, che è il socialismo. E allora, per rovesciare questa situazione, ispiriamoci a quello spirito pioneristico che animò i due fondatori del socialismo scientifico, Marx ed Engels: “Solo le classi dominanti reazionarie di ieri e di oggi e i metafisici che sono al loro servizio - spiegava Mao - considerano gli opposti non come vivi, condizionati, mobili, convertibili l'uno nell'altro, ma come morti, pietrificati, e propongono dappertutto questa concezione falsa per disorientare le masse popolari e prolungare così il proprio dominio(Sulla contraddizione, Opere scelte, vol. 1, p. 359).
Se l’approvazione di una legge e persino il varo di un governo risultano condizionati (con la minaccia di strangolare il Paese indebitato) dall’andamento dello spread, pilotato come ben sappiamo da un pugno di grandi banche di affari (a cominciare dalla Bce, che ufficialmente ricorre appunto al Quantitative easing) e di potenti fondi di investimento internazionali capaci di movimentare e dirottare all’occorrenza montagne di capitali ben superiori ai Pil di tanti stati nazionali, è evidente che noi giornalisti marxisti-leninisti siamo costretti a navigare sempre controcorrente per riuscire a farci capire da un’opinione pubblica manipolata, frastornata, turlupinata e da costoro indirizzata in una direzione piuttosto che in un’altra. Navigare controcorrente e picchiare duro contro il governo in carica, qualunque esso sia, quello nero fascista e razzista Conte, imperniato sull'asse Salvini-Di Maio, o quello trasformista liberale Conte-bis frutto dell'asse Di Maio-Zingaretti.
Noi Penne Rosse siamo gli indomabili combattenti della lotta di classe contro la borghesia sul fronte culturale, ideologico e politico, una lotta di classe altrettanto decisiva di quella che ha per teatro le piazze, le fabbriche, le scuole e ovunque le masse popolari fanno sentire la loro voce e rivendicano i loro diritti immediati e a lungo termine.
Noi Penne Rosse dobbiamo saper coniugare una fedeltà granitica ai principi, ideali e valori del marxismo-leninismo, alla linea politica e al ricco patrimonio accumulato in decenni di esperienza dal PMLI, saper coniugare tale fedeltà alla causa del socialismo alla massima conoscenza delle materie oggetto dei nostri articoli riuscendo a padroneggiare i giusti metodi e tecniche della propaganda e della comunicazione marxiste-leniniste. In due parole le Penne Rosse devono diventare sempre di più degli Esperti Rossi. Esperti e Rossi sono due caratteri inscindibili tra loro come le labbra della bocca. L'uno senza l'altro perde ogni significato, se si separano finiscono per snaturarsi trasformandosi nel loro opposto.
Che ce ne facciamo di esperti rosa, bianchi, gialli o neri? Al suo servizio la classe dominante ne ha un esercito di tutti i colori (persino intellettuali falsi comunisti, si pensi al manifesto di Norma Rangeri, Tommaso Di Francesco e Luciana Castellina, per coprirsi attraverso questi opportunisti a sinistra in certi ambienti e settori che rischierebbe di trovarsi contro) e li indottrina, li stipendia profumatamente e li gratifica, se li coccola collocandoli nei posti chiave della sua macchina del consenso: dall'università ai mass media più diffusi e influenti, dall'editoria al vertice della sue istituzioni statali e di un'infinità di associazioni e organizzazioni di tipo culturale. D'altra parte, che ce ne facciamo di compagni rossi solo genericamente e superficialmente ma incapaci di impugnare la penna come una lancia contro la borghesia e incapaci di essere documentati e convincenti verso i nostri interlocutori di classe? Non sono questi i combattenti per il socialismo di cui abbiamo bisogno. O poggeremo solidamente su queste due gambe, essere Esperti ed essere Rossi, o non andremo da nessuna parte e non faremo progredire di un solo centimetro la lotta di classe e la Lunga marcia del PMLI verso il socialismo in Italia.
 

Essere Esperti
Essere Esperti significa conoscere in profondità le materie che trattiamo. A cominciare dall'elaborazione già acquisita e sviluppata dal Partito fino al momento in cui cade il nostro intervento, elaborazione della linea politica che non dobbiamo mai prendere per scontata ma continuare a studiare, approfondire e riscoprire in ogni suo aspetto, anche in quelli che, a uno stadio più basso del processo di conoscenza, non eravamo ancora riusciti a cogliere e a far nostri. Intervenire su un determinato argomento senza prima esserci documentati e senza aver ben studiato tutto ciò che il Partito ha già acquisito e consolidato nella sua linea politica, è un grave errore di superbia individualista e superficialità velleitaria. La nostra Lunga marcia è iniziata nel lontano 1967 e non possiamo ogni volta pensare di ricominciare dall'inizio, il che equivarrebbe a gettare nella pattumiera mezzo secolo di esperienze e di pratica rivoluzionarie che ci hanno dotato di una linea giusta perché passata al vaglio della lotta di classe, più e più volte corretta e migliorata da un lungo e ripetuto processo dialettico, che Mao ben sintetizza con queste parole: “Scoprire la verità mediante la pratica, e mediante la pratica confermare e sviluppare la verità. Partire dalla conoscenza percettiva e svilupparla attivamente in conoscenza razionale, e poi partire dalla conoscenza razionale e dirigere attivamente la pratica rivoluzionaria in modo da trasformare il mondo soggettivo e oggettivo. Pratica, conoscenza, di nuovo pratica e di nuovo conoscenza; questa formula nella sua ripetizione ciclica è infinita, e il contenuto della pratica e della conoscenza, a ogni ciclo, si eleva ad uno stato più alto. Questa è, nel suo complesso, la teoria della conoscenza del materialismo dialettico, questa è la concezione dell'unità del sapere e del fare, propria del materialismo dialettico(Sulla pratica, Opere scelte, vol. 1, p. 327).
Non basta semplicemente conoscere bene la linea del Partito se non siamo capaci di padroneggiare gli argomenti che trattiamo nel nostro articolo, ovvero se non ne conosciamo la genesi e l'attualità, ogni loro aspetto, contraddizioni principale e secondarie, le posizioni e l'atteggiamento assunti via via dai diversi protagonisti, dai nostri nemici e dai nostri amici e, inoltre, se non siamo in grado di andare alle fonti delle notizie senza lasciarci turlupinare o irretire o fuorviare dalle rimasticature e dalle interpretazioni più o meno fasulle che appaiono sulla stampa borghese, che pure occorre prendere in considerazione per riuscire a smascherarli e contrastarli. Conoscere bene il nemico per individuare i suoi punti forti e deboli e poterlo meglio battere. Ma senza conoscenza, almeno delle questioni fondamentali, saremo inevitabilmente sconfitti. Una conoscenza da arricchire continuamente, cominciando da quei riferimenti, indirizzi, fonti, documenti, opere e testi basilari di cui non si può fare a meno. Nessun generale ha mai vinto la guerra, ma neppure una sola battaglia, senza conoscere anzitutto e perfettamente il territorio, quello che comunemente viene chiamato il campo di battaglia, la distribuzione, la consistenza e i caratteri delle forze in campo, gli obiettivi principali e secondari di quella determinata battaglia e della guerra più in generale. E quando, per esempio, dobbiamo commentare un Rapporto o i dati statistici frutto di un'inchiesta è inutile partire dagli articoli di commento che appaiono sulla stampa borghese, senza prima andare a esaminare e a studiare direttamente quei dati e documenti originali; tutt'al più taluni commenti possono aiutarci a orientarci meglio in materie complesse, se sono scritti da commentatori esperti riconosciuti in quel settore, molto competenti, affidabili e a noi ben noti.
Mai accontentarci dell’osso: è al midollo che dobbiamo puntare, all’essenza della notizia non al suo lato esteriore o alla sua parziale interpretazione e alle valutazioni diffuse dai media borghesi. Interpretazioni e valutazioni che non di rado ci farebbero prendere fischi per fiaschi e regolarmente ci appaiono fuorvianti e ingannevoli a un’attenta lettura delle fonti, di quei documenti e atti originali che siamo chiamati a commentare.
I marxisti-leninisti devono più in generale ben applicare le tre fasi che precedono l'azione: lo studio, l'elaborazione e la messa in pratica di ciò che hanno studiato ed elaborato.
Ecco che cosa significa essere Esperti.
 

Essere Rossi
Essere Rossi significa non perdere mai le 5 fiducie, che sono: fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, fiducia nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi. Per non perderle dobbiamo coltivarle, aiutandole a crescere e a irrobustirsi in noi stessi con lo studio e la partecipazione attiva alla lotta di classe, anzitutto sul fronte culturale e ideologico oltreché sui fronti politico ed economico-sociale. Più studiamo e più scopriremo il bisogno dello studio, senza mai sentirci sazi e arrivati. Grazie allo studio, duro, infaticabile, ma anche esaltante, saremo in grado di fronteggiare un nemico di classe che ha al suo servizio le migliori teste d'uovo borghesi.
Anzitutto dobbiamo essere i primi a leggere e studiare con spirito critico Il Bolscevico , così da coglierne immediatamente le novità per poterle ben assimilare e poi rilanciare nei nostri articoli. Studiare e approfondire i Documenti del Comitato centrale e dell'Ufficio politico, gli stimolanti interventi del Segretario generale compagno Giovanni Scuderi, delle Commissioni centrali e quegli editoriali, commenti e corsivi che aggiornano le nostre analisi della situazione politica e si propongono di dare l'orientamento all'intero Partito. Se non saremo noi per primi a capirle e a farle nostre, per poi farle rivivere nei nostri interventi successivi, come potranno comprenderle i militanti e i lettori? Novità che non si trovano necessariamente racchiuse in documenti lunghi e articolati ma spesso vengono trasmesse in corsivi e trafiletti di poche parole o in un titolo o in un manifesto o in uno slogan, che hanno lo scopo di sintetizzare in una sola definizione un'intera e più complessa valutazione.
Mi spiego meglio grazie a qualche esempio. Il 29 agosto, scorso l'Ufficio stampa del PMLI diffondeva un comunicato, scritto personalmente dal compagno Scuderi, di denuncia del grave oscuramento del sito del Partito, durato quasi un mese, che si concludeva con queste parole: “Come non abbiamo dato tregua al governo egemonizzato dal nuovo Mussolini, Salvini, capo dei fascisti del XXI secolo, così faremo col nuovo governo trasformista liberale Conte al servizio del regime capitalista e neofascista. E inviteremo le forze autenticamente di sinistra a unirsi per conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato. ” Mentre ancora si stavano svolgendo le penose e squallide trattative tra M5S e PD per la nascita del Conte-bis in questo capoverso ci sono due perle che qualsiasi redattore attento non poteva e non doveva lasciarsi sfuggire: 1. La definizione politica e di classe del Conte-bis racchiude in due aggettivi, trasformista liberale , l'estrema sintesi del come esso è nato, grazie allo spregiudicato trasformismo dei suoi protagonisti, Conte e Di Maio, passati allegramente dall'asse di ferro col capo dei fascisti del XXI secolo Salvini, all'alleanza col già odiato partito di Renzi e Bibbiano; e del suo carattere di classe, liberale appunto, desunto dai suoi riferimenti politico-programmatici, dalla sua composizione e dal suo principale riferimento internazionale, la Ue di Merkel, Macron e Ursula von der Leyen, oltreché dal capofila dell'imperialismo americano Trump. 2. La seconda perla è quell'invito al fronte unito contro il nuovo governo rivolto a tutte le forze autenticamente di sinistra, invito che sarà ripetuto e precisato il 9 settembre nell'importante documento dell'Ufficio politico con queste parole :”Per tutti questi motivi, il PMLI non darà tregua al governo trasformista liberale Conte, e invita tutte le forze autenticamente di sinistra anticapitaliste, tutti gli sfruttati e gli oppressi, in primo luogo il proletariato, le ragazze e i ragazzi che si battono per un nuovo mondo, a unirsi per combatterlo e abbatterlo e poi proseguire ancora insieme per conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato. In questo quadro e con questo spirito unitario il PMLI è pronto e disponibile a partecipare a qualsiasi iniziativa contro questo governo promossa dai partiti, gruppi e movimenti che hanno la bandiera rossa e la falce e martello.
Bisogna però che tutti coloro che si oppongono da sinistra al governo Conte capiscano che questa battaglia non può essere condotta esclusivamente sul piano parlamentare, costituzionale e legalitario. Bisogna affrontarla sul piano della lotta di classe ideologica, politica e di piazza, utilizzando tutte le forme di lotta ritenute necessarie secondo le circostanze specifiche, conformemente alla strategia della rivoluzione socialista ”.
Un altro esempio può aiutarci a capire che tali formule non sono morte e pietrificate ma vive e in divenire, mutano e si adeguano al mutare della situazione oggettiva come se fossero le fotografie dello stesso soggetto in tempi diversi. Quando nell'estate 2018 nacque il governo Salvini-Di Maio, il CC lo fotografava con queste parole, “formalmente intestato al tecnocrate borghese Giuseppe Conte ”, perché quel mostro nero fascista e razzista era stato partorito dall'accoppiamento dei due ducetti Salvini e Di Maio. Poi in rapida successione le cose cambiarono e così il ruolo di Salvini da ducetto pari a Di Maio divenne quello prevalente di aspirante duce d'Italia e capo dei fascisti del XXI secolo mentre Conte cercava di ritagliarsi spazi personali e nell'ombra tesseva legami interni e internazionali per garantirsi una sicura carriera politico-istituzionale, com'avrebbe dimostrato con lo scaltro discorso al Senato il 20 agosto e il lavorio svolto dietro le quinte al G7 di Biarritz che gli è valso la consacrazione di quel consesso imperialista mondiale.
Alcuni compagni a volte si dimostrano insofferenti a usare e rilanciare certe formule coniate dal Partito, mentre si affannano a cercare di migliorarle e a cambiarle coll'idea, sbagliata, di evitare di essere ripetitivi e nell'illusione di arricchirle. Finiscono così per creare più confusione che mai. Nessuno chiede loro di ripetere pappagallescamente e in modo pedantesco tali formule, senza prima averle comprese e fatte proprie. E tuttavia devono capire che tali formule sono il risultato di una lunga e approfondita valutazione, sono la migliore sintesi a cui è giunto in quel momento il Partito. Sintesi che può sempre essere migliorata e aggiornata, ma lasciamolo fare al Partito attraverso le sue istanze dirigenti e alla linfa vitale del centralismo democratico. In caso contrario cadremmo nell'individualismo, nell'anarchismo e nel velleitarismo.
E devo purtroppo lamentare che ci sono redattori che leggono poco, male e tardivamente Il Bolscevico , lo leggono tanto superficialmente da non accorgersi delle tematiche calde e delle campagne che vi vengono lanciate, coll'inevitabile risultato di non riuscire a rifletterle nei loro interventi. Sono dei cattivissimi fabbri perché non battono il ferro finché è caldo.
In Redazione deve regnare l'emulazione: impariamo l'uno dall'altro per migliorarci incessantemente e aiutarci reciprocamente, impariamo dai redattori più bravi e dagli articoli migliori, efficaci e convincenti non tanto per ammirarli ma avendo piacere di “rubar loro il mestiere ” come se fossimo in una bottega, nella consapevolezza cioè di essere un collettivo che crescerà tanto di più quanto più cresceranno i singoli redattori e viceversa.
Dobbiamo imparare dal metodo di lavoro del Redattore capo, il compagno Loris Sottoscritti, che, quantunque sia alle prese con non pochi problemi di salute, ci regala splendidi e documentati editoriali che ben sintetizzano l’attualità politica e hanno il merito di aiutare militanti e lettori a ben comprenderla. E dobbiamo imparare dal compagno Giancarlo, fotografo e grafico storico del PMLI e del Bolscevico , che sforna manifesti e vignette che visualizzano acutamente le parole d’ordine e il contenuto dei nostri messaggi grazie a uno stile originale, efficacissimo eppure fresco, capace di rinnovarsi pur mantenendo i suoi caratteri proletari rivoluzionari. Una grafica graffiante, tanto efficace da essere molto apprezzata e talvolta rilanciata dai nostri interlocutori anche quando non sono interamente d’accordo con i nostri slogan e posizioni: evidentemente il nostro messaggio grafico tocca e asseconda i loro sentimenti e sa stimolare quelle loro segrete e inespresse sensibilità e speranze.
Non ci stancheremo mai di ripetere che dobbiamo praticare regolarmente la critica e l'autocritica per migliorare la qualità del nostro lavoro individuale e il nostro contributo al lavoro collettivo. Ciò vale per tutte le istanze del Partito, a maggior ragione per la nostra se vogliamo mantenerci in buona salute politica. La critica e l'autocritica ci rigenerano, ci maturano e ci rendono più robusti. Quando e se attraversiamo momenti difficili o critici dal punto di vista personale, familiare, della salute o del lavoro, non isoliamoci e non rinchiudiamoci in noi stessi perché non c’è migliore medicina dell’aiuto reciproco e del poter contare sul collettivo. Noi tifiamo per il gioco di squadra piuttosto che per il gioco individuale. È anche quest'atteggiamento a darci il diritto di definirci compagni. Due gambe sono migliori di una sola e una mano riesce sempre a fare cose sconosciute a un solo dito.
Ecco che cosa significa essere Rossi.
 

Migliorare il nostro lavoro
In questo mezzo secolo di vita “Il Bolscevico”, privo quando nacque persino di un solo giornalista professionista oltreché di un direttore responsabile che per la legge borghese lo firmasse, è diventato maturo e autorevole, mentre vedeva avvicendarsi quali Direttori il compagno Giovanni Scuderi, che insieme ai primi quattro pionieri del PMLI con lungimiranza lo fondò il 15 Dicembre 1969, e i compagni Mino Pasca, Patrizia Pierattini e Monica Martenghi, e vedeva cambiare più e più volte la composizione interna della Redazione centrale, coll'immissione di nuovo sangue proletario e l'espulsione di quelle scorie prodotte inevitabilmente dalla vita che avanza. Molta strada abbiamo fatto ma ancor di più ce ne rimane davanti. Di tutte le questioni che ho fin qui trattato penso che tre siano attualmente i nostri punti deboli su cui dobbiamo intervenire, io per primo, per superarli e far volare con un ulteriore salto di qualità la Redazione centrale:
  1. Studiare di più e meglio la linea del Partito, assimilarla in modo approfondito e imparare a recepirla e rilanciarla negli articoli in forme chiare ed efficaci.
  2. Essere più propositivi nella organizzazione del proprio lavoro individuale e del lavoro collettivo, più autonomi e autosufficienti, senza contare troppo sull'opera di supplenza che in particolare il Segretario generale ci fornisce assicurandoci non semplicemente la doverosa direzione politica e ideologica ma troppo spesso anche una molteplicità di supporti, sollecitazioni e suggerimenti quotidiani che finiscono per distoglierlo dall'opera di direzione generale del Partito che gli compete. Noi ringraziamo di cuore il compagno Giovanni Scuderi per il preziosissimo contributo di idee, di iniziative e di linea che instancabilmente fornisce alla Redazione centrale ma dobbiamo imparare a non dipendere così tanto dall'aiuto esterno, il che non significa davvero trasformare l'Organo del PMLI in un regno indipendente.
  3. Saper risalire a tutte le fonti originali delle notizie e degli avvenimenti prima di intervenire su qualsiasi argomento. Noi non ci siamo mai lasciati infinocchiare dalIe sirene trotzkiste, alla manifesto per intendersi, quando agli albori di Internet cianciavano della straordinaria democratizzazione inventata dalla Rete e così finivano per contrapporre la nuova rivoluzione informatica alla vecchia idea di rivoluzione socialista. Abbiamo visto com'è andata a finire: con la più mostruosa concentrazione dei poteri, dei profitti e del controllo sull'intero genere umano mai accaduta nella storia. E tuttavia se c'è un aspetto positivo portato dalla diffusione di internet, questo è senza dubbio la maggiore facilità di accesso a certa documentazione originale che prima ci risultava il più delle volte irraggiungibile. Ecco come si trasforma una cosa cattiva in una buona. Un po' com'è accaduto nel settembre 2013, quando a causa della difficilissima situazione economica attraversata dal PMLI, Il Bolscevico fu sì costretto a sospendere dopo 44 anni la pubblicazione cartacea, ma ha continuato a essere pubblicato in fomato pdf in una veste grafica più ricca e stimolante, e con migliorie e nuove soluzioni editoriali che sul supporto cartaceo sarebbero risultate impossibili o difficilmente realizzabili, com'è accaduto per esempio con la pubblicazione nell'ultimo numero del 2018 della ponderosa raccolta di citazioni autobiografiche Marx su Marx curata dal compagno Scuderi, distribuita su ben 68 pagine di giornale riccamente illustrate da fotografie, disegni e materiale iconografico inedito e sconosciuto ai più. Un patrimonio tratto da pubblicazioni cartacee e archivi, scoperto sovente in siti di tutto il mondo e raccolto sistematicamente dal nostro responsabile grafico. Risalire alle fonti presuppone il saper curiosare, ricercare e scovare quella documentazione necessaria alla nostra analisi e alla nostra corretta comprensione dell'avvenimento col lavoro paziente dell'investigatore che non si arrende davanti all'iniziale garbuglio e sa caparbiamente ricostruirla tessera dopo tessera dopo fallimenti e ripetuti infruttuosi tentativi.
 

50° Anniversario del Bolscevico
Ora facciamo il punto sulla Celebrazione del 50° Anniversario della fondazione del Bolscevico.
Come avrete già notato in quest'ultimo periodo abbiamo cominciato a pubblicare una serie di belle pagine manifesto sull'argomento, mentre il nostro bravissimo e infaticabile grafico Giancarlo preparava il manifesto celebrativo, che è questo alle mie spalle, e la Commissione centrale di Organizzazione provvedeva a ordinare delle magliette rosse riproducenti il logo, che non a caso noi tutti oggi indossiamo.
A questo storico appuntamento la Direzione della Redazione centrale intende dare il massimo risalto e organizzare iniziative in linea con le nostre forze e limitate disponibilità economiche. Ve le elenco e, dopo essere intervenuti sui temi toccati da questa relazione siete invitati, nel secondo punto all'ordine del giorno, a valutarle e magari ad aggiungere le vostre proposte, che siano compatibili con i tempi e le risorse a nostra disposizione:
  1. Iniziativa pubblica dedicata alla Celebrazione del 50° Anniversario della fondazione de Il Bolscevico domenica 15 dicembre presso la Casa del popolo di San Bartolo a Cintoia a Firenze, dove sarà proiettato un video realizzato per l'occasione dalla Commissione per il lavoro di stampa e propaganda del CC del PMLI e si concluderà con un buffet;
  2. Realizzazione, dunque, di un video che ripercorre la storia e le battaglie del Bolscevico, che sarà poi inviato a tutte le istanze perché possano proiettarlo e farlo conoscere a un pubblico più ampio nelle realtà in cui operano;
  3. Un numero speciale del Bolscevico, contenente peraltro un articolo, proposto e redatto dal compagno Erne, sugli insegnamenti dei nostri cinque Maestri sul giornale del proletariato;
  4. Stampa di magliette rosse con il logo dell'Anniversario:
  5. Comunicato stampa che annuncia pubblicamente questo Anniversario ed elenca le relative iniziative.
 
Vi ringrazio, care compagne e cari compagni, per la vostra attenzione e vi invito a non sprecare l'occasione per fare un bilancio del lavoro svolto e per discutere tutti insieme il modo di migliorarci e di migliorarlo.
Evviva il 50° Anniversario della fondazione de “Il Bolscevico” !
Evviva le Penne Rosse de “Il Bolscevico” !
Che “Il Bolscevico” tenga sempre ben alte le bandiere rosse del PMLI, del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, del socialismo e della rivoluzione proletaria!

25 settembre 2019