L'europarlamento vota a favore della nuova presidente della Bce
Lagarde guardiana dell'euro
Considera il rinnegato Gualtieri “un bene per l'Italia e per l'Europa”

 
L'europarlamento ha approvato nella sessione del 17 settembre, con 394 voti favorevoli, 206 contrari e 49 astenuti, un documento che esprime il suo parere favorevole, pur non vincolante, alla nomina da parte del Consiglio europeo del 30 giugno scorso dell'ex direttrice del Fmi Christine Lagarde al posto di Mario Draghi alla guida del Comitato esecutivo della Banca centrale europea; incarico che inizierà l'1 novembre prossimo. Il documento a favore della nomina è stato preparato quando era ancora al suo posto nell'assise di Strasburgo dal neo ministro dell'Economia italiano il rinnegato Roberto Gualtieri, che proprio la Lagarde il 4 settembre aveva elogiato, definendo la possibilità che diventasse ministro “un bene per l'Italia e per l'Europa”. Uno scambio di complimenti tra due esperti economici e finanziari imperialisti di primo piano.
Christine Madeleine Odette Lagarde, nata 63 anni fa a Parigi e laureata in Giurisprudenza, sarà la prima donna a diventare presidente della BCE, così come è stata nel 2011 la prima donna direttrice del Fondo Monetario Internazionale e nel 2007 la prima donna ministro delle Finanze in Francia, in uno dei paesi del G7. Dopo la laurea ha lavorato negli Usa per diversi anni, iniziando come stagista per il deputato americano William Cohen che sarà Segretario alla Difesa sotto la Presidenza Clinton. E iniziato a costruire la sua rete di conoscenze e rapporti internazionali che le torneranno utili nella carriera politica nell'UMP, L'Unione per un Movimento Popolare che nel PPE fa parte del gruppo democristiano.
Le cariche ministeriali inizieranno nel 2005 sotto la presidenza di Jaques Chirac, come ministro delegato al Commercio Estero nel governo de Villepin, e successivamente ministro dell'Agricoltura e della Pesca nel primo governo Fillon. Si aggancia al treno vincente di Nicolas Sarkozy, cui prometteva lealtà a prova di bomba, e nel 2007 si guadagnava la carica di ministro dell'Economia, dell'Industria e dell'Impiego nel secondo governo Fillon; era infine lanciata dal suo mentore nel 2011 alla poltrona di direttrice del FMI, in sostituzione del connazionale dimissionario Dominique Strauss-Kahn travolto da scandali sessuali. Il mandato era stato rinnovato nel 2016 e scadeva nel 2021.
Nel 2013 era finita nel mirino della magistratura francese per un’indagine sull’imprenditore Bernard Tapie che aveva ottenuto 400 milioni di euro grazie a un arbitraggio autorizzato dalla Lagarde quando era ministro dell’Economia. Il tribunale condannò Tapie a restituire il denaro e condannò Lagarde solo per negligenza, senza alcuna sanzione.
Si è distinta al FMI per la sua guida liberista, condotta con abilità, tanto che dopo la serie infinita di mazzate imposte assieme alla Ue al governo di Tsipras e al popolo greco financo l’ex ministro delle Finanze, il “sinistro” Yanis Varoufakis la descriveva come una figura tutto sommato positiva (sic!).
Un'altrettanto incredibile posizione, una giravolta opportunista che registriamo è quella del M5S che nel luglio scorso aveva votato a favore della nomina, mentre gli allora partner fascisti del governo, la Lega, aveva votato contro. Il 17 settembre all'europarlamento il PD ha votato a favore, il M5S si è astenuto con la seguente opportunistica motivazione, che si commenta da sola, espressa dall'eurodeputato Nicola Pedicini: “abbiamo cercato un motivo per sostenere la nomina di Lagarde senza successo, perché è responsabile delle politiche che hanno fatto aumentare il debito pubblico nella Ue per salvare le banche tedesche e francesi in primo luogo, politiche che hanno portato alla compressione dei salari, al taglio dei servizi e delle pensioni, a una gigantesca redistribuzione dal basso verso l'altro. È troppo tardi adesso: non daremo la fiducia, aspettiamo di vedere come procederà e poi dopo, forse, potremo riparlarne”.

25 settembre 2019