L'urlo di Greta all'Onu
“C'è gente che soffre. C'è gente che sta morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. I giovani cominciano a capire il vostro tradimento”

 
“Il mio messaggio è che vi terremo d'occhio”, è il deciso inizio dell'intervento della 16enne ambientalista svedese Greta Thunberg al Climate Action Summit, il vertice sul clima dell’Onu, a New York lo scorso 23 settembre; un grido, anzi un urlo di denuncia rivolto a scuotere i governanti mondiali che erano riuniti per l'ennesima inconcludente volta a ridefinire le strategie che dovrebbero quantomeno arrestare gli effetti negativi del cambiamento climatico. E a chiamare alla mobilitazione quel largo movimento che si è creato attorno alle manifestazioni mondiali dei Friday for Future.
“È tutto sbagliato. Non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola, dall’altro lato dell’Oceano. Eppure venite a chiedere la speranza a noi giovani? Come osate?”, sottolinea la Thunberg che intercala quel “come osate” come un martello che batte sulle responsabilità delle mancate azioni per il clima da parte dei governanti. E di seguito “avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote, e io sono tra i più fortunati. Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui parlate sono soldi e favole di eterna crescita economica? Come osate?”, venire qui “dicendo che state facendo abbastanza quando le politiche e le soluzioni necessarie non si vedono ancora”.
La Thunberg denunciava che la promessa di “dimezzare le emissioni in 10 anni” non è accettabile perché tali impegni “non includono i punti di non ritorno, la maggior parte dei circoli di reazione, il riscaldamento aggiuntivo nascosto dall'inquinamento atmosferico tossico o aspetti di equità e giustizia climatica. Dunque il 50% di rischio non è semplicemente accettabile per noi, coloro che dovranno viverne le conseguenze”.
Conclude ribadendo che “ci state deludendo ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento, gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai. Non vi permetteremo di gettare via tutto questo. Proprio qui, proprio ora noi tracciamo la strada. Il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”.
Fermo restando che i governi borghesi sono strumenti nelle mani dei capitalisti, non è pensabile che possano legiferare contro gli interessi dei loro padroni e la giusta battaglia in difesa dell'ambiente sarà meno incisiva finché resterà una battaglia difensiva e non rimetterà in discussione il modello economico capitalista. Ciò nulla toglie al coraggio e all'importanza della battaglia lanciata da Greta Thunberg e alla sua denuncia del “tradimento” dei governi verso gli impegni presi sopratutto verso i giovani, i futuri abitanti di un pianeta minato dai rischi di collasso ambientale. Che l'attivista svedese chiama ancora alla mobilitazione e in questo caso ottiene una risposta positiva già nelle partecipate manifestazioni, con protagonisti gli studenti, in oltre 210 Paesi nell'ultima settimana di settembre, fino alla giornata principale di mobilitazione del 27 settembre per il terzo sciopero mondiale dei Friday for Future.

2 ottobre 2019