Manifestazione nazionale unitaria promossa dal PC contro il governo Conte
Bandiere rosse con falce e martello in piazza a Roma
Un migliaio di combattenti anticapitalisti ed antigovernativi, in maggioranza giovani e giovanissimi provenienti da Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria, respingono la risoluzione anticomunista dell'europarlamento e concludono la manifestazione cantando “Bandiera Rossa” e “L'Internazionale”. Discorso riformista ed elettoralista di Rizzo
La delegazione nazionale del PMLI diretta da Chiavacci indica la via dell'Ottobre per conquistare il socialismo

Dal nostro inviato speciale
Il pomeriggio di sabato 5 ottobre, piazza Santi Apostoli a Roma si è colorata di rosso. Lo ha fatto per mano di oltre un migliaio di comunisti che hanno risposto alla manifestazione unitaria promossa dal Partito Comunista (PC) contro il governo trasformista liberale Conte e per respingere al mittente la recente risoluzione dell'europarlamento che equipara il comunismo al nazifascismo, mettendolo al bando.
Centinaia di bandiere rosse con la falce e il martello hanno sventolato incessantemente nella porzione di piazza che era stata riservata all'evento, davanti al palco sul quale si sono avvicendati gli interventi di alcuni responsabili nazionali e regionali del PC. La piazza era bellissima ed è stato davvero un piacere vederla piena soprattutto di giovani e di giovanissimi combattivi e orgogliosi di essere comunisti; tre ore nelle quali non è mai mancato l'entusiasmo nell'essere in piazza, né la fede rinnovata nel nostro ideale comune. Piazza che ha cantato più volte le due canzoni “per eccellenza” dei comunisti quali “L'Internazionale” e “Bandiera Rossa”, purtroppo essa senza la strofa che inneggia alla rivoluzione. Altri slogan sono stati intonati, fra i quali un poderoso “viva Stalin!” al quale tutta la piazza ha risposto con entusiasmo.
Presenti in piazza anche la delegazione della Whirpool, di Alitalia, e di altre aziende i cui lavoratori sono in lotta per il loro posto di lavoro.
All'appello del PC che dalla metà di settembre ha annunciato pubblicamente questa iniziativa, hanno risposto portando in piazza le loro bandiere oltre al PMLI, anche il partito dei CARC e una singola bandiera del PCI tenuta da un suo militante che nonostante il diniego del suo partito ha voluto essere in piazza per questa importante iniziativa unitaria.
Ai lati della piazza figuravano due striscioni sorretti dalle compagne e dai compagni del Fronte della Gioventù Comunista e, dall'altro lato, alcuni gazebo che hanno distribuito le bandiere all'inizio della manifestazione e che ponevano in vendita alcune magliette bordeaux del Fronte, una nera celebrativa del 70° anniversario della fondazione della Repubblica Democratica di Germania (DDR) ed una blu che riportava una caricatura di Fidel Castro intento a giocare a baseball.
 

Gli interventi dal palco
Con una mezz'ora di ritardo, un primo intervento ha aperto la serie che è terminata con l'intervento di Marco Rizzo, segretario generale del PC. I primi (l'introduzione, quello della sindacalista Laura Bergamini e di un rappresentante del Fronte della Gioventù Comunista) sono stati ampiamente condivisibili e appassionati poiché hanno sostenuto il fattore positivo della fine del governo Salvini-Di Maio che però non basta, dal momento in cui adesso è presente un altro governo borghese di piena continuità col precedente.
Come è stata definita dal palco, la “manifestazione dell'orgoglio comunista” ha duramente condannato la risoluzione anticomunista dell'europarlamento, esprimendo la necessità di difendere le esperienze dei Paesi socialisti “nonostante gli errori” (sic!) poiché il socialismo è l'unica vera alternativa al capitalismo. Una pioggia di critiche, più che meritate, è caduta sulla testa del PD per la sua politica liberale e per i voti che hanno contribuito a far passare la suddetta risoluzione a Bruxelles, macchiandosi di un crimine storico e politico che nessuno potrà mai cancellare.
Tutti gli interventi sono terminati con un invito all'unità ed alla lotta, per il socialismo.
A questi interventi carichi di entusiasmo e di coscienza anticapitalista, è seguito quello di Rossano Rubicondi, candidato per il PC alle elezioni regionali umbre che si terranno a fine ottobre che, pur rimanendo su toni alti e d'impatto, è stato sostanzialmente un vero e proprio comizio elettorale. Fra i molti passaggi di un discorso particolarmente lungo, non possiamo fare a meno di citare quello in cui il candidato ha sostenuto che “una volta l'Umbria si poteva definire rossa”, anche se a noi non risulta che la regione “cuore” d'Italia, sia mai stata socialista, sempre che il socialismo sia l'obiettivo che realmente persegue il PC. Oppure, degno di nota il parallelismo fra la rivoluzione di Ottobre ed il fatto che il voto umbro sia anch'esso ad ottobre e con esso “si possa fare una rivoluzione”, anche se non ci risulta che Lenin,Stalin e i comunisti russi, abbiano preso il potere con qualche voto in più ad una consultazione elettorale.
In conclusione Rubicondi ha sostenuto di avere “un programma serio e realizzabile ora”, anche se ai giovani comunisti presenti in piazza, o per lo meno ai più coscienti politicamente, non sarà sfuggita la contraddizione tra la posizione marxista-leninista più volte rilanciata dal PC secondo la quale senza il potere politico il proletariato non ha nulla, e l'affermazione di possedere un programma “socialista” pronto per essere applicato da un singolo presidente di regione, in un contesto generale capitalista, con il potere saldamente nelle mani della borghesia, delle grandi aziende e delle grandi banche, e con rapporti di lavoro squisitamente borghesi ed antioperai.
 

L'intervento di Marco Rizzo
Applaudito dagli iscritti al suo partito, Marco Rizzo ha tenuto l'intervento finale, vestito con giacca e cravatta che notoriamente non rappresenta proprio – se così possiamo dire – una divisa proletaria rivoluzionaria da combattimento.
Ma non è la forma, quanto la sostanza dell'intervento sulla quale dobbiamo riflettere. Pur condividendo alcune parti del suo discorso come la critica al governo attuale (anche se non dice come fare per mandarlo a casa), e come la vergognosa risoluzione anticomunista di Bruxelles, non possiamo non rilevarne la natura elettoralista e riformista che nei fatti ridimensiona l'ardore rivoluzionario dei suoi stessi militanti in maniera sottile ma evidente.
Rizzo sostiene di voler difendere i comunisti dalla risoluzione stessa – peraltro approvata da quella Europa che considera giustamente irriformabile ma che contribuisce a legittimare presentando alle sue elezioni il suo partito – ed in particolare ricorda gli oltre cinquemila comunisti eliminati da Eltsin durante il periodo del crollo dell'URSS revisionista; passaggio che crea una grande confusione storica poiché unisce con un ininterrotto filo rosso tutta l'esperienza sovietica senza fare distinzioni, accomunando di fatto quella di Lenin, quella di Stalin a quelle revisioniste e socialimperialiste guidate da Krusciov, Breznev e via di seguito fino a Gorbaciov. La questione del revisionismo evidentemente non è pane per i denti di Rizzo.
Inoltre il segretario del PC ha confessato le sue tendenze settarie e frazioniste anche sul tema dell'ambiente poiché, più di preoccuparsi a qualificare gli ambientalisti cercando di dar loro coscienza di classe per legare la lotta ambientalista a quella per il socialismo (concetto che fra l'altro cita), se la prende con la giovane Greta Thunberg, che oggettivamente ha dato un enorme contributo affinché si mobilitassero con posizioni avanzate milioni di studentesse e di studenti nel mondo sul tema ambientale, addossandole ombre e “poteri forti” che le starebbero alle spalle, recependo e rilanciando così le stesse accuse che le sono mosse dalle destre e dai negazionisti del riscaldamento globale che vogliono disgregare il movimento di lotta.
Perché non concentrarsi invece sulla generosa e unitaria mobilitazione studentesca? A poco poi serve, per strappare demagogicamente applausi, affermare che “L'ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio”.
In fondo, se è vero che nonostante tutto – come lui dice - “Greta compiace i potenti”, che dire allora delle sue ripetute presenze nei salotti borghesi, nelle tv e nelle radio borghesi e sulle colonne dei giornali borghesi (incluso “il Corriere della Sera”)? Chi compiace allora Rizzo per essere sempre gradito ospite dei media al servizio del capitalismo e della borghesia al potere?
Un passaggio sconcertante, nel quale anche gli applausi dei militanti hanno vacillato, è stata l'affermazione con la quale Rizzo si è posto un passo indietro alle centinaia di migliaia di antifascisti che non hanno dato tregua all'aspirante duce d'Italia Salvini nelle sue comparsate in tutta Italia; in sostanza il segretario generale del PC ha dichiarato: “Salvini è un reazionario, razzista, ma non è un fascista”; sostenendo anche che “se c'è il fascismo, si va in montagna”, e contornando il tutto con una affermazione che nega di fatto il marxismo-leninsmo-pensiero di Mao, quale “oggi il capitalismo non ha più bisogno del fascismo”.
Siamo certi che su questo passaggio le compagne ed i compagni del PC rifletteranno bene poiché in ultima analisi Rizzo scinde due elementi legati a doppio filo fra loro quali il razzismo e il fascismo, e riscrive – quindi revisiona – anche il principio marxista-leninista secondo il quale il fascismo è una forma della dittatura della classe dominante borghese che essa alterna e mescola con la forma liberale e democratico-parlamentare a suo piacimento a seconda della situazione economica e politica del momento, come è avvenuto prima con Salvini ed ora col governo Conte bis.
Possibile che Rizzo, uno che si definisce comunista, che grida dal palco “Viva Stalin”, riduca il fascismo solo alle formazioni come CasaPound e Forza Nuova, nonostante l'esperienza del governo Salvini-Di Maio che noi abbiamo definito il governo dei fascisti del XXI secolo ed i suoi provvedimenti razzisti e liberticidi? Possibile non veda la nuova forma di fascismo, altrettanto pericolosa quanto evidente in Salvini e nella Lega? Sembra proprio di sì. Gatta ci cova!
Sbaglia poi, se si prende per riferimento ciò che ne diceva Lenin, nel definire che cos'è il Partito Comunista, poiché lui lo reputa “il partito della classe operaia e dei lavoratori tutti”, mentre il grande Maestro Lenin lo attribuiva soltanto alla parte più avanzata della classe operaia, alla sua “avanguardia”; Rizzo ne ricorda lo scopo, che dice essere “dare il potere politico al proletariato e la proprietà dei mezzi di produzione”, ed è giusto, ma si dimentica di dire come.
In tutto il suo discorso infatti – e per dire il vero anche considerando tutti gli altri – non è mai stata pronunciata uno sola volta la parola “dittatura del proletariato” e nemmeno “rivoluzione proletaria”. Allora come farà il proletariato a conquistare il potere politico? Quale ricetta dà Rizzo ai suoi generosi, sinceri e combattivi compagni?
Purtroppo nella ricetta l'imbroglione arcirevisionista non c'è quell'Ottobre riportato ed indossato con entusiasmo nelle magliette dai suoi giovani militanti, bensì l'elettoralismo ed il riformismo, contenuti nella sua affermazione finale di voler “ricostituire” il “grande Partito Comunista”, quindi non un partito rivoluzionario, ma una nuova versione del PCI revisionista nel quale lui ha militato per lunghissimi anni anche come parlamentare.
Infatti, in conclusione, sostiene con amarezza che il PCI “è stato sfogliato come un carciofo e per questo è passato da Gramsci a Renzi”; ma lui, dirigente pluridecennale di quel partito e delle declinazioni successive, dov'era in quel lungo lasso di tempo? E Gramsci non è la fonte del revisionismo italiano?
In conclusione, possiamo certamente affermare che gli interventi più sinceri, spontanei, combattivi e coraggiosi, sono senz'altro stati i primi; ben si è notata l'involuzione dei contenuti man mano che al microfono si sono alternati i dirigenti, fino a quello massimo, del PC.
 

Il PMLI e il fronte unito antigovernativo
Il PMLI ha risposto immediatamente all'appello lanciato dal PC e ha annunciato la partecipazione di una sua piccola delegazione nazionale in rappresentanza di tutto il Partito, fin dalla commemorazione di Mao dello scorso 15 settembre. Sulle colonne de “Il Bolscevico”, Organo del PMLI, abbiamo anche auspicato la partecipazione del PCI e del PRC affinché si realizzasse il primo fronte unito dei partiti che hanno la falce ed il martello, per perseguire gli obiettivi comuni della lotta di classe al governo e l'opposizione alla risoluzione anticomunista; purtroppo PRC e PCI non hanno aderito, probabilmente per le solite questioni di opportunità elettorale.
A dire il vero la nostra partecipazione non è stata così semplice poiché, pur avendo dal giorno 16 settembre già fissato i posti necessari su di un pullman organizzato dal PC ed in partenza dalla Toscana, solo a fronte di una email e dopo numerose chiamate e messaggi whatsapp al numero indicato dai post facebook del PC al quale avevamo prenotato, abbiamo avuto notizia di un “problema organizzativo” che sostanzialmente ci privava dei posti già fissati a pochi giorni dalla manifestazione. Se non avessimo cercato insistentemente una ulteriore conferma alla nostra prenotazione, probabilmente ci saremmo recati al luogo concordato senza però possibilità di partire. Nonostante non ci sia pervenuta nessuna risposta, neppure alla email con la quale abbiamo cortesemente replicato a questa notizia, sono usciti altri post che invitavano a prenotarsi anche per le partenze dalla Toscana. Ma i pullmann non erano pieni?
Insomma, per farla breve, la delegazione del PMLI è arrivata a Roma con mezzi propri, recuperati all'ultimo tuffo, superando questa difficoltà che per il suo contenuto e per l'ambiguità di come è maturata, ha l'aria di un vero e proprio boicottaggio.
In piazza invece tutt'altra musica; i nostri compagni sono stati non solo tollerati, ma anche accettati dalle compagne e dai compagni del PC in un clima di solidarietà comunista che sinceramente auspicavamo con tutto il cuore. La delegazione nazionale guidata dal compagno Enrico Chiavacci ha dato il proprio contributo portando in piazza le rosse bandiere del Partito ed il cartello con il manifesto contro il governo Conte e quello celebrativo del cinquantesimo anniversario della fondazione de “Il Bolscevico”, ed ha diffuso 400 volantini riportanti la posizione del PMLI sul governo Conte bis che sono stati bene accolti. Un giovane ha detto: “Grandi!”. Un altro ne ha voluti due copie.
Una missione unitaria centrata, con corpetti, cartelli e bandiere ripetutamente fotografati, giornali richiesti e con la gioia immensa di cantare insieme a tanti giovani le comuni canzoni proletarie e comuniste. Insomma abbiamo vissuto una bella giornata di lotta antigovernativa.
Il nostro Partito auspica l'allargamento ed il consolidamento di questo fronte unito antigovernativo, dal quale però dovrebbero essere esclusi i singoli interessi elettoralistici poiché la posta in palio è molto alta, forse come non mai in passato: il governo M5S, PD, LEU e Italia Viva al servizio del regime capitalista neofascista è pronto a promuovere nuove misure antipopolari, e l'europarlamento soffia sull'anticomunismo nel tentativo di riscrivere la storia della seconda guerra mondiale, delle Resistenze europee, della storia del movimento operaio internazionale con l'obiettivo di mettere al bando i partiti che si rifanno al comunismo.
Non possiamo rimanere divisi su questi temi; dobbiamo tutti quanti lavorare con spirito unitario affinché il fronte anticapitalista e antigovernativo diventi non solo nella forma, ma anche nella sostanza un vero fronte unito, e cioè non una serie di iniziative dei singoli partiti che chiamano a raccolta gli altri, ma un tavolo unitario al quale siedano tutti i rappresentanti dei partiti che hanno la bandiera rossa con la falce ed il martello, per elaborare una piattaforma con i punti in comune che si vorranno perseguire, per poi portarla avanti con iniziative comuni, e quindi promosse unitariamente da tutti e nei quali tutti abbiano la stessa dignità, la stessa parità di diritti e di agibilità interne.
Questo è il passo che ora chiamiamo a fare. Il PMLI farà senz'altro la sua parte in base alle forze che dispone attualmente, con la stessa coerenza di sempre, con correttezza e con grande spirito unitario rivoluzionario.
La Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI ha ringraziato i membri della Delegazione nazionale: “i dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi e questa Commissione vi ringraziano profondamente per l'importantissima missione che avete compiuto sabato 5 ottobre alla manifestazione nazionale contro il governo Conte promossa dal PC.
Sotto la direzione del compagno Enrico Chiavacci voi avete dato una prova concreta della volontà unitaria del PMLI con tutti i partiti, gruppi e movimenti con la bandiera rossa e falce e martello, che combattono contro questo governo e il capitalismo, e condividono con noi comuni battaglie in difesa degli interessi immediati delle masse proletarie, popolari, femminili e giovanili.
Avete dato questa prova con la massima apertura e disponibilità verso le compagne e i compagni di base del PC e delle altre forze presenti alla manifestazione, pur tenendo ferme le posizioni ideologiche, politiche e strategiche del PMLI. Vi siete sforzati di far capire che si può abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo solo seguendo la via rivioluzionaria dell'Ottobre.
Per la prima volta nella storia si sono viste in piazza e nella capitale d'Italia, fianco a fianco le bandiere del PMLI e del PC unite con lo stesso obiettivo di non dar tregua al governo Conte. E voi siete stati gli alfieri intrepidi ed esemplari del PMLI. Indimenticabile!
Anche se i media hanno ignorato la manifestazione, è un fatto innegabile che da una piazza di Roma si sia alzata una voce contro questo governo da parte di partiti che si richiamano al comunismo. Spetta a noi marxisti-leninisti renderla più forte e più qualificata politicamente, ripulita dall'inguaribile elettoralismo di Marco Rizzo.
I dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi e questa Commissione imparano dal vostro spirito unitario rivoluzionario, dal vostro spirito di iniziativa e di sacrificio, dalla vostra abnegazione proletaria rivoluzionaria, dal vostro coraggio e dalla vostra fedeltà al Partito, al proletariato e alla causa, a tenere sempre alte le gloriose bandiere rosse dei Maestri, del socialismo e del PMLI costi quello che costi”.

9 ottobre 2019