Solidarietà ai giornalisti di "Repubblica" aggrediti dai fascisti del XXI secolo

Domenica 15 settembre, all'annuale adunata fascioleghista di Pontida, due giornalisti de "La Repubblica" sono stati vigliaccamente aggrediti mentre svolgevano il loro lavoro di cronisti: l'editorialista Gad Lerner, lì presente per scrivere un servizio di cronaca, è stato pesantemente insultato da diversi partecipanti e fatto oggetto di cori razzisti e antisemiti, tanto che è stato costretto ad allontanarsi scortato dalla Digos, mentre al suo collega, l'operatore Antonio Nasso, è stata rotta la telecamera con un pugno da parte di un energumeno leghista, dopo che aveva ricevuto diverse minacce ed intimazioni ad andarsene.
Ai due giornalisti aggrediti e a "La Repubblica" è giunta la solidarietà della Federazione nazionale della Stampa (Fnsi), che ha parlato di "clima di odio preoccupante", del presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, delle redazioni di altri quotidiani come "La Stampa", "L'Espresso" e "Il Manifesto", nonché del segretario della Cgil, Maurizio Landini, e di vari esponenti politici. Anche "Il Bolscevico" esprime tutta la sua solidarietà ai due giornalisti aggrediti e a "La Repubblica" e il suo sdegno per il vile atto di aggressione e intimidazione contro la libertà di informazione compiuto dai fascisti del XXI secolo, aizzati dal loro duce, Matteo Salvini, tutto proteso a fomentare scientificamente un clima d'odio fascista, razzista e xenofobo nel Paese per spianarsi la strada al potere.
Quello che è accaduto infatti ai giornalisti di "Repubblica" non è un incidente, ma il risultato dell'incitamento allo squadrismo verbale, che fatalmente finisce per diventare anche fisico, che l'aspirante duce d'Italia attua quotidianamente sui social media, in televisione e nei comizi contro chiunque consideri suo nemico, a partire da migranti, rom, centri sociali, fino agli intellettuali e ai giornalisti fuori dal coro dei pennivendoli al suo servizio e dei negatori del pericolo fascista a prescindere. Non per nulla, non solo non si è nemmeno degnato di chiedere scusa ai due giornalisti aggrediti, ma ha rincarato la dose giustificando i suoi squadristi perché "questi qua non sono giornalisti, sono calunniatori".
Mentre esprimiamo la nostra doverosa solidarietà, non possiamo non rilevare anche una stridente disparità di trattamento da parte dei mezzi di informazione in generale, e de "La Repubblica" in particolare, salvo le meritorie eccezioni di alcuni organi di stampa e media locali, quando ad essere fatto segno a tentativi di intimidazione e oscuramento sono stati il PMLI e "Il Bolscevico". Ci riferiamo non solo ai numerosi processi con cui negli anni passati la classe dominante borghese in camicia nera ha cercato di colpire duramente il PMLI e il Segretario generale Giovanni Scuderi e mettere a tacere “Il Bolscevico” organo del Partito, tutti passati vilmente sotto silenzio dai media borghesi. Ma anche al vergognoso black out informativo con cui sono regolarmente accolti, ignorandoli, i comunicati stampa, le denunce, le iniziative politiche del PMLI, come ad esempio anche la 43ª Commemorazione di Mao che si è tenuta il 15 settembre scorso a Firenze.
Ci riferiamo anche al recente oscuramento del sito del PMLI durato per quasi tutto il mese di agosto, proprio in un momento politico in cui la sua voce era più che mai preziosa e indispensabile per chiarire al proletariato e alle masse popolari i cruciali avvenimenti della caduta da destra del governo dei fascisti del XXI secolo e della formazione del nuovo governo trasformista liberale Conte al servizio del regime capitalista neofascista.
Anche in questo caso il comunicato di denuncia dell'Ufficio stampa del PMLI è stato infatti clamorosamente ignorato dai grandi media, "Repubblica" compresa: che evidentemente applicano nei nostri confronti la regola dei due pesi e due misure, per cui la democrazia e la libertà di informazione non valgono più quando si mette in discussione il regime capitalista neofascista, ci sia al governo il nuovo Mussolini, Salvini, o il trasformista liberale Conte.

16 ottobre 2019