Lo si apprende da un rapporto pubblicato per errore
Nelle basi Usa di Aviano e Ghedi Torre ci sono bombe atomiche americane

 
Nonostante gli Stati Uniti non abbiano mai ufficialmente ammesso che in Italia abbiano introdotto nelle loro basi militari armi nucleari, recentemente, a causa di un documento pubblicato, sembra, per un puro errore, il fatto deve essere considerato accertato.
Infatti nel documento intitolato “A new era for nuclear deterrence? Modernisation, arms control and Allied nuclear forces” , pubblicato dal senatore canadese Joseph Day lo scorso aprile per conto del Comitato Difesa e Sicurezza dell’Assemblea parlamentare della Nato, il politico ha per errore, dovuto evidentemente a una maldestra operazione di copia-incolla non voluta, riportato il quinto paragrafo tratto da un rapporto Nato riservato.
Nel paragrafo si legge, tra l'altro, che “nel contesto della Nato, gli Stati uniti hanno dispiegato in posizioni avanzate in Europa circa 150 armi nucleari, in particolare le bombe a caduta libera B61. Queste bombe sono dispiegate in sei basi statunitensi ed europee – Kleine Brogel in Belgio, Buchel in Germania, Aviano e Ghedi Torre in Italia, Voikel in Olanda e Incirlik in Turchia. Nello scenario ipotetico che siano necessarie, le bombe B61 possono essere trasportate da aerei Usa o europei a duplice capacità”.
Accortasi di quanto accaduto, non appena il documento del senatore Joseph Day è stato pubblicato online, la Nato è intervenuta disponendone la cancellazione e facendo in modo che ne fosse pubblicata una versione priva delle frasi compromettenti, ma per oltre un'ora esso è rimasto visibile in rete, tanto che alcuni siti che si occupano di cose militari l’avevano già registrato nella versione originale completa. Anche Joseph Day ha tentato maldestramente di correre ai ripari: intervistato dal Washington Post ha sostenuto che si trattava semplicemente di una bozza per la redazione di un rapporto dell’Assemblea parlamentare Nato da pubblicarsi entro la fine dell'anno, ma, pur tentando di convincere che la citazione del documento Nato era frutto di una svista, appare chiaro che, per la precisione delle circostanze e dei luoghi citati, tali informazioni corrispondano effettivamente al quinto paragrafo di un autentico rapporto Nato riservato.
La conferma di tale arsenale nucleare di bombe all'idrogeno nel territorio italiano è estremamente grave, anche nel contesto del documento Nato nel quale si afferma che, poiché la Russia possiede nel proprio arsenale molte armi nucleari tattiche, le armi nucleari dispiegate dagli Usa in posizioni avanzate in Europa e Turchia sono indispensabili ad “assicurare l’ampio coinvolgimento degli alleati nella missione nucleare della Nato e quale concreta conferma dell’impegno nucleare Usa per la sicurezza degli alleati europei della Nato”.
Già da anni, comunque, gli osservatori di cose militari sostenevano con certezza la presenza di un ingente arsenale di armi nucleari statunitensi in Italia, un fenomeno che riguarderebbe molti altri Paesi che ospitano basi americane, tanto che nel 2005 la documentata indagine intitolata “U.S. Nuclear Weapons in Europe” condotta dallo studioso danese Hans Kristensen del Natural Resources Defense Council e del Fas (Federation of american scientists) documentava la presenza di bombe nucleari in tutta Europa.
In recenti interventi Kristensen si è occupato della situazione italiana, ed è giunto alla conclusione che in Italia vi siano almeno 90 ordigni nucleari: in particolare ad Aviano sarebbero conservate 50 bombe B61 con le quali armare i caccia americani e che a Ghedi Torre le bombe B61 a disposizione dei caccia italiani Tornado PA-200, che in caso di conflitto agirebbero sotto il comando americano, sarebbero 40.
Le bombe B61, ha più volte sottolineato lo studioso danese, hanno una capacità esplosiva massima di 170 kilotoni e tutto l'arsenale nucleare americano in Italia ha un potenziale distruttivo di oltre 15,7 megatoni, circa cinquecento volte superiore alla potenza congiunta delle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki.
Ecco a quali catastrofiche conseguenze portano l'adesione dell'Italia alla Nato e l'alleanza imperialista con gli Usa. La penisola è stata ridotta a una gigantesca base nucleare americana e insieme a un bersaglio certo di una rappresaglia nucleare russa nella possibile guerra tra le due superpotenze

16 ottobre 2019