“Per i diritti e per le libertà”
Oceanica manifestazione a Barcellona contro la condanna dei leader indipendentisti della Catalogna
Davanti alla procura scontri violenti con la polizia

 
“Per i diritti e per le libertà” era scritto sullo striscione che apriva il grande corteo di oltre mezzo milione di manifestanti che sono sfilati a Barcellona il 17 ottobre nel corso dello sciopero generale indetto da due sindacati legati alle posizioni indipendentiste, Csc e Iac, contro la pesantissima sentenza di condanna emessa tre giorni prima, il 14 ottobre, dai giudici del Tribunale supremo spagnolo contro 12 leader indipendentisti catalani che nel 2017 organizzarono il referendum per la separazione dalla Spagna.
Un referendum definito illegale dal governo centrale di Madrid allora guidato dal democristiano Rajoy e certificato come tale dal tribunale supremo che ha comminato quasi 100 anni di condanna per i nove imputati già in carcere da due anni, ritenuti colpevoli del reato di sedizione. Una sentenza fascista che cozza contro gli stessi diritti democratici borghesi, chiesta dall'allora governo di destra e avallata da quello attuale guidato dal socialista Sanchez con il solo Podemos a definire un errore la sentenza ma a non muovere altri passi se non altro per rompere la politica del pugno di ferro del governo centrale.
Si sono mossi invece i sostenitori dell'indipendenza che hanno dato vita all'oceanica manifestazione di Barcellona punteggiata da bandiere catalane e cartelli con scritte di solidarietà con i dirigenti condannati; il grande corteo principale si è formato con l'unione di più piccoli cortei e blocchi stradali convocati in varie parti della città dalle diverse organizzazioni indipendentiste ed è stato accompagnato da manifestazioni in altre città della regione catalana. Davanti alla procura, dove ha la sede la delegazione del governo centrale, ci sono stati scontri violenti con la polizia, nella zona che da diversi giorni è stata al centro delle manifestazioni e di altrettanto pesanti scontri.
Manifestazioni spontanee, blocchi stradali, di autostrade, ferrovie e dell'aeroporto di Barcellona erano scattati subito dopo che era resa nota la sentenza, la sera del 14 ottobre. Il blocco all’aeroporto del Prat di Barcellona convocato via internet si era svolto nonostante che la polizia avesse chiuso le strade di accesso e fermato treno e metropolitana. Migliaia di manifestanti a piedi avevano raggiunto e bloccato l'aeroporto affrontando le manganellate della Guardia civil, la polizia nazionale, e di quella locale, i Mossos, inviati dal presidente della Generalitat catalana, Quim Torra.
Altre manifestazioni e scontri con la polizia si registravano nella capitale catalana e a Lleida, Tarragona e Girona anche nei giorni seguenti che portavano al successo dello sciopero generale.

23 ottobre 2019