La necessità di evitare il frazionismo e di concentrarsi sulle questioni che ci accomunano. Il contributo di alcuni compagni de il “Sindacato è un'altra cosa-Riconquistiamo Tutto”
Critica al documento di 17 membri del Sindacato è un'altra cosa che attacca il socialismo dell'Urss di Stalin

Quando abbiamo letto l'intervento postato da Luca Scacchi sul sito dell'area sindacale a cui anche noi apparteniamo, siamo rimasti profondamente delusi. Delusione e amarezza per come è stata trattata la questione della risoluzione anticomunista e antistorica dell'Unione Europea.
Di fronte a un attacco globale e diretto contro il comunismo, non solo all'esperienza sovietica, ma una condanna verso tutti coloro che, sotto i simboli della falce e martello, si sono battuti e si battono per il superamento/abbattimento del capitalismo e l'instaurazione del socialismo, ci saremmo aspettati un comportamento più unitario dentro l'area della sinistra Cgil.
Alcuni direttivi, come quello della Camera del lavoro di Firenze hanno agito in questa maniera, la stessa Anpi nazionale, non certo un covo di rivoluzionari insurrezionalisti né di “stalinisti”, ha capito la necessità di respingere l'attacco anticomunista della UE con un comunicato dal forte spirito unitario.
Sul sito del Sindacato è un altra cosa (SAC) dopo l'appello “ufficiale”, che abbiamo sostenuto e anche proposto (e fatto approvare) in alcuni direttivi, è spuntato questo intervento firmato da 17 delegati.
Dopo un lungo prologo nel vano tentativo di mettere le mani avanti (in Toscana diremmo pararsi il culo ) e differenziarsi dalla UE, dalla destra e da una certa “sinistra”, si va a all'obiettivo principale: attaccare l'esperienza dell'Urss nel periodo in cui vi era alla guida Stalin.
Si parla del “più grande massacro dei comunisti, in URSS come in molti altri paesi del mondo (dalla Spagna alla Cina)”, di “patto Hitler-Stalin” sposando, volenti o nolenti, le tesi anticomuniste e antistoriche della UE e di tutta la cagnara borghese che si è accodata.
Si accredita solo il trotzkismo come vero difensore dei valori rivoluzionari dell'Ottobre e vittime dello “stalinismo” sindacalisti e politici dipinti come rivoluzionari rossissimi che però alla fine sono approdati nel PSI, nel riformismo e nel campo borghese.
Questo intervento supera da destra persino la posizione presa dalla Cgil nazionale per menzogne e attacchi al socialismo. Un frazionismo davvero miope e fuori luogo di cui sinceramente tra i lavoratori e i compagni non se ne sentiva il bisogno.
Sappiamo benissimo che in SAC ci sono diverse sensibilità e nessuno deve rinunciare alle proprie idee e convinzioni. Anche noi le rivendichiamo, sicuramente a livello politico non simpatizziamo per lo stesso partito di chi ha firmato il documento dei 17 delegati. Ma un sindacato, un'“area programmatica” non sono un partito.
Proprio per questo tutti gli aderenti a questa area sindacale di minoranza, l'opposizione di sinistra in Cgil, dovrebbero lavorare e concentrarsi sulle questioni che li accomunano: dalla difesa dei diritti dei lavoratori al contrasto della linea della maggioranza della Cgil orientata verso il collaborazionismo con i padroni, il corporativismo e il sindacato di regime.
E rispondere uniti e compatti quando vengono attaccati gli ideali in cui molti di noi credono, anche se abbiamo idee diverse su come metterli in pratica. Altrimenti si fa il gioco dei nemici di classe e, come in questo caso, degli anticomunisti di Bruxelles.
Andrea Cammilli, Enrico Chiavacci, Andrea Bartoli, Patrizia Pierattini, Alberto Signifredi, Franco Panzarella, Massimo Mani
28 ottobre 2019

30 ottobre 2019