Il tesoriere della Lega è accusato di finanziamento illecito
Centemero (Lega) indagato a Roma e Milano
I soldi versati da Esselunga erano “destinati al partito”

 
Ci siamo più volte occupati dei finanziamenti illeciti alla Lega di Salvini (si veda “Il Bolscevico” n. 20 del 30 maggio 2019 e n. 24 del 27 giugno 2019), una vicenda che ha visto sin dal primo momento emergere chiare responsabilità a carico del deputato della Lega, nonché tesoriere dello stesso partito, Giulio Centemero, che era stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per i finanziamenti illeciti pervenuti alla Lega, tramite l'associazione di area leghista Più Voci, da parte del costruttore romano Parnasi.
Ora lo stesso Centemero risulta indagato, per lo stesso reato, anche presso la Procura di Milano, e la vicenda riguarda versamenti diversi e ulteriori rispetto a quelli contestati dai magistrati romani.
Stavolta, infatti, i soldi finiti nelle casse di Più Voci, di cui Centemero era ed è tuttora presidente, sarebbero giunti da parte di Esselunga, ed è stata già accertata una erogazione di 40.000 euro nel 2016 da parte di tale catena di supermercati, in quanto è stata regolarmente iscritta a bilancio della società a favore della onlus Più Voci.
Esattamente come è accaduto per le donazioni di Parnasi, però, i magistrati milanesi sospettano che tale operazione sia stata finalizzata a finanziare indirettamente (ossia tramite Più Voci, che avrebbe agito come mera intermediaria) la Lega, la quale avrebbe approfittato del fatto che Centemero era all'epoca dei fatti contestati, ed è tuttora, sia presidente di Più Voci sia tesoriere della Lega.
L’ipotesi dei magistrati milanesi è che Centemero - per fronteggiare la crisi finanziaria di Radio Padania, l'emittente radiofonica della Lega, che a tutti gli effetti doveva e deve essere considerata un organo di partito - abbia fatto confluire la donazione di Esselunga non nei fondi della stessa Lega, la quale all'epoca avrebbe rischiato il sequestro di tali fondi a seguito della condanna alla restituzione allo Stato dei famosi 49 milioni, ma nei fondi di una associazione senza scopo di lucro (Più Voci) la quale era ed è una persona giuridica diversa dalla stessa Lega, dotata di un proprio patrimonio, sebbene legata politicamente al partito di Salvini.
Secondo le ipotesi investigative, quindi, l’utilizzo di Più Voci - che meno facilmente poteva essere individuata, rispetto a Radio Padania, come strumento del partito - è servito ad aggirare la legge in quanto Più Voci avrebbe poi fatto pervenire i soldi a Radio Padania: si legge infatti in più di una informativa della polizia giudiziaria alla procura milanese che tali soldi erano in realtà “destinati al partito” .
Tutto ciò coincide perfettamente con quanto risulta dall'inchiesta di Roma, dove Centemero è indagato per un passaggio di denaro (stavolta complessivamente 250.000 euro versati in due volte) versati nel 2015 dal costruttore Luca Parnasi, attualmente indagato con altre 11 persone per associazione a delinquere ai danni della pubblica amministrazione, a Più Voci: nell’interrogatorio di Parnasi del 28 giugno 2018, alla domanda del magistrato inquirente se i versamenti a Più Voci fossero un modo alternativo di fare arrivare soldi alla stessa Lega, il costruttore rispondeva “probabilmente sì ”.
È quindi evidente che le Procure di Roma e di Milano hanno maturato la convinzione che Più Voci sia stata utilizzata per aggirare la legge sul finanziamento pubblico dei partiti e per eludere in modo fraudolento l'autorità della decisione giudiziaria che imponeva alla lega la restituzione di 49 milioni di euro, con il risultato che ora Centemero rischia due processi, a Roma e a Milano.
 

6 novembre 2019