Astenendosi sulla Commissione Segre
La destra fascista riconferma il suo odio razzista
La senatrice sotto scorta dopo le minacce razziste. Salvini minimizza

 
 
La “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza”, conosciuta per Commissione Segre, è stata approvata al Senato con 151 voti favorevoli e 98 astensioni di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia.
Il testo, dopo alcune premesse di carattere normativo europeo e nazionale e la definizione dei cosiddetti “hate speech” ed “hate crimes” (crimini di intolleranza e di odio) rileva di come “negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, che pervadono la scena pubblica accompagnandosi sia con atti e manifestazioni di esplicito odio e persecuzione contro singoli e intere comunità, sia con una capillare diffusione attraverso vari mezzi di comunicazione e in particolare sul web. Parole, atti, gesti e comportamenti offensivi e di disprezzo di persone o di gruppi assumono la forma di un incitamento all'odio, in particolare verso le minoranze.”.
L'istituzione della commissione ha dunque per scopo il contrasto di questi fenomeni con compiti di osservazione, studio ed iniziativa per l'indirizzo ed il controllo, con la facoltà di segnalare gli eventi alla stampa ed a disporre rimozioni di pagine o post sui social e più generalmente sul web.
 

L'astensione di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia
La destra fascista italiana, che ipocritamente si è affiancata nell'applauso alla senatrice Segre scaturito al momento della comunicazione dell'esito del voto, con la propria astensione smaschera definitivamente – come se ce ne fosse stato il bisogno! - tutta la sua natura razzista e fascista, in completa unità d'intenti all'ultrafascista con la quale collabora da tempo per fini propagandistici e politici, finendo per esserne divenuta il loro collettore istituzionale.
Questione ormai nota relativamente alla Lega di Salvini e a Fratelli d'Italia della Meloni, è stata confermata anche in una recente intervista di Berlusconi nella quale ha affermato, rivendicando il merito e chiedendo conto a Salvini per un coinvolgimento nel nuovo “centro-destra”, di essere stato proprio il suo partito nel '94 ad aver “istituzionalizzato il fascismo” dell'allora Alleanza Nazionale e della Lega Nord facendoli diventare forze di governo.
Tornando alla questione commissione, si arrampicano sugli specchi i portavoce dei partiti che si sono astenuti, come il vice-capogruppo vicario di Forza Italia al Senato Lucio Malan che ha affermato di non voler accomunare il razzismo al nazionalismo, e che “ Per noi prevalgono sempre i principi della libertà di espressione sanciti dalla nostra Costituzione, nei limiti previsti dalla legge”.
L'aspirante duce d'Italia Matteo Salvini ha ribattuto alle critiche di PD e 5 Stelle sostenendo: “Siamo contro razzismo, ma non vorremmo che qualcuno a sinistra spacciasse per razzismo quello che per noi è convinzione e diritto, ovvero il 'prima gli italiani'. Siamo al fianco di chi vuole combattere pacificamente idee fuori dal mondo, però non vogliamo bavagli e stato di polizia che ci riportano a Orwell”. Una contraddizione nella contraddizione se proprio lui, autore dei due decreti sicurezza di stampo fascista e sempre pronto ad inneggiare in divisa alle imprese militari e repressive interne ed esterne delle “nostre” forze armate, sostiene di non volere “Stati di polizia” in Italia.
Sempre Salvini in un'altra intervista ha rincarato la dose, attaccando senza ritegno la commissione e la senatrice Segre, sostenendo che ”Un conto è perseguire l’antisemitismo, un conto è dare in mano ad una commissione sovietica di sinistra la definizione di cosa è razzismo e cosa non lo è”.
Giovanbattista Fazzolari di Fratelli d'Italia chiude il cerchio delle ripugnanti giustificazioni di coloro che hanno deciso anche formalmente di schierarsi dalla parte del razzismo, dell'omofobia, della xenofobia, dell'intolleranza e dell'antisemitismo, affermando che questa “non è una commissione sull'antisemitismo come volevano far credere, ma una commissione volta alla censura politica”. E cos'è, se non il fascismo, il credo politico che racchiude in sé tutte queste caratteristiche? Forza Italia finisce per condannare quindi la censura del fascismo, come se il fascismo in Italia fosse semplicemente un parere e non un reato.
 

Le false proposte di Lega e Fratelli d'Italia
Inoltre, per fare chiarezza su un punto che rappresenta il caposaldo della “difesa” della destra, è necessario specificare che è falso che Lega e Fratelli d'Italia abbiano proposto con autonomi documenti l'istituzione della commissione Segre.
In realtà in entrambi i testi ci si limitava a “prendere atto” dell'instaurazione della commissione, aggiungendo premesse che ne snaturavano ampiamente il senso, come ad esempio il razzismo che “non è una emergenza nazionale” ma che al contrario sarebbe “sovrapponibile con la grande ondata di sbarchi e col fenomeno dell'immigrazione incontrollata”, arrivando addirittura ad indicare che il modo migliore per fronteggiare il problema sarebbe quello di “chiudere le frontiere”.
Per quanto riguarda l'antisemitismo, Salvini arriva ad imputarlo “all'odio contro Israele che accomuna anche alcuni settori dell'estrema sinistra”; insomma, confondendo ad arte antisemitismo e antisionismo egli gli attribuisce sostanzialmente una matrice antiIsraele o comunque islamica e non nazifascista. Una vergogna.
La Lega inoltre, nel suo documento, non ha perso l'occasione per strizzare l'occhio ancora una volta a Bannon, Dugin e alla sua cerchia di camerati fascisti e sovranisti, nuovi templari del cattolicesimo occidentale, dedicando largo spazio nel richiamare i casi di persecuzione dei cristiani nel mondo che poco o nulla c'entrano con il tema della commissione, cioè il razzismo.
In realtà la Commissione Segre non introduce nuovi reati, né inasprisce le pene per i reati già esistenti in Italia in materia – disposti innanzitutto dalle disattese leggi Scelba e Mancino per le quali fra l'altro non ne richiede con forza l'applicazione - , ma ha l'obiettivo di porre al centro del dibattito politico anche istituzionale questo tema, offrendo uno strumento di vigilanza e di informazione istituzionale.
 

Salvini minimizza la scorta alla Segre
A seguito dei numerosi attacchi personali (si parla nei fatti di 190 episodi in nove mesi) e alle minacce che Liliana Segre (ricordiamo che all'età di 13 anni è stata internata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau) riceve costantemente in internet, ed in particolare dopo l'istituzione della Commissione, la prefettura di Milano – città dove vive e lavora - ha deciso di attribuirle una scorta; decisione che ha sollevato un'ondata di solidarietà da parte di molti istituti ebraici italiani ed esteri e dai rappresentanti dei partiti del “centro-sinistra” istituzionale.
Ancora una volta Salvini ha mostrato la sua indole qualunquista, fascista e razzista, minimizzando i fatti, sostenendo che oggi “dirsi antisemiti è da ricovero” e accomunando le minacce alla senatrice Segre a quelle che possono essere rivolte a ciascuno di noi per qualsiasi motivo, con queste parole: “minacce gravissime, come quelle contro chiunque (…) Anche io ne ricevo quotidianamente”.
In realtà Salvini dimostra così di non considerare assolutamente – bensì di coprire - la loro natura razzista e nazifascista, ed in questo modo ignorando la tragedia dello sterminio degli ebrei, così come dei rom, dei perseguitati politici, comunisti in testa, degli slavi e degli omosessuali nel secondo conflitto mondiale per mano nazifascista.
 

La destra italiana si dichiara razzista ed antisemita
Sottovalutando in tal modo queste minacce, è chiaro che Salvini di fatto nega il pericolo che il nostro Paese corre, così come tanti altri in Europa e nel mondo, riducendole a un fenomeno comune e personale, estraneo al razzismo, alla xenofobia ed alla matrice nazifascista; è chiaro a tutti – tranne che alla destra che tenta di sviare – che esse non sono dirette alla persona Liliana Segre, ma a ciò che essa rappresenta da un punto di vista politico ma soprattutto storico.
Insomma, la destra attacca e contemporaneamente sposta anche formalmente la propria collocazione nell'ultradestra; allo stesso tempo l'altra parte del parlamento stenta a fare ciò che è richiesto da sempre dalle associazioni antifasciste – su tutte l'ANPI – e che potrebbe essere un fondamentale passo nella lotta al neofascismo e al razzismo, applicando con decisione le leggi già esistenti, Mancino e Scelba, oltre alla XII disposizione transitoria della Costituzione che vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista.
Misure che ad oggi, come dimostrano gli intrecci nazionali ed internazionali, le alleanze e la politica messa in atto in Italia, finirebbero per coinvolgere oltre alle formazioni dichiaratamente fasciste come Forza Nuova, CasaPound e simili, anche la stessa Lega di Salvini, che rappresenta oggi il partito dei fascisti del XXI secolo.

13 novembre 2019