A Verona durante la partita
Insulti a Balotelli. Razzismo intollerabile
Salvini: “Un lavoratore dell'Ilva vale dieci Balotelli”
Aperta inchiesta per discriminazione razziale

Lo scorso 3 novembre allo stadio Bentegodi di Verona, durante la partita di calcio Brescia-Verona, il calciatore del Brescia Mario Balotelli – nato e cresciuto in Italia da genitori ghanesi e diventato cittadino italiano a 18 anni - è stato fatto oggetto di vergognosi cori razzisti all'inizio del secondo tempo da parte di un settore della tifoseria del Verona.
Il calciatore non ha voluto subire gli insulti in silenzio, tanto da lanciare il pallone verso quella parte degli spalti da cui erano partiti, minacciando altresì di abbandonare la gara, ben sapendo che tale abbandono avrebbe potuto costargli una squalifica. Si è lasciato convincere a continuare la partita anche grazie all’intervento di compagni e avversari.
Luca Castellini, capo della tifoseria del Verona ed esponente di primo piano di Forza Nuova della città scaligera, commentando l'accaduto, ha definito gli oltraggi razzisti a Balotelli niente altro che “folklore “, aggiungendo che “Balotelli è italiano perché ha la cittadinanza italiana ma non potrà mai essere del tutto italiano “.
Per queste affermazioni contro Balotelli la società calcistica Hellas Verona ha disposto l'interdizione di Castellini dagli stadi dove giocherà la squadra fino al 2030, mentre il giudice sportivo di Serie A ha disposto la chiusura per una giornata effettiva di gara del settore dello stadio Bentegodi da dove sono partiti i cori razzisti.
A sostegno delle tesi espresse dal fascista e razzista Castellini è giunto in soccorso Matteo Salvini, il quale subito dopo il grave episodio ha chiaramente cavalcato le tesi razziste e rincarato la dose contro il giocatore, al quale il caporione fascioleghista manda evidentemente a dire di non poter giocare con la nazionale italiana, indipendentemente dai suoi meriti calcistici, in quanto africano: “secondo me in Italia ci sono tanti giocatori migliori di Balotelli “ ha detto a Ostia alla fine di un convegno rispondendo a una domanda circa la possibile chiamata in nazionale di Balotelli, aggiungendo che “vale più un operaio dell'Ilva di dieci Balotelli, non abbiamo bisogno di fenomeni “.
Quest'ultima frase, in modo particolare, è sintomatica dell'imbroglio che il caporione fascioleghista fomenta tra la popolazione e in questo caso particolare tra gli operai dell'Ilva che rischiano il posto di lavoro, per i quali il suo partito non ha fatto assolutamente nulla quando era al governo e che ora tira in ballo solo ed esclusivamente per scopi propagandistici e demagogici nell'ambito di una questione, peraltro, che riguarda il tema del razzismo: Salvini vuole chiaramente ribadire che un solo (operaio) italiano, di pelle bianca, vale non tanto più di dieci calciatori, bensì più di dieci Balotelli, di pelle nera, e quindi, indipendentemente dal lavoro svolto, gli italiani valgono a suo dire molto di più in quanto appartenenti a una razza superiore rispetto agli appartenenti a etnie diverse che vivono in Italia e magari hanno la stessa cittadinanza italiana.
L'ex ministro leghista Lorenzo Fontana, dal canto suo, ha rincarato la dose, definendo le reazioni agli insulti a Balotelli “una vergognosa gogna mediatica contro Verona e i suoi tifosi “, come se a essere umiliati fossero stati sia quei neri tifosi veronesi che hanno espresso il razzismo sia la loro città, e non un atleta la cui sola colpa è di essere un nero e che dovrebbe, nella distorta visione politica dell'ex ministro, piegare la testa di fronte ai peggiori insulti rivolti alla sua persona.
Ridicola e provocatoria la presa di posizione di quattro consiglieri di “centro-destra” al consiglio comunale di Verona che, appoggiati dal sindaco Boarina il quale guida la giunta di “centro-destra”, vorrebbero che il comune scaligero addirittura denunciasse Balotelli per diffamazione della loro città: sembrano profetiche e dirette a ognuno di loro, personalmente, le parole che William Shakespeare - che ha ambientato nella loro città due dei suoi drammi - fa dire a Schizzo e Ciriola nella prima scena del terzo atto del suo dramma I due gentiluomini di Verona, ossia che hanno “più capelli che testa “, anche se, per ipotesi, i cinque uomini politici fossero completamente calvi.
Tali prese di posizione sono destinate inevitabilmente ad alimentare ulteriormente razzismo, xenofobia, intolleranza e sciovinismo. Giustamente la magistratura veronese ha aperto due fascicoli di indagine in relazione al reato di istigazione all'odio razziale, uno nei confronti di Castellini per le dichiarazioni su Balotelli e l'altro nei confronti dei tifosi veronesi per i cori razzisti durante la partita. Vedremo se avrà il coraggio di andare fino in fondo, punendo esemplarmente e condannando col carcere.
L'ennesimo episodio di razzismo di cui è stato vittima un giocatore la cui sola “colpa“ è quella di avere la pelle nera è l'evidente frutto della deriva razzista che sta dilagando in Italia e negli altri paesi dell'Europa, una deriva viene alimentata da tempo e senza trovare appropriate risposte da parte delle istituzioni e dei partiti del regime neofascista, dalla destra e dalla “sinistra“ borghese che specularmente e sistematicamente fomentano nazionalismo, razzismo e xenofobia per dirottare il disagio economico e sociale in cui versano le masse popolari dalla vera causa, che è il capitalismo e il suo sistema di sfruttamento, verso le comunità di migranti che o per razza di appartenenza o per cultura, lingua o tradizioni si differenziano dal resto della popolazione italiana.

13 novembre 2019