Grandi onori alla Casa bianca al dittatore fascista e aggressore della Siria Erdogan
Trump: “La Turchia è stata fondamentale per la distruzione del califfato Isis”
Erdogan: “Turchia e Stati uniti sono schierati fianco a fianco per sradicare completamente Daesh”

 
La prima breve nota rilasciata il 13 novembre dalla Casa Bianca sull'incontro tra Donald Trump e il collega turco Rayyip Erdogan iniziava mettendo in evidenza questa frase del presidente americano: “i popoli americano e turco sono stati amici e alleati per molti, molti decenni”; un modo per richiamare l'amico e alleato a mantenere quel legame che si sta allentando a vantaggio dell'altro tessuto negli ultimi anni con la concorrente Russia di Putin, non certo nell'interesse dei due popoli quanto in quelli imperialisti delle rispettive borghesie. E quali siano, il documento li metteva subito in fila: “la Turchia è un alleato fondamentale della NATO e la nostra continua cooperazione è importante per gli interessi americani nella regione e oltre” e in particolare “la Turchia è stata un partner fondamentale nella lotta per annientare il califfato dell'ISIS. Il costante impegno della Turchia rimane essenziale per garantire che ISIS non sia mai ricostituito”; la Turchia infine “continua a dare importanti contributi alla missione di sostegno risoluto della NATO in Afghanistan”.
La Turchia è inoltre “un acquirente di equipaggiamento militare americano” ma si è rivolta alla Russia e, ricorda il documento, “al fine di ottenere progressi su altri fronti, è essenziale risolvere i problemi relativi all'acquisto da parte della Turchia del sistema di difesa aerea russo S-400, rafforzando il nostro partenariato per la difesa”. Appena una tirata di orecchi che non ha influito sui grandi onori tributati dalla Casa bianca al dittatore fascista e aggressore della Siria Erdogan che da parte sua non si è esentato dal ricordare “ai nostri amici” dell'amministrazione statunitense che danno ancora protezione a quelli che ritiene gli organizzatori del fallito golpe del luglio 2016 nonostante le richieste di Ankara di consegnarglieli.
Ma a Erdogan brucia soprattutto il rapporto diretto che gli Usa si sono costruiti coi curdi siriani per sconfiggere lo Stato islamico. Le organizzazioni curde siriane PYD e YPG e il PKK sono organizzazioni terroristiche per il fascista turco che per tentare di liquidarle ha invaso il nord della Siria e accusava Trump di aver invitato il responsabile militare delle YPG alla Casa Bianca. Coi curdi “abbiamo combattuto con successo contro l'ISIS”, ricordava il presidente americano ma alla fine abbiamo dato il via libera all'invasione turca della Siria e li abbiamo scaricati; quantunque alcuni dirigenti curdi siriani continuino a fare una corte suicida all'imperialismo americano.
Erdogan chiudeva il dibattito su questo punto ricordando che la Turchia “è l'unico alleato della Nato che ha combattuto in modo risoluto contro Daesh” e che la Turchia e gli Stati Uniti “sono schierati fianco a fianco per sradicare completamente Daesh”, altro che i curdi. L'unità imperialista era momentaneamente ritrovata nella lotta contro il comune nemico, lo Stato islamico.
Come ritorsione per l'acquisto del sistema missilistico russo S-400, gli Usa hanno congelato la vendita alla Turchia del nuovo caccia F-35. Ma le posizioni non sono definitive, sottolineava Trump, ne riparleremo, per tenere agganciata Ankara. Deve però darsi una mossa dato che il concorrente imperialismo russo non sta a guardare e dopo aver risposto all'accordo Usa-Turchia sull'occupazione dei territori curdi nel nord della Siria con un accordo fotocopia ma che applica in prima persona coi suoi militari schierati lungo il confine al posto dei marines ritirati da Trump, ha fatto sapere alla Turchia di non preoccuparsi se non arrivano i caccia Usa, ci sono i suoi già pronti: la Russia è pronta a fornire alla Turchia i caccia Sukhoi Su-35 e Su-57, dichiarava il 18 novembre il responsabile dell'azienda statale russa Rostec, basta che Ankara ce li chieda.

20 novembre 2019