Ranucci attaccato dagli hacker per le inchieste di Report su Moscopoli
Solidarietà della redazione centrale de Il Bolscevico

 
La Banca di Sigfrido Ranucci ha informato il conduttore di Report, nota trasmissione di inchiesta in onda il lunedì su RAI 3, che il suo conto è stato violato da un hacker dell'est europeo.
Pare che non vi siano stati prelevamenti di denaro o simili, tuttavia questa operazione di “spionaggio” vero e proprio, sarebbe stata finalizzata ad acquisire dati personali del conduttore come residenza e familiari, assieme a dati aziendali, in particolare telefonici.
La denuncia arriva in coro da Usigrai, il sindacato della Rai, e Fnsi, Federazione della stampa, che rilevano come si tratti di un pericoloso ed inquietante episodio che si somma alle decine di minacce piovute alla redazione di Report dopo la messa in onda delle ampie e ben documentate inchieste relative ai rapporti della Lega di Salvini con l'ultradestra russa, con le fabbriche delle “fake news” e con le cosiddette “fabbriche dell'odio” sulle quali l'aspirante duce della Lega Salvini ha costruito ad arte i suoi successi politici.
Ranucci è stato autore in passato di numerose inchieste che sono state capaci di scoperchiare pentoloni caldissimi quanto segreti, fra i quali alcune sul traffico illecito di rifiuti, sulla mafia e sull'utilizzo di armi non convenzionali quali l'uranio impoverito, denunciando anche l'uso da parte dell'esercito americano del fosforo bianco durante i combattimenti a Falluja in Iraq, del quale hanno parlato i più importanti media del mondo.
Nel 2001, nel corso di un'inchiesta sulle stragi di mafia, ha trovato e trasmesso l'ultima inedita intervista del giudice Paolo Borsellino, nella quale, poche ore prima della strage di Capaci, parlava per la prima volta dei rapporti tra Marcello Dell'Utri, il boss di Cosa Nostra Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi.
Queste inchieste gli avevano fatto “guadagnare” già da dieci anni la tutela delle forze dell'ordine alla sua abitazione, tuttavia le recenti inchieste che mettono alla berlina Salvini e i suoi rapporti con i fascisti americani e in particolare russi, hanno fatto fare il salto di qualità a coloro che vorrebbero tappargli la bocca.
In una intervista ad Adnkronos, il giornalista ha affermato che “sapere che c'è chi sa esattamente dove abito con la mia famiglia non mi fa sentire tranquillo”, e ha aggiunto: “se qualcuno ha tentato di fare questa operazione solamente per cercare di hackerare la dedizione al lavoro, mia e della squadra di `Report´, ha sbagliato. Non ci facciamo infettare da questo virus che punta a minare la nostra passione per il lavoro”.
Oltre ai pericoli per la persona, l'operazione mina la stabilità anche della trasmissione stessa, già bersagliata da richieste milionarie di risarcimento danni che i legali hanno fino ad oggi respinto, poiché, come afferma il giornalista, “se un domani qualcuno, conoscendo la nostra rete di legali e consulenti, potesse arrivare a leggere le nostre strategie difensive, sarebbe una situazione rischiosissima per noi e per le fonti”.
In effetti il rischio c'è, soprattutto perché telefoni ed email sono centrali nei contatti con gli uni (i legali) ed anche con i secondi (le fonti) che hanno la necessità di rimanere nell'anonimato.
“Noi riceviamo 75.000 segnalazioni ogni anno di persone che denunciano chiedendo l'anonimato – racconta Ranucci - Se Report diventasse incapace di preservare il loro anonimato, ci sarà ancora voglia da parte delle persone di continuare a denunciare sulle mail aziendali?”. Sempre secondo Ranucci, quanto accaduto testimonia la “vulnerabilità” della democrazia, perché, nonostante sia facile “bucare una banca, ci viene imposto per legge di dare alle banche tutte le informazioni sulla nostra privacy”.
Nonostante il problema sia evidente, alcuni giornalisti minimizzano sostenendo che il conto di Ranucci sia stato hackerato assieme ad altri tre milioni di clienti della Banca in questione; una sottovalutazione assurda e controproducente, che di fatto copre l'attacco politico al giornalista poiché tutte le sue email ora nelle mani degli hacker, contengono file, filmati e tutte le altre informazioni già citate che faranno senz'altro gola a qualcuno, pronto a pagarle cifre spropositate.
Ai numerosi attestati di solidarietà a Ranucci e alla trasmissione che sono finora arrivati, aggiungiamo anche quello della redazione centrale de “Il Bolscevico” poiché Report rappresenta comunque nell'Italia di oggi, probabilmente l'unica trasmissione d'inchiesta che ha saputo condurre inchieste e denunce coraggiose che hanno messo a nudo taluni aspetti della corruzione che infetta il sistema politico ed economico italiano.

4 dicembre 2019