Ricordo militante della strage alla Banca dell'Agricoltura del capoluogo lombardo del 12 dicembre 1969
Combattivo corteo: “Strage di Stato, mano fascista. Milano non dimentica”
50 anni di bugie. Notevole partecipazione giovanile. Il PMLI anima lo spezzone dei partiti con la bandiera rossa

 
 
Redazione di Milano
12 dicembre 2019, sono passati 50 anni dall'efferata strage di Stato commessa dagli esecutori fascisti di "Ordine Nuovo" con l'esplosione di una bomba nella Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana a Milano. L'agghiacciante bilancio fu di 17 morti e 88 feriti.
La verità storica, così come fu largamente documentata dal lungo iter giudiziario conclusosi con la condanna che la Corte d'Assise di Milano ha emesso il 30 giugno 2001 (solamente, però, contro gli esecutori fascisti e ignorando i mandanti), è che la strage di piazza Fontana e altre che l'hanno preceduta e seguita fu una strage di Stato e atlantica. Atlantica perché fu voluta e promossa dai circoli militari imperialisti USA e NATO per impedire che il nostro Paese imboccasse per via rivoluzionaria la strada del socialismo o vedesse l'ingresso nel governo del PCI revisionista e si staccasse dall'Alleanza Atlantica. Di Stato perché fu attuata dai fascisti con la complicità e la copertura dei servizi segreti, dei militari golpisti e delle "forze dell'ordine''. E con la connivenza dei governanti dell'epoca, che erano al corrente delle trame e lasciarono che si sviluppassero e anzi le incoraggiarono per fascistizzare il Paese.
Per aver subito intuito e proclamato questa verità, nonostante il clima di isteria anticomunista scatenato ad arte dal regime borghese e dai mass media ad esso asserviti, che indirizzavano a sinistra la caccia agli autori e ai mandanti della strage, i marxisti-leninisti furono duramente colpiti e perseguitati, nella persona del compagno Giovanni Scuderi, che già il 13 dicembre subì la provocatoria perquisizione domiciliare da parte della polizia, estesa anche alla sede di via dell'Orto a Firenze, e successivamente fu processato per aver sostenuto a viso aperto su "Il Bolscevico'' la vera natura dell'eccidio: una strage di Stato. D’altronde sin dal suo primo numero del 15 Dicembre 1969, “Il Bolscevico” denunciava la reale matrice “degli attentati terroristici di Milano e Roma, compiuti dalla borghesia reazionaria e fascista”.
Una verità storica che dal 12 marzo 2004 non è più giudiziaria, da quando cioè la Corte d'Assise di appello di Milano assolve senza valide controprove Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni, i tre imputati principali della strage, addirittura "per non aver commesso il fatto". Vergognosa assoluzione di regime confermata il 3 maggio 2005 dalla Cassazione.
Restando ai fatti documentati, quindi, la strage resta anche fascista perché materialmente realizzata da "Ordine nuovo'', il braccio armato nazifascista della strategia golpista "della tensione" che gli USA, la NATO (Stay Behind-Gladio), i servizi segreti italiani (SID) e la corrente più reazionaria della borghesia nazionale (P2 e Anello) decisero di porre in atto per stroncare il pericolo di una rivoluzione popolare che avrebbe potuto innescarsi sull'onda delle grandi lotte giovanili e operaie del '68-69. Tali organizzazioni squadristiche e terroristiche esistono ancora, e come e più di allora sono tollerate e protette dallo Stato borghese nonostante siano bandite dalle leggi vigenti. Uno Stato borghese che oggi non è più la prima repubblica democratico-borghese bensì la seconda repubblica neofascista di stampo piduista voluta proprio dai mandanti golpisti nostrani di quella efferata strage.
Dopo 50 anni rimane forte il ricordo della strage di Piazza Fontana nella memoria della Milano antifascista, la maggior parte della quale ha disertato le celebrazioni ufficiali per sfilare la sera nel corteo organizzato dal Comitato Milano antifascista antirazzista meticcia e solidale. Il corteo è partito simbolicamente da piazza Cavour, a poche centinaia di metri dalla Questura dove ha perso la vita, in circostanze mai chiarite, “cadendo da una finestra”, il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, innocente accusato ingiustamente della strage da un apparato repressivo prevenuto e sguinzagliato a perseguire la sinistra.
In testa al corteo lo striscione con la scritta "Strage di Stato, mano fascista. Milano non dimentica", accanto quello degli studenti antifascisti "50 anni di bugie".
Presenti in piazza tutti i partiti con la bandiera rossa e la falce e martello, gli anarchici, i centri sociali e i sindacati non confederali.
Nel pomeriggio si erano mossi un centinaio di studenti antifascisti che da piazza Abbiategrasso hanno percorso le vie del quartiere Stadera dove i nazifascisti di Forza Nuova hanno un loro covo nei locali concessi da ALER in via Palmieri per poi andare a confluire in piazza Cavour per partecipare al corteo per il 50° della strage di Piazza Fontana che è partito alle 18.40 con oltre 3 mila manifestanti tra i quali notevole è stata la partecipazione giovanile frutto anche dei molti incontri fatti nei licei e negli atenei in queste ultime settimane.
La delegazione del PMLI, composta dai compagni della Cellula “Mao” di Milano, è sfilata con la rossa bandiera del Partito e un cartello con su affissi due diversi manifesti realizzati dal Comitato lombardo del PMLI: quello con la scritta “Mettere fuorilegge i gruppi nazifascisti – Applicare la legge n. 645 del 20 giugno 1952” e quello col fascio littorio sbarrato in un segnale di divieto sovrastato dal chiaro monito: “Fermare il razzismo e il fascismo” e con la scritta “Uniamoci contro il governo trasformista liberale Conte al servizio del regime capitalista neofascista” con un fotomontaggio di Conte che esibisce la copertina di un decreto Salvini affiancato da Di Maio e guardato alle spalle da Renzi, tutti con fez e divisa mussoliniana. Come infatti si legge nell’adesione ufficiale della Cellula milanese del PMLI (pubblicato a parte), “è necessario comprendere che la non attuazione di tali norme si rivela un’ennesima violazione del testo costituzionale da parte del governo Conte che così dimostra la sua complicità politica e organizzativa col già operativo terrorismo squadrista nazifascista”.
I compagni del PMLI hanno preso parte allo spezzone del PCI e del Fronte Popolare coinvolgendo la loro base nel canto di Bandiera Rossa, de L'Internazionale, di Bella Ciao (con la strofa finale inneggiante alla bandiera rossa) e di Fischia il Vento, lanciando un unitario messaggio di rosso orgoglio contro l'Europarlamento e la sua nera risoluzione anticomunista.
Il corteo si è concluso in piazza Fontana coi comizi finali svoltisi davanti alla lapide intitolata dagli studenti e dai democratici milanesi a Pinelli “ucciso innocente nei locali della Questura di Milano” mentre una luce-laser verde ha tracciato sulla facciata della Banca Nazionale dell’Agricoltura la sagoma dell’opera Enrico Baj “I funerali dell’anarchico Pinelli”.
Lungo il corteo, tramite il lancio di slogan, i marxisti-leninisti hanno ribadito: "Su Piazza Fontana, fuori chi è stato, cancellare, il segreto di Stato", "Conte e Lamorgese, fuori le prove, che a Piazza Fontana, fu strage di Stato", "Zorzi in Italia, deve tornare, per Piazza Fontana, deve pagare!" e per ribadire che oggi come allora si lasciano liberi di organizzarsi i terroristi e squadristi nazifascisti (ordinovisti ieri, forzanovisti, CasaPound, ecc., oggi) "I nazifascisti e chi li protegge, non vanno tollerati, ma messi fuorilegge".
Chiediamo con forza al presidente della Repubblica Mattarella e al presidente del Consiglio Conte di rendere pubbliche tutte le carte che riguardano la Strage della Banca dell'Agricoltura di Milano.
- - -
Il giorno precedente alla fondazione dell'Organizzazione Comunista Bolscevica Italiana (marxista-leninista), esattamente il 13 dicembre 1969, nonostante il compagno Giovanni Scuderi fosse a letto malato, la polizia gli perquisì l'abitazione per “accertare” se esistevano documenti e armi in relazione alla strage alla Banca dell'Agricoltura di Milano. Nello stesso giorno e per lo stesso motivo venne perquisita anche la sede di via dell'Orto.
 

18 dicembre 2019