Elezioni in Emilia-Romagna
L'impresentabile padrone Fagioli nella lista personale di Bonaccini
L'azienda di famiglia nel 2011 tagliò un appalto e 516 facchini persero il lavoro via sms

Dal nostro corrispondente dell'Emilia-Romagna
Tra i candidati alle prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna che il prossimo 26 gennaio sosterranno la ricandidatura del presidente uscente Stefano Bonaccini stanno emergendo nomi “scomodi” che la dicono lunga sulle reali intenzioni di Bonaccini, al di là delle “belle” parole da campagna elettorale di cui si sta riempiendo la bocca per imbrogliare la masse popolari e lavoratrici per concedergli il voto e quindi la possibilità di continuare a servire la borghesia regionale per meglio tutelare i propri interessi nella gara economica non solo con le altre regioni del paese ma anche con quelle economicamente più avanzate d'Europa.
Tra questi senza dubbio quello dell'imprenditore Carlo Fagioli, che proprio nei giorni scorsi ha inaugurato la propria sede elettorale a Reggio Emilia.
Ma, oltre ad essere un imprenditore, cioè un padrone e quindi uno sfruttatore, alla guida insieme al fratello, del Gruppo Snatt Logistica SpA, leader mondiale nella distribuzione di brand internazionali del settore della moda, che cosa contraddistingue in particolare Fagioli?
A denunciarlo è un'altro candidato che sostiene Bonaccini, ma con la lista “Emilia-Romagna Coraggiosa” di Elly Schlein europarlamentare eletta con Pd e poi passata a “Possibile” e Vasco Errani ex governatore dell'Emilia-Romagna, e cioè Sergio Guaitolini, ex sindacalista della Fiom-Cgil che seguì la battaglia dei 516 lavoratori della Cooperativa Gfe che nel 2010 vennero licenziati da Fagioli con un sms!
Quando i lavoratori della Gfe, la cooperativa di facchinaggio utilizzata dalla Snatt di Fagioli e che venivano pagati appena 5 euro l'ora, decisero di applicare il regolare contratto nazionale di lavoro, che prevedeva tra l'altro retribuzioni più alte, la Snatt tolse l'appalto alla Gfe. Settimane di scioperi, manifestazioni, presidi permanenti e alla fine la Snatt creò 2 nuove cooperative in cui vennero assunti solo gli ex lavoratori della Gfe che accettarono di lavorare a paghe ribassate.
Nonostante Fagioli si difenda asserendo di aver rispettato la legge (una legge ovviamente fatta su misura per i padroni e che garantisce loro di sfruttare impunemente i lavoratori), la sua condotta stride non poco con il suo “programma” dove dice di aver: “deciso di impegnarmi affinché le giovani generazioni possano avere le stesse opportunità che abbiamo avuto io, mio padre Giovanni e la mia famiglia a cominciare dallo stanziamento di fondi e incentivi per la formazione professionale, le imprese innovative e l’innovazione tecnologica, da sostenere e valorizzare nei distretti e nei processi di internazionalizzazione. Così come ritengo che siano necessari sempre maggiori investimenti e agevolazioni fiscali per creare occupazione stabile e di qualità, presupposto indispensabile per la costruzione di un progetto di vita a cui deve corrispondere un sistema di welfare volto a sostenere in particolare giovani coppie, famiglie numerose, con anziani e disabili”.
Non che Guaitolini, da ex sindacalista, ne abbia fatto una questione di principio tale da ritirare la propria candidatura per non essere accomunato a quella di Fagioli, tanto che il suo commento è stato :“Apprendo dalla stampa che, a Reggio Emilia, Carlo Fagioli si candiderà per la lista civica Bonaccini presidente. Devo dire in tutta sincerità che la notizia non mi entusiasma affatto”, evidentemente il miraggio della poltrona è più importante della coerenza, e per giustificare il proprio appoggio a Bonaccini non basta accampare che da allora l'Emilia-Romagna ha varato una “tabella di costo minimo orario”, “un protocollo sulle procedure di appalto in sanità”, “introdotte normative regionali o migliorate normative nazionali per garantire la legalità e ridurre lo sfruttamento”, tutta aria fritta se si pensa che proprio nel settore dei facchini continua tutt'ora il selvaggio sistema di appalti e subappalti a finte cooperative dove i lavoratori vengono spremuti come limoni, con paghe da fame, nessun diritto e tutela, tanto che di fronte alle continue e dure le lotte, in particolare di lavoratori extracomunitari, per le condizioni di lavoro, la risposta è stata spesso quella dei manganelli delle “forze dell'ordine”.
Silenzio invece da parte di Bonaccini, in evidente imbarazzo per la situazione creatasi in seno alla sua coalizione, ma non certo esente da responsabilità perché non poteva certo non sapere del “curriculum” antioperaio di Fagioli e inoltre non ha revocato la sua candidatura. Il suo silenzio non fa altro che dire chiaramente quali sono gli interessi che Bonaccini vuole continuare a difendere, quelli dei padroni!

24 dicembre 2019