Voltagabbana di PD, M5S, LeU
Il programma per l'acquisto e la produzione degli F-35 va avanti

 
Lo scorso 19 novembre la Camera dei Deputati ha approvato una mozione sugli aerei militari F35 presentata dalla maggioranza di governo - promossa in primo luogo da PD e M5S, ma sostenuta di fatto anche da LeU - che dà il via libera alla continuazione della produzione e acquisto dei cacciabombardieri.
La mozione prevede chiaramente che il programma che riguarda tali aerei non si sospenderà e non si taglieranno gli ingenti costi, nonostante sia il PD sia, soprattutto, il M5S e LeU si siano in passato battuti, almeno a parole, quantomeno per un forte ridimensionamento del programma di riarmo voluto dall'aeronautica militare italiana, che costerà al nostro Paese almeno 14 miliardi di euro.
Il PD nella scorsa legislatura aveva votato in modo compatto la mozione presentata dal suo deputato Gian Piero Scanu per il dimezzamento della spesa degli F35, ma il 19 novembre scorso il capogruppo in commissione difesa, Alberto Pagani, ha giudicato sbagliata la mozione di allora, che peraltro nel 2014 lo stesso Pagani aveva votato, facendo una sostanziale autocritica sia del proprio operato di allora sia della scelta politica del suo partito in quella circostanza.
Lo stesso Zingaretti, attuale segretario del PD, aveva affermato in un recente passato che gli F35 sono “una scelta non condivisibile” e si era fatto fotografare con il cartello “Stop F35”.
Il M5S, dal canto suo, nella scorsa legislatura si era battuto a spada tratta contro il programma degli F35, mentre ora ha dato il suo sostanziale via libera al programma, e non bisogna dimenticare che Di Maio in persona non ha mai perso un'occasione, in passato, per scagliarsi contro il programma degli F35, una contrarietà che, almeno a parole, non lasciava spazio a equivoci.
Anche LeU, che aveva fatto della contrarietà al programma degli F35 un suo cavallo di battaglia politico, ha vigliaccamente svenduto il proprio programma politico dando il via libera in tal senso.
La Lega di Salvini e Fratelli d'Italia della Meloni si sono detti, ovviamente, soddisfatti del voto.
È un voltafaccia inaccettabile da un punto di vista politico, oltre a essere una scelta economicamente sbagliata, con un mare di soldi pubblici dilapidati per tenere il bordone ai guerrafondai imperialisti, mentre l'Italia ha un disperato bisogno di quei soldi per il lavoro, la scuola, la sanità.
Il ministro della difesa Guerini (PD) - che, per la cronaca, aveva anche lui votato la mozione Scanu del 2014 per il ridimensionamento del programma dei cacciabombardieri - a questo punto non ha perso tempo, perché una settimana dopo il voto parlamentare ha dichiarato in audizione davanti alle Commissioni riunite Difesa di Camera e Senato a proposito del programma degli F35: “ho dato avvio alla Fase 2 del programma stesso, confermando ciò che era stato definito e comunicato alla Direzione di programma, nella pianificazione del 2017 e mai modificato successivamente”.
Gli F35 non sono strumenti di difesa, ma armi d’offesa che potranno ospitare anche armi nucleari, in aperta violazione dell'articolo 11 della Costituzione dove vi è sancito il ripudio della guerra. Il programma prevede la spesa di circa 130 milioni di euro per ciascuno dei 90 cacciabombardieri che l'Italia ha deciso di acquistare, per un totale di circa 14 miliardi di euro solo ed esclusivamente per gli aerei, oltre ad ulteriori ingenti spese per aggiornamento di software e gestione degli stessi cacciabombardieri.
 
24 dicembre 2019