Nuova edizione dell'interclassismo cattolico e trotzkista riformista di sinistra
La “Costituzione della Terra” è un'iniziativa fuorviante e politicamente e culturalmente errata
Non si può sfuggire al problema dell'abbattimento del capitalismo e della sua alternativa

“L'Amazzonia brucia e anche l'Africa, e non solo di fuoco, la democrazia è a pezzi, le armi crescono, il diritto è rotto in tutto il mondo”: con queste parole drammatiche si apre l'”Appello-proposta per una Costituzione della Terra” firmato il 27 dicembre 2019, in occasione del 72° anniversario della promulgazione della Costituzione italiana, dal giornalista cattolico Raniero La Valle (già parlamentare indipendente del PCI), il filosofo del diritto Luigi Ferrajoli, gli ex presidenti della Corte costituzionale Valerio Onida e Paolo Maddalena, il premio Nobel per la pace 1980 Adolfo Perez Esquivel, l'ex vescovo di Caserta Raffaele Nogaro, il magistrato Domenico Gallo, e da decine di altre personalità della politica, della cultura e della società civile.
L'appello si propone di dare una risposta ai disastri ambientali e agli scenari di guerra che minacciano la sopravvivenza stessa del pianeta, richiamandosi anche ad esempi come Greta Thunberg, Carola Rackete e il movimento delle Sardine, sostenendo che “l'inversione del corso delle cose è possibile”, e che questa inversione si chiama “Costituzione della Terra”. Questa Costituzione mondiale dovrebbe fare da bussola ad ogni governo “per il buon governo del mondo”, e dovrebbe essere prodotta da un “soggetto costituente” rappresentato dal “popolo della Terra”.

Dalla Carta dell'Onu a papa Bergoglio
Il modello ideale a cui rifarsi, secondo il documento, è quello della Carta dell'Onu del 1945 e la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, alle quali, come se rappresentassero una Costituzione senza popolo, non è seguito però “il nuovo ordine mondiale da esse disegnato”. A differenza di allora, spiegano i firmatari, oggi la novità è che il popolo della Terra “può esserci, può essere istituito”, perché lo reclamano “le sovranità in lotta tra loro” che minacciano la vita, “l'oceano di sofferenza in cui siamo immersi” e le religioni, che con papa Francesco e gli altri capi religiosi con lui negano di poter prendere “un Dio a pretesto della divisione tra i popoli”.
Per tutto questo, prosegue l'appello, “è realistico oggi porsi l’obiettivo di mettere in campo una Costituente della Terra, prima ideale e poi anche reale, di cui tutte le persone del pianeta siano i Padri e le Madri costituenti”. E il primo passo concreto in questa direzione, è quello di istituire una Scuola denominata “Costituente Terra”, tramite un “Comitato promotore partito della Terra”. Oltre a ciò, rievocando anche la dichiarazione di New Delhi del 1986 tra Gorbaciov e Rajiv Gandhi per un mondo libero dalle armi nucleari e dalle guerre, propone di proclamare il 4 febbraio “Giornata mondiale della fratellanza umana”, ispirata al documento islamo-cristiano del 4 febbraio 2019 tra papa Bergoglio e i capi religiosi islamici ad Abu Dhabi, poi integrato anche dai rappresentanti dell'ebraismo nel successivo Comitato di attuazione, per organizzare in sede Onu un Summit mondiale della fratellanza umana.

Due culture e due concezioni del mondo
Disarmo, fine delle guerre e pace nel mondo, rispetto dell'ambiente e del pianeta in cui tutti dobbiamo convivere, fratellanza umana: sembrano in apparenza principi e aspirazioni sulla cui giustezza e universalità non si dovrebbe neanche discutere, e allora perché diciamo che questa della “Costituzione della Terra” è un'iniziativa fuorviante e politicamente e culturalmente sbagliata? Il problema è capire a quale cultura appartengono tali principi e aspirazioni, qual è la concezione del mondo che li ispira e se con tale cultura e con tale concezione del mondo è possibile cambiare veramente il corso delle cose, oppure se occorra adottare una diversa cultura e una diversa concezione del mondo.
In una società divisa in classi, come quella capitalista in cui viviamo, non esiste una cultura unica e al disopra delle classi, così come non esiste un'unica concezione del mondo, ma esistono due culture e due concezioni del mondo che riflettono inevitabilmente le due classi economiche antagoniste fondamentali di questa società, la borghesia e il proletariato. La cultura della borghesia è il liberalismo, che a livello economico si traduce nel liberismo, ossia nella libertà di sfruttamento del proletariato e delle risorse naturali per il conseguimento del massimo profitto, e a livello sociale si esprime nell'individualismo, nell'egoismo e nella ricerca dell'arricchimento e del privilegio di pochi a scapito della maggioranza della popolazione.
Corrispondentemente a ciò la sua concezione del mondo è l'idealismo, un'ideologia metafisica e antiscientifica dietro la quale maschera le contraddizioni di classe e cerca di far accettare al proletariato la società borghese e i suoi capisaldi economici, che sono la proprietà privata, lo sfruttamento, l'economia di mercato, le disuguaglianze sociali e le guerre imperialiste per l'accaparramento di fonti di materie prime e mercati. E lo fa da una parte presentandoli come fenomeni inevitabili e “naturali”, frutto cioè della natura umana e perciò inestirpabili e destinati a durare in eterno, e dall'altra spacciando nel proletariato e nelle masse popolari idee consolatorie e del tutto innocue e fuorvianti rispetto alla temuta lotta di classe, come l'interclassismo, cioè la collaborazione tra le classi, l'umanitarismo, la democrazia e la libertà in astratto, cioè a prescindere dalla natura classista della società borghese, il pacifismo, la fratellanza universale, il miraggio di “un altro mondo è possibile” all'interno del sistema capitalistico globale, e così via.

Con la cultura del proletariato per cambiare il mondo
La cultura del proletariato, antagonista del liberalismo borghese, è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, che si fonda sulla lotta di classe per sopprimere il capitalismo, abbattere il potere della borghesia, portare al potere il proletariato e instaurare il socialismo. E la concezione del mondo del proletariato, diretta antagonista della concezione del mondo idealistica e metafisica della classe dominante borghese, è basata sul materialismo dialettico e sul materialismo storico. Tanto quella della borghesia si fonda sulla concezione individualistica ed egoistica della società, quanto quella del proletariato si fonda sulla concezione collettivista della società. Nella prima c'è al centro l'individuo e i privilegi di una minoranza, nella seconda c'è il proletariato e il benessere della stragrande maggioranza della popolazione.
Non esiste un'alternativa tra queste due culture e concezioni del mondo. Gli intellettuali democratici e progressisti che hanno formulato l'“Appello-proposta per una Costituzione della Terra” dovrebbero prendere coscienza che se non si schierano con la cultura del proletariato e non cercano di trasformare la loro concezione del mondo in senso proletario rimarranno inevitabilmente prigionieri della cultura e della concezione del mondo borghesi, e perciò non potranno mai cambiare veramente questo mondo dove dominano il capitalismo e l'imperialismo.
Purtroppo in tutto il documento da essi redatto non c'è invece il minimo accenno a quella che è la causa fondamentale del depauperamento delle risorse naturali, dell'inquinamento, del dissesto ecologico del pianeta e delle guerre, che è il sistema di sfruttamento capitalistico. Senza mettere in discussione questo sistema economico, predatorio e devastatore per sua stessa natura, senza immaginare di distruggerlo in tutti i suoi capisaldi, che sono la proprietà privata, la “libera” concorrenza, il mercato e il profitto, e sostituirlo con un diverso sistema fondato su un'economia pianificata collettiva, il socialismo, non sarà mai possibile soddisfare i bisogni essenziali di tutta la popolazione mondiale, preservando al tempo stesso le risorse naturali, eliminando le cause della guerra e garantendo la vita delle generazioni future e del pianeta.

Interclassismo o lotta di classe?
A questo riguardo c'è solo, tra le aree tematiche indicate per la scuola “Costituente Terra”, l'accenno a “il neo-liberismo e la crescente minaccia dell'anomia”, come se l'enorme macigno da rimuovere del capitalismo si potesse ridurre alla sola critica al neoliberismo e alla deregulation di stampo reaganiano che lo contraddistingue. Come se cioè si possa immaginare un capitalismo “riformato e dal volto umano”, dove per magia non dominino più le leggi del mercato e dell'arricchimento sfrenato ma quelle delle sobrietà e della filantropia: cosa che predica, da sempre, la dottrina cattolica interclassista della società. Lo si vede anche dalla concezione del lavoro propugnata dall'appello, “un lavoro non ridotto a merce, non oggetto di dominio e alienato dal tempo della vita”, senza però ammettere che è proprio il sistema capitalistico e la società divisa in classi - che non si vuol nemmeno nominare, dando per scontato quindi che ci saranno anche nel mondo utopistico immaginato dai firmatari - che riducono il lavoro a merce, ne fanno oggetto di profitto, e quindi di potere, e alienato dalla vita umana.
Quest'interclassimo cattolico e borghese si sposa poi con quello trotzkista riformista di sinistra, (e non a caso l'appello è pubblicato con grande risalto su Il Manifesto trotzkista), laddove nel documento si propongono i temi di “come passare dalle culture di dominio e di guerra alle culture della liberazione e della pace”, e di “come uscire dalla dialettica degli opposti, dalla contraddizione servo-signore e amico-nemico per assumere invece la logica dell' et-et, della condivisione, dell'armonia delle differenze, dell''essere per l'altro', dell'”essere l'altro'”. Cioè, in sostanza, alle guerre giuste di liberazione dei popoli contro le guerre ingiuste dell'imperialismo, unica via per eliminare per sempre le guerre eliminando la causa che le genera, l'imperialismo, si contrappone un'idealistica “cultura della liberazione e della pace” alla papa Bergoglio. E alla lotta di classe tra sfruttatori e sfruttati (qui chiamata allusivamente “contraddizione servo-signore”), si contrappone la conciliazione tra le classi, la “condivisione” e l'”armonia delle differenze”, secondo la concezione cattolica di un idealistico “amore universale” da raggiungere tra tutte le classi sociali, le nazioni e i popoli. Ma, come ha chiarito Mao su questo problema, “un vero amore per l'umanità sarà possibile soltanto quando le classi saranno state eliminate in tutto il mondo. Le classi hanno diviso la società in gruppi antagonistici, e soltanto dopo l'eliminazione delle classi si avrà l'amore universale, non ora. Noi non possiamo amare i nostri nemici, non possiamo amare i mali della società, il nostro obiettivo è distruggerli” .

Il socialismo è l'unica soluzione
In conclusione è inutile preconizzare, come fanno i firmatari dell'appello, “nuove frontiere del diritto, un nuovo costituzionalismo e la rifondazione del potere”, e tanto meno “un buon governo del mondo”, che finiranno per restare come sempre parole vuote e senza senso, ma dovrebbero invece affrontare la questione concreta e ineludibile dell'abbattimento del capitalismo e dell'imperialismo e dell'insaturazione della sua alternativa, la società socialista, e riconoscere che per conquistarla occorre dare tutto il potere al proletariato. Perché il proletariato, come ha sottolineato il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, nel discorso pronunciato a nome del Comitato centrale del Partito in occasione del X anniversario della morte di Mao, “è l'unica classe che porta in grembo la via della salvezza, del progresso, della libertà e dell'emancipazione sociale. Essa sola infatti possiede una concezione del mondo veramente rivoluzionaria, scientifica e antagonistica alla concezione borghese del mondo, nonché un progetto politico completo e sperimentato in più paesi e la capacità di unire a sé tutte le classi e i gruppi sociali anticapitalistici e di guidarli di tappa in tappa nella lotta per la trasformazione del mondo”.
Il nostro auspicio è che gli intellettuali democratici e progressisti comprendano che proposte come quella della “Costituzione della Terra” non portano da nessuna parte e rischiano anzi di deviare i movimenti per la pace e ambientalista nel pantano dell'interclassismo, del pacifismo e dell'idealismo. E che prendano coscienza che solo legando le lotte per la pace e per l'ambiente alla lotta di classe per l'abbattimento del capitalismo e dell'imperialismo e per la conquista del socialismo sarà possibile mettere fine per sempre allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e alle guerre e salvare il pianeta dalla distruzione.


22 gennaio 2020